48

Digimon Story Time Stranger, la recensione del capitolo più ambizioso della serie

Digimon Story Time Stranger vi catapulterà in un'avventura per salvare il nostro mondo e quello dei Digimon, configurando quello che è il capitolo più ambizioso della serie.

RECENSIONE di Simone Pettine   —   01/10/2025
I protagonisti di Digimon Story Time Stranger
Digimon Story: Time Stranger
Digimon Story: Time Stranger
Articoli News Video Immagini

La rivalità tra Pokémon e Digimon risale all'alba dei tempi, ma una significativa differenza l'ha caratterizzata in ambito gaming: mentre le creature di Game Freak possono vantare nuovi capitoli a cadenza regolare, alternando al filone principale i vari spin-off come, di recente, i Leggende Pokémon, i Digimon possono restare lontani dai negozi per periodi di tempo anche discretamente lunghi. Probabilmente vi vengono in mente, tra i nomi delle ultime due generazioni, quelli dei Digimon Story: Cyber Sleuth, però attenzione: si parla pur sempre di prodotti pensati anche per PlayStation Vita, e comunque il più recente dei Cyber Sleuth risale al 2017. Cioè a otto anni fa.

Va bene, nel 2022 gli sviluppatori di Hyde hanno deliziato il pubblico con quella piccola perla di Digimon Survive, che però era chiaramente pensata come sperimentazione, sotto molteplici punti di vista (direzione artistica, genere, profondità di determinate tematiche). Il "vero" videogioco Digimon ufficiale dopo Cyber Sleuth era ed è un altro, e si chiama Digimon Story Time Stranger. Il suo sviluppo cominciò dopo il lancio di Hacker's Memory, quindi è durato ben otto anni; non c'è da stupirsi se Media.Vision lo ha definito "il più grande Digimon mai realizzato".

Tra Tokyo e Digiworld

La longevità è una delle qualità principali di Digimon Story Time Stranger. È ovvio che si tratta di un titolo in cui la raccolta, la catalogazione, il miglioramento, l'allevamento (e così via, da capo) delle creature presenti già da sé garantiscono un quantitativo di ore impossibile da calcolare, perché varia da giocatore a giocatore. Ma prima ancora delle necessità del gameplay, è la trama a esigere tempo. La narrazione principale si snoda su due linee temporali differenti e coinvolge due diversi mondi, quello degli umani e quello dei Digimon. È articolata in capitoli e si prende tutto il tempo necessario per approfondire ogni singolo personaggio o ambiente. Già solo il prologo, come noterete, vi porterà via fino a due ore.

Patamon è uno dei primi mostriciattoli a disposizione!
Patamon è uno dei primi mostriciattoli a disposizione!

La dimensione narrativa è dunque molto più curata e sfaccettata rispetto ai capitoli precedenti, anche se in alcuni momenti resta comunque altamente prevedibile. La storia è inoltre più cupa di quanto inizialmente potrebbe non sembrare: nei fatti, il mondo degli umani è alle soglie dell'Apocalisse, scatenata dalla sovrapposizione definitiva tra la Terra e la patria dei Digimon. Mentre indaga su fenomeni inquietanti che si fanno sempre più frequenti in quel di Tokyo, il protagonista (o "la" protagonista, in base alla vostra scelta iniziale) si ritroverà all'improvviso proiettato all'indietro nel tempo di otto anni. E qui avrà la possibilità di assistere sul nascere a tutti quei problemi che condurranno poi alla fine del mondo. Ma il passato può essere cambiato? E se sì, a quale costo?

Alcuni Digimon possono essere cavalcati
Alcuni Digimon possono essere cavalcati

Sono solo alcune delle domande poste da Digimon Story Time Stranger, che nel complesso affronta tematiche interessanti e non risparmia neppure situazioni un po' più malinconiche o apertamente crude. Non siamo ai livelli di profondità di Digimon Survive, ma il tono più maturo e cupo è assolutamente apprezzabile e da incentivare, perché il franchise dei Digimon, sin dagli albori, non ha mai trascurato la sofferenza che pure fa inevitabilmente parte di ciò che ci rende umani. Inizialmente l'impostazione fortemente legata alla trama - che limita un po' l'esplorazione libera - può risultare pesante. Superate le sei/otto ore, però, il bilanciamento migliora: si è finalmente liberi di scegliere se proseguire nella storia o dedicarsi all'allevamento vero e proprio delle creature.

Un RPG enorme…

Quando gli sviluppatori lo hanno definito il capitolo più "grande" mai realizzato, non si trattava di una dichiarazione legata al marketing. Rispetto ai titoli precedenti (lasciamo da parte Digimon Survive, che si inseriva proprio in un altro genere) Digimon Story Time Stranger è davvero enorme. Non si tratta semplicemente di una somma di mondi esplorabili - c'è la Tokyo del presente, la Tokyo del passato, e poi c'è Iliad, il mondo dei Digimon, con tutte le sottoaree annesse - ma di un'impostazione generale che porta il giocatore a spostarsi continuamente di qua e di là, in ambienti sempre complessivamente molto estesi.

Questo vale sia per l'hub principale del mondo digitale, in cui vi è letteralmente una città in cui i Digimon vivono in libertà e in armonia, sia, soprattutto, per i dungeon. Perché è inutile negare che la maggior tempo del tempo verrà speso nei dungeon stessi, i quali ospitano le creature ostili da combattere, registrare e "digitalizzare". Proprio qui, però, si intuiscono i limiti tecnici dell'operazione: "grande" non necessariamente significa anche "ricco" o "curato". E in effetti queste zone, oltre a offrire mostriciattoli a zonzo con cui combattere, danno poco o nessuno stimolo a un'esplorazione più approfondita, perché non sono altro che stanze vuote (all'esterno la situazione cambia di poco).

Negli anni il franchise si è arricchito di esseri digitali antropomorfi
Negli anni il franchise si è arricchito di esseri digitali antropomorfi

L'approccio al collezionismo e la struttura GdR si sono fatti, però, molto più interessanti. Gironzolando con la propria squadra per il mondo (nostro o digitale), con i mostriciattoli sempre presenti a schermo (si può anche parlare con loro, influenzandone la crescita e alcuni aspetti delle statistiche), è possibile entrare in battaglia o per collisione con i nemici oppure per un nostro attacco diretto, "a tradimento", contro gli stessi. Se questo attacco rapido, che va sempre a segno, infligge più danni della salute del nemico, allora la battaglia neppure comincia: si guadagnano i punti esperienza, e via verso il prossimo scontro. È una meccanica interessante, perché nel caso di più nemici l'attacco a sorpresa permette di metterne KO o di ferirne gravemente almeno uno, prima ancora di entrare ufficialmente in battaglia.

Nel mondo digitale ogni Digimon sbarca il lunario come può
Nel mondo digitale ogni Digimon sbarca il lunario come può

Il collezionismo, poi, è quello che vi spingerà a giocare anche quando avrete raggiunto i titoli di coda o avrete già catturato almeno una volta la versione base di ogni mostriciattolo. Come è noto, i Digimon possono evolvere in almeno sei o sette creature diverse, ed esistono stadi differenti nella digievoluzione (base, evoluto, campione, mega e stati particolari). Questo significa che dovrete combattere il più possibile contro ogni singola specie; poi digitalizzare la specie e darle vita nel mondo reale; da qui influenzarne la crescita, ottenere gli obiettivi specifici necessari alla nuova evoluzione e andare avanti. Ci vuole tempo, tanto tempo, considerando che il gioco offre più di quattrocento creature diverse.

Nuove modalità di lotta (ma con dei limiti)

Digimon Story Time Stranger è il "capitolo delle novità" non solo per la cura nel comparto narrativo e l'ambiziosità dei contenuti, ma anche perché ha modificato il sistema di combattimento e il modo (strategico) in cui ci si approccia a quest'ultimo. Al di là della qualità grafica delle nuove animazioni prima, durante e dopo le lotte (gradevole, benché non eccellente), ogni Digimon può essenzialmente compiere due azioni: un attacco fisico o un'abilità speciale. Il primo è sempre lo stesso, ma la seconda si suddivide in tutta una serie di mosse offensive, difensive o in grado di alterare lo stato di sé stesso o dei compagni. Per di più, il menù di gestione del party consente (anche se non è intuitivo come meccanismo) di inserire manualmente nuove abilità tra quelle del partner, così da renderlo più versatile o da adattarlo meglio a determinate situazioni.

Il protagonista può intervenire direttamente in combattimento (in determinate situazioni)
Il protagonista può intervenire direttamente in combattimento (in determinate situazioni)

Il sistema di debolezze e resistenze tra attaccanti e difensori è rimasto invece molto basilare: si tratta semplicemente di capire a quale attributo appartiene il nemico, così da lanciargli contro l'attacco più adatto. A volte è proprio durante la battaglia che si scopre una particolare debolezza: quando questo avviene, solitamente lo scontro finisce presto (a parte contro i boss, che hanno una barra della vita semplicemente frustrante) perché si inizia a lanciare a raffica sempre lo stesso attacco o attacchi della stessa tipologia, ignorando tutto il resto. Ciò rende paradossalmente il sistema, nei suoi aspetti più personalizzabili di suo inutilmente macchinoso, anche abbastanza ripetitivo: battaglie simili si affrontano sempre allo stesso modo, con lo "spam" delle mosse più forti e infine con l'azione diretta del protagonista, che con la pistola digitale può potenziare per alcuni turni il potenziale offensivo dell'intera squadra (o fare fuoco, e fa sorridere, direttamente sul nemico).

Conclusioni

Versione testata PlayStation 5
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Microsoft Store, Nintendo eShop
Prezzo 69,99 €
Multiplayer.it
7.5
Lettori (3)
9.3
Il tuo voto

Digimon Story Time Stranger non è perfetto, ma è davvero il capitolo in cui si è osato di più all'interno del franchise ad oggi, sia dal punto di vista contenutistico che a livello di profondità delle meccaniche di gioco. Ha da offrire una narrazione intrigante, un'ottima longevità, la possibilità di conoscere e collezionare più di quattrocento Digimon (alcuni dei quali possono anche essere cavalcati), il tutto mentre si esplorano, in momenti alternati, il mondo reale e quello digitale. Però è innegabile che non sia un titolo perfetto. Dal punto di vista tecnico, nonostante le rifiniture e il colpo d'occhio generale, è evidente in ogni momento la sua nascita all'interno di un progetto di vecchia generazione. Inoltre, al di là di tutte le innovazioni cercate e inserite, l'esplorazione dei dungeon resta tutto sommato statica e ripetitiva, e i combattimenti non raggiungono quei livelli di profondità che si era sperato (anche se, comunque, sono più tecnici rispetto al passato). C'è, insomma, ancora da fare; la via, però, è quella giusta. "Tutti uniti", allora, "tutti per i Digimon" - come suggeriva, a suo tempo, la sigla dell'anime

PRO

  • Tanti ambienti esplorabili, e un'infinità di creature da collezionare
  • Storia interessante e anche piuttosto lunga
  • Cavalcare i Digimon ha sicuramente il suo perché

CONTRO

  • Tecnicamente parlando sembra già datato
  • Il sistema di combattimento diverte, ma abbastanza semplice
  • Troppi personaggi che sono lì solo come figuranti, recitando frasi inutili