Hideo Kojima ha una visione dolceamara dell'intelligenza artificiale, ossia vede sia vantaggi che svantaggi nella sua adozione. Secondo è una medicina che dobbiamo assumere, se vogliamo vivere meglio, ma una di quelle che finisce inevitabilmente per svalutare i videogiochi e l'arte.
"Dobbiamo educarci a vivere come un nuovo tipo di essere umano in quest'era di sovraccarico informativo. Questa sarà la sfida", ha detto il padre della serie Metal Gear intervistato dal Washington Post . "L'IA potrebbe non solo fornire le informazioni, ma anche avere un ruolo in quella stessa educazione. Solo chi saprà elaborare correttamente le informazioni e trarre vantaggio da queste esperienze prospererà davvero nel XXI secolo."
Un futuro cupo
Kojima conclude che "dobbiamo imparare nuovi modi di sentire e percepire in questa comodissima, nuova vita". Ad agosto Kojima aveva dichiarato che l'IA generativa avrebbe portato a una nuova era dei videogiochi, che non vede però come completamente positiva: "film, romanzi, musica, giochi e arte non sono più considerati speciali come un tempo".
Il motivo è che le persone possono già godere di tutte le forme di intrattenimento anche senza avere alcuna curiosità e senza fare alcuno sforzo e "il futuro coinvolgimento dell'IA probabilmente accelererà questa tendenza."
Eppure, il creatore di Death Stranding pensa che diluire l'arte possa essere un prezzo accettabile per diffonderla. Spiega: "È vero che ci sono preoccupazioni riguardo a un futuro in cui queste esperienze un tempo speciali del XX secolo vengano semplicemente consumate, ma in quello stesso secolo, molte persone non potevano accedervi ed erano 'tagliate fuori'. Oggi, le persone possono esplorare mondi prima proibiti o sconosciuti, mondi limitati da paese, società, religione, cultura o norme."