Persona 5: The Phantom X ha destato grande interesse fin dal suo annuncio e si è fatto indubbiamente attendere in occidente, se consideriamo che il debutto in Cina è avvenuto oltre un anno fa. I motivi dietro tanta trepidazione sono chiari: in termini di direzione artistica, meccaniche strategiche e spessore narrativo, la serie Atlus ha stabilito standard incredibili, conquistando milioni di appassionati.
Era dunque tanta la curiosità di capire in che modo quell'esperienza così stilosa e affascinante fosse stata tradotta su mobile, all'interno di un contesto che poneva delle sfide ben chiare, specie sul piano strutturale, e presentava tante potenziali insidie lungo il percorso.
Trama: il Ragazzo Meraviglia
Che Persona 5: The Phantom X sia uno spin-off del quinto capitolo della saga appare chiaro fin dalle prime battute, quando il nuovo protagonista della storia, Nagisa Kamisiro, si sveglia di soprassalto dopo aver sognato uno scontro mortale con Joker, il celebre Ladro Fantasma di cui vi abbiamo parlato nella recensione di Persona 5. Inconsapevole di cosa fosse quel mondo distorto, il ragazzo torna a dedicarsi alle attività scolastiche e nota come sul suo smartphone sia presente un'app misteriosa, apparentemente impossibile da cancellare.
Quando però il gufo Lufel (in questo caso al posto di Morgana) gli rivolge la parola, "reclutandolo" per un'importante missione che lo condurrà nel Metaverso proprio tramite l'attivazione di quella app, Nagisa accetta e, di fronte al pericolo, riesce a risvegliare il potere del suo Persona, trasformandosi come nel Matrix in un potente guerriero dal lungo cappotto nero: Wonder.
Il ragazzo si ritrova così a dover condurre una doppia vita: di giorno studente, di notte Ladro Fantasma che accede ai Palazzi per estirpare il male che corrompe le persone; a cominciare da Kiuchi Takeyuki, un ex giocatore di baseball professionista frustrato dalla sua attuale vita lavorativa, che viene posseduto dalla sua "ombra" e diventa un soggetto pericoloso, che spintona le persone nella metro di Tokyo.
Il confronto con i nemici di The Phantom X è tuttavia solo uno degli aspetti dell'esperienza, che riprende (pur in maniera spesso semplificata e con un vincolo rappresentato dai punti azione) le attività viste in Persona 5 e il concetto dei Social Link, concedendoci la possibilità di visitare sezioni discretamente ampie dei più celebri quartieri della capitale nipponica e di entrare in contatto con personaggi piuttosto affascinanti.
Il modo in cui la narrazione viene portata avanti riprende certamente lo stile giapponese, fatto di dialoghi spesso verbosi (qui tradotti solo in inglese, a proposito) e finanche di lunghi silenzi che servono per far sedimentare determinate frasi e costruire così un grande coinvolgimento rispetto agli eventi che ruotano attorno ai protagonisti, i loro drammi e i momenti di felicità: un approccio purtroppo ancora sconosciuto a tanti sviluppatori occidentali.
Il problema in questo caso sta nella velocità di fruizione, perché è chiaro che su mobile le tempistiche sono profondamente diverse rispetto a PC e console, e capita dunque di ritrovarsi anche un po' snervati di fronte alle lungaggini del racconto, per quanto necessarie ai fini della valorizzazione del cast e come elemento motivante rispetto alla storia.
Una struttura consolidata
I dungeon di Persona 5: The Phantom X sono al momento pochi, ma da buon free-to-play il gioco cerca di sfruttarli al massimo sul piano della durata, tirando fuori una campagna che al momento arriva a durare anche trenta ore e che verrà senz'altro arricchita con nuovi contenuti in futuro, sebbene ovviamente molto dipenda dal successo che il titolo riuscirà a riscuotere.
In termini di numeri e varietà siamo dunque parecchio sotto le specifiche di Persona 5, com'era lecito attendersi, e la sensazione in generale è appunto quella di una riduzione che anche sul piano prettamente narrativo trae chiaro spunto dalla trama del quinto capitolo della serie, non riuscendo però a trattare i medesimi temi con altrettanta sensibilità.
Sebbene siano stati imposti alcuni vincoli legati alla gestione del tempo, le microtransazioni e gli elementi gacha non sembrano collegati a un sistema di monetizzazione spietato e ciò significa che è possibile giocare senza imbattersi in paywall impossibili da aggirare se non mettendo mano al portafogli, anche se il grinding si rivela in alcuni momenti un requisito obbligatorio.
Per com'è impostato il party, la sensazione è che gli autori vogliano procedere in maniera molto graduale: Wonder e Cattle (il nome di battaglia di Lufel) vengono subito affiancati da un terzo Ladro Fantasma, Kotone, che viene introdotta in maniera decisamente frettolosa, mentre procedendo con la storia di Kiuchi avremo modo di sbloccare un quarto elemento della squadra, Motoha.
Ulteriori personaggi si ottengono al completamento delle altre missioni oppure ricorrendo ai meccanismi gacha di The Phantom X, e la lista è effettivamente molto ricca visto che include una serie di figure originali (Shun, Tomoko, Tomiyama, Kurotani, Sumi, Miyu, Yukimi, Shiratori, Kamiyama, Yaoling e Haruna) ma anche i protagonisti di Persona 5, a partire naturalmente da Ren / Joker.
Alla luce di questi numeri è chiaro che Perfect World punti a supportare il gioco per parecchio tempo, e pur al netto delle inevitabili polemiche legate al modello free-to-play e alle ricompense che elargisce in base anche ai territori in cui il titolo è stato distribuito, non c'è dubbio che l'impianto disponga del potenziale necessario per intrattenere a lungo, pur riportandoci spesso negli stessi luoghi.
Gameplay, stile e tecnica
Come accennato in precedenza, The Phantom X si pone per molti versi come una riduzione di Persona 5, com'era lecito attendersi, e questo aspetto lo si nota in particolare sul piano strutturale, ovverosia in tutti quegli elementi che vanno oltre le meccaniche di combattimento a turni, queste ultime riprese in maniera praticamente integrale dal quinto capitolo della serie ma con l'aggiunta di un'opzione automatica per chi ha perso la gioia di vivere.
Bisogna insomma sottostare ad alcuni vincoli per quanto concerne gli sviluppi narrativi e le attività con cui è possibile cimentarsi nell'arco della giornata, mentre le fasi esplorative all'interno dei Palazzi e gli scontri riprendono appunto le ultime soluzioni adottate da Atlus, consegnandoci un certo grado di varietà sul fronte degli attacchi e delle possibilità.
È insomma apprezzabile il lavoro che è stato svolto per raggiungere un equilibrio fra le inevitabili esigenze legate alla monetizzazione e il desiderio di mantenere intatta la formula di Persona, e sebbene siano presenti alcune semplificazioni è davvero difficile lamentarsi del risultato finale, pur al netto di tutte le ingenuità di alcuni meccanismi che il franchise continua a proporre.
Per quanto riguarda il comparto tecnico, è possibile godere di una nuova sigla di apertura, di numerose sequenze di intermezzo in stile anime, di una colonna sonora solidissima e, in generale, di una realizzazione eccellente rispetto al mercato di riferimento, capace di proporre una visione artistica che tuttora teme ben pochi confronti e che non mancherà di conquistarvi fin dalle prime battute. Peccato solo che la versione PC al momento supporti il controller in maniera parziale.
Conclusioni
Persona 5: The Phantom X è un compromesso affascinante, che da un lato punta a sdoganare lo straordinario comparto artistico della serie Atlus, i suoi combattimenti strategici e la sua personalissima visione presso un pubblico potenzialmente enorme, senza peraltro porre vincoli assoluti in termini di fruizione dei contenuti; dall'altro mette in campo meccanismi gacha un pizzico più aggressivi rispetto ai suoi concorrenti diretti, che potrebbero far storcere il naso a chi è abituato a confrontarsi con queste dinamiche e non riesce a ignorarle. Al netto dei banner e dei pull, gli sviluppatori di Perfect World sono riusciti a realizzare uno spin-off notevole e sarà interessante vedere in che maniera verrà supportato nel corso del tempo.
PRO
- Comparto artistico notevolissimo
- Lo stesso sistema di combattimento di Persona 5
- Tanti personaggi e una buona quantità di contenuti
CONTRO
- Non chiedetegli lo spessore di Persona 5
- Alcune limitazioni legate alla struttura
- L'interfaccia della versione PC va sistemata