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Game Pass è redditizio per Microsoft? Un giornalista svela possibili retroscena sul servizio, poi si corregge

Il giornalista Christopher Dring ha prima riferito che Microsoft non conterebbe nei costi di gestione di Game Pass quelli relativi alle produzioni first party, poi ha parzialmente corretto.

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   08/07/2025
Un'immagine di Xbox Game Pass

Per anni ha tenuto banco la discussione sul fatto che Game Pass sia remunerativo o no per Microsoft, con la compagnia che ha più volte ribadito come il sistema funzionasse senza generare perdite, ma senza mai chiarire più di tanto l'economia dietro l'abbonamento, con i servizi che, in ogni caso, trascinano ormai da anni in positivo le finanze del gruppo: in queste ore, il giornalista Christopher Dring sembra far emergere un'altra prospettiva, svelando un certo retroscena sulla gestione di Game Pass.

In pratica, secondo quanto riferito inizialmente da Dring, Xbox non conterebbe i costi sostenuti per i team first party nel conteggio totale, almeno in base a quanto possiamo vedere dai messaggi pubblicati dall'ex-editor di GamesIndustry, "falsando" in questo senso il computo totale.

"Quindi i costi associati all'attività Game Pass sono i compensi pagati a terzi, il marketing, i costi del servizio... e in base a questa misura, è redditizio", ha spiegato Dring, "Quello che non viene conteggiato è il mancato guadagno che gli studi first-party di Xbox subiscono a causa del servizio. Devo immaginare che se gli studi first-party ricevessero un compenso simile, la redditività potrebbe non essere corretta".

Una questione di difficile definizione nell'attuale Xbox

Questo è quanto viene riferito da Dring, senza tuttavia specificare molto precisamente a quando risalgono queste informazioni e in quale sede sono state fornite al giornalista, dunque per il momento le riportiamo come un report da parte della fonte in questione.

Al momento X/Twitter ha dei problemi
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In pratica, secondo Dring Microsoft conterebbe come costi di gestione di Game Pass soprattutto quelli relativi agli accordi con i third party per introdurre i loro giochi nel catalogo, ma non tutte le produzioni interne. O almeno, questo è quello che sembra trasparire, sebbene Dring menzioni il "mancato guadagno" come elemento mancante, dunque non è chiaro se si tratti di tutti i costi di produzione o meno.

Il fondatore di Arkane Studios accusa Xbox Game Pass di danneggiare l'industria dei videogiochi Il fondatore di Arkane Studios accusa Xbox Game Pass di danneggiare l'industria dei videogiochi

"Ho chiesto chiarimenti sulla questione della redditività di Game Pass e mi hanno detto che i costi dei first party non sono inclusi", ha poi ribadito Dring.

La questione resta di difficile definizione, soprattutto considerando l'attuale configurazione di Microsoft come publisher in gran parte multipiattaforma: i team first party di Xbox Game Studios non lavorano esclusivamente per Game Pass, considerando che i giochi possono essere comunque acquistati e oltretutto vengono distribuiti anche su PC e (ormai nella maggior parte dei casi) anche su altre console.

Considerando questo, è difficile stabilire quanto possa avere senso imputare tutti i costi di gestione dei team first party di Xbox sul Game Pass, visto che non si tratta di produzioni distribuite esclusivamente attraverso il catalogo dell'abbonamento.

Il caso di Call of Duty è emblematico: il gioco viene distribuito attraverso Game Pass ma non è certo questo il principale veicolo di distribuzione della serie, dunque addossare i suoi costi di produzione interamente alla gestione di Game Pass potrebbe essere alquanto fuorviante.

La correzione di Dring

Nelle ore successive, pressato su ulteriori informazioni al riguardo, Dring è tornato sull'argomento e ha di fatto parzialmente smentito quanto riferito in precedenza, precisando che Xbox Game Pass è redditizio anche tenendo conto delle mancate vendite dei giochi prodotti dai team first party di Xbox Game Studios, che a quanto pare vengono calcolate nel computo totale.

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"Ok, devo correggere/chiarire una cosa. Innanzitutto, Xbox Game Pass è redditizio, anche se si tiene conto delle mancate vendite dei team first-party, come mi hanno riferito fonti interne", ha riferito Dring in un nuovo messaggio su X successivo alla discussione emersa nelle ore scorse.

"Più di 18 mesi fa, ho chiesto a Xbox cosa fosse incluso nel P&L di Game Pass. In sostanza, volevo sapere se i costi di Game Pass tengono conto dell'impatto sulle vendite di unità dei loro studi interni. Mi è stato detto che i giochi first-party hanno un proprio P&L separato da quello di Game Pass, poiché guadagnano con altri mezzi. Ho pensato che questo aspetto della contabilità interna potrebbe significare che Game Pass è redditizio, ma di sicuro mette sotto pressione i margini dei giochi interni e POSSIBILMENTE significa che alcuni studi non realizzano un profitto elevato (o non ne realizzano affatto)".

"Questo non ha importanza in termini reali, ma visto l'impatto che Game Pass aveva sui giochi first-party e la quantità di denaro che Xbox spendeva per gli studios, ho voluto verificare se l'intero impatto del servizio fosse considerato nella loro linea Game Pass è redditizio. Questo è avvenuto prima che Xbox iniziasse a pubblicare con maggiore costanza e regolarità su PS5. Grazie a questa mossa, gli studios possono ottenere margini maggiori sulle vendite premium.

Ma a prescindere da tutto ciò, alcune fonti mi hanno riferito che, anche se si includono i mancati introiti associati ai giochi first-party (non solo le vendite di unità, ma anche le microtransazioni), Game Pass è ancora redditizio. Quindi... è fantastico!

In ogni caso, anche questa discussione rientra ora nei dibattiti sugli enormi licenziamenti effettuati da Microsoft anche alla divisione Xbox, che tuttavia secondo alcune fonti sarebbero guidati soprattutto dalla volontà di dirottare le risorse in gran parte sulla corsa all'IA.

Aggiornamento: aggiornato alle 13:00 dell'8 luglio con le informazioni più recenti riferite dal giornalista attraverso X.