Alla luce delle valutazioni internazionali e della nostra stessa recensione, sembra proprio che Donkey Kong Bananza sia il gioiello che serviva a Nintendo Switch 2: un platform tridimensionale ambizioso e meraviglioso, ricco di spunti sorprendenti e dotato di un DNA che ricorda da vicino le avventure di Super Mario, per ovvi motivi.
Come sappiamo, il cuore pulsante di Bananza è la distruzione: Donkey Kong può rompere quasi ogni cosa, che si tratti di pietre, pareti, pavimenti, persino l'ordine precostituito del level design; e i tre comandi dedicati permettono di colpire in direzioni diverse, con effetti differenti: frammentare lateralmente, colpire verso l'alto o sfondare in basso.
A dare spessore all'avventura ci pensano i materiali, protagonisti silenziosi del gameplay: alcuni sono realistici, ma molti altri risultano essere folli invenzioni fra gel teletrasportanti, arcobaleni propulsivi, gomme elastiche e semi generativi. Donkey Kong può raccoglierli, lanciarli, cavalcarli come skateboard o usarli per concatenare azioni degne di un acrobata!
Ogni stage è un invito alla sperimentazione, un parco giochi costruito intorno all'interazione fisica e alla curiosità. Ci sono sfide le principali, ma a brillare davvero è il rapporto fra quest e collezionabili: oro, banandium, fossili e vinili non sono meri extra, bensì ingredienti di una ricetta in cui il completismo è incentivato con intelligenza.
Quando sembra appannarsi, il gioco decolla
Come avrete letto nella nostra recensione di Donkey Kong Bananza, proprio quando le cose sembrano rallentare e arenarsi il gioco decolla letteralmente, mettendo in campo una quantità strepitosa di nuove ed efficaci idee capaci di imprimere una sostanziale spinta al gameplay.
Bananza cresce dunque con l'avanzare della partita: non solo nei livelli, che si fanno sempre più intricati e imprevedibili, ma anche nel personaggio, grazie a un albero delle abilità che potenzia le mosse di Donkey Kong. A ciò si aggiungono poi le trasformazioni, che cambiano radicalmente il modo di affrontare determinate sezioni, introducendo variazioni visive, sonore e meccaniche.
Il gioco si prende persino il lusso di offrire una narrazione più curata del consueto, enfatizzando il rapporto fra Donkey Kong e Pauline, le motivazioni degli antagonisti, la discesa verso il centro della Terra: tutto contribuisce a costruire un contesto narrativo che, senza mai rubare la scena al gameplay, arricchisce l'esperienza con spunti coerenti e affascinanti.
A conti fatti, l'unico aspetto meno che eccellente di Donkey Kong Bananza è rappresentato dalle prestazioni su Nintendo Switch 2, che mostrano il fianco a vistosi cali di frame rate quando la distruzione si fa più caotica e a fenomeni di pop-up piuttosto accentuati: si tratta di mancanze che verranno sistemate con degli aggiornamenti?
Ad ogni modo, dicevamo, è un gioiello quest'ultima esclusiva Nintendo ed è esattamente ciò che serviva a Switch 2, che non può vivere di solo Mario Kart World e aveva bisogno di un gran bel platform per ribadire l'assoluta padronanza di un genere che si presta molto bene a svolgere il ruolo di system seller.