Swery e Suda51 hanno un'aura quasi mitica. Sono autori giapponesi (il che è già esotico di suo) e negli anni hanno realizzato opere dal sapore unico, sebbene per molti quel sapore sia amaro e insopportabile. Ora i due hanno deciso di collaborare per la creazione di un nuovo titolo, Hotel Barcelona, un roguelite d'azione a scorrimento laterale che, lo diciamo subito, non riesce minimamente a convincere.
Hotel Barcelona, la parodia di una parodia
Noi siamo Justine, una US Marshal posseduta da uno spirito maligno, Dr. Carnival, che la sta aiutando a vendicarsi della morte del padre, avvenuta per mano della Strega. Quest'ultima si trova in uno strano Hotel che attira verso di sé dei serial killer. Quel che dobbiamo fare è accedere a un livello, sconfiggere il boss, ottenere dei bonus e proseguire fino a poter affrontare la nostra vera nemesi, nel mentre la verità dietro la morte del padre di Justine si svela a suon di flashback e dialoghi con Dr. Carnival.
Gli autori hanno chiesto di non accennare a nulla di più di questo (non lo avremmo fatto in ogni caso), ma in tutta onestà non ci sarebbe molto da dire, perché la storia di Hotel Barcelona è banale, povera di eventi e noiosa. I singoli killer hanno un background, ma si tratta di un trenta secondi di dialoghi che spiattellano un'origine che li umanizza, ma di cui non ci importerà assolutamente nulla visto che sono parodie di una parodia, ispirati ai più famosi personaggi dei film slasher, come Venerdì 13 e Non aprite quella porta.
Il loro design è poco ispirato e tra l'altro subito anticipato dalla locandina che viene usata come introduzione a ogni livello, togliendo così ogni sorpresa. Più in generale il design visivo di Hotel Barcelona è di basso livello, con nemici comuni che non hanno nulla da dire (contadini bendati come mummie, strani tizi con maschere che paiono alquanto casuali e generici pazzi armati di asce o motoseghe).
Le ambientazioni stesse sono molto banali, coerenti con le fonti, ma tutt'altro che visivamente interessanti e anche tecnicamente di basso livello con prestazioni altalenanti e cambi di livello che fanno quasi bloccare il gioco per un istante. Speriamo che i primi aggiornamenti ottimizzino il tutto, visto che non è chiaramente un titolo pensato per mettere a dura prova i PC.
Il gameplay di Hotel Barcelona: un design fallace
Passando al gameplay, Justine deve affrontare una serie di livelli a scorrimento laterale nei quali spuntano in modo semicasuale nemici (alcuni sono fissi, altri cambiano leggermente per tipo e posizione), oggetti per ottenere risorse e trappole di varia natura. Dalla nostra abbiamo combo di attacchi lenti e veloci, un'arma dalla distanza, mosse di evasione e un attacco speciale che si carica attaccando i nemici senza mai fermarsi per più di pochi secondi. Il gioco ci spinge quindi a correre nei livelli e raggiungere l'uscita, con il risultato che in 5 minuti si completa un intero Stage e si arriva al boss.
Si tratterebbe anche di un buon loop, se non fosse che il grosso dei nemici non propongano alcun tipo di sfida. Non importano le loro caratteristiche: ogni singolo colpo li stordisce, quindi sono carne da macello e l'unica cosa che dobbiamo fare è essere i primi ad attaccare, impossibilitandoli a colpirci. Ci sono dei nemici potenti che hanno una barriera che impedisce lo stordimento, ma la maggior parte delle volte non sono un grosso pericolo.
La parte assurda è che inizialmente il gioco si rivela comunque enormemente difficile, pur essendo molto banale, perché subiamo danni enormi anche a difficoltà Normale. La soluzione? Passare a Facile (che invece è di una banalità disarmante), completare un paio di combattimenti coi boss e ottenere qualche potenziamento fondamentale, per poi diventare quasi immortali a qualsiasi difficoltà, anche quelle più alte.
La sconfitta dei boss è infatti centrale in Hotel Barcelona perché è quasi l'unico modo per potenziare le proprie armi, che a loro volta sono il principale elemento che determina la vittoria o la sconfitta. Ci sono tre categorie di armi, ma considerando il metodo di potenziamento non ci è venuta voglia di provarne altre oltre a quella che abbiamo scelto nelle prime fasi perché significherebbe indebolirci e dover ripetere queste battaglie solo per tornare al livello di potenza precedente. Lo si potrebbe fare dopo aver finito la storia, ma onestamente dopo poche ore ne avrete abbastanza di Hotel Barcelona.
I boss sono inoltre noiosi perché o ci incastrano in un loop di mosse che ci impediscono di muoverci e ci uccidono in pochi istanti (soprattutto finché non acquisiamo la capacità di riprenderci immediatamente dai colpi nemici) oppure li eliminiamo in 10 secondi usando la mossa speciale caricata. La vittoria non è praticamente mai conseguenza delle capacità manuali del giocatore ma pura questione di statistiche.
E non è finita: Justine ha un albero delle abilità diviso in blocchi ai quali si accede man mano che si sconfiggono i boss. Solo che ottenere tutte le abilità di un blocco (molte non significative, tra l'altro) richiede pochi tentativi, quindi nel giro di 20-30 minuti non c'è più molto da fare. Un roguelite è pensato per darci qualcosa da ottenere continuamente, così da rendere le sconfitte comunque interessanti perché abbiamo la sensazione che pian piano diventiamo più forti. Hotel Barcelona non lo ha capito minimamente, è chiaro.
Infine, c'è un grosso problema con due elementi di Hotel Barcelona. Finora abbiamo parlato come se il passaggio da un livello al successivo fosse lineare, ma in realtà non è così: ogni Stage ci fa partire nello stesso livello, ma da esso si aprono varie vie tramite delle porte, che donano bonus diversi ogni volta (cura, risorse, potenziamenti ad alcune statistiche...).
Il problema è che al primo giro in uno Stage sceglieremo un percorso e non lo cambieremo più, rendendo il gioco lineare, il tutto a causa dell'unica grande particolarità di Hotel Barcelona: i cloni di Justine. Questi sono i "fantasmi" delle nostre precedenti partite: fino a tre cloni ripeteranno passo passo cosa abbiamo fatto in precedenza, creando così degli alleati.
Non sono perfetti perché la posizione dei nemici cambia leggermente ogni volta, quindi spesso vedremo un clone che attacca il nulla, ma sono molto utili soprattutto contro il boss perché ripetono anche il nostro precedente uso della mossa speciale, rendendo ancora più facile la battaglia.
Il problema è che se cambiamo percorso all'interno dello Stage tutti i cloni vengono eliminati. Di conseguenza tutto il sistema roguelite delle porte, con potenziamenti diversi e l'idea di scegliere ogni volta il percorso migliore a seconda dei power up che desideriamo viene buttato, perché i cloni sono molto più importanti. Segnaliamo in chiusura che esiste anche una sorta di multigiocatore segreto in cui invadere giocatori o aiutarli, ma in tutta la partita abbiamo trovato solo una volta il modo di accedervi e non c'era nessuno online da invadere.
Conclusioni
Hotel Barcelona è purtroppo una grossa delusione. A livello tecnico è da migliorare, la trama e i personaggi non hanno nulla da dirci e non c'è mai quella follia o stranezza che ci si aspetterebbe da Swery e Suda51. Il gameplay è banale e si mette i bastoni tra le ruote da solo con scelte di design pessime o che si annullano a vicenda, risultando in un roguelite lineare e che si conclude in 5 ore. Potreste continuare a giocare aumentando la difficoltà, attivando modificatori e puntando a sbloccare alcuni boss secondari, ma non troviamo veramente un motivo per cui dovreste farlo. Hotel Barcelona è noioso e poco ispirato, il tutto a 30€ e senza testi in italiano. Passate oltre.
PRO
- Il sistema dei cloni è una bella idea
CONTRO
- Visivamente e tecnicamente da rivedere
- Non c'è nulla che faccia pensare sia un gioco di Swery e Suda51
- Loop di gameplay noioso e si esaurisce in poche ore
- Varie scelte di design si combattono tra loro