Come quasi tutti i grandi marchi di Nintendo, anche Fire Emblem nel corso della sua trentennale storia ha subito riletture, riadattamenti, declinazioni in generi differenti. Strategico a turni in salsa fantasy per antonomasia, episodio dopo episodio ha saputo ritagliarsi un posto di tutto rispetto nella storia del medium, pur rivolgendosi ad una nicchia di appassionati ben definita e, a suo modo, contenuta.
Inoltre Fire Emblem Shadows non rappresenta il debutto della serie di Intelligent Systems su mobile. Già nel 2017 c'era stato un esperimento, con Fire Emblem Heroes, che pur non convincendo all'unanimità si era confermato un interessante tentativo capace di resistere alla prova del tempo, per quanto vincolato a meccaniche non proprio cristalline, classiche di un gatcha qualsiasi.
Insomma, per quanto pubblicato in sordina qualche giorno fa sugli store digitali di Android e iOS, non c'erano motivi precisi per serbare preventivamente pregiudizi e reticenze nei confronti di un progetto che, per quanto ovviamente riadattato al contesto mobile, sulla carta poteva configurarsi come una più che dignitosa riduzione di quanto visto e apprezzato sulle varie console Nintendo nel corso degli anni.
Purtroppo, tirando le somme, non è andata affatto così con Fire Emblem Shadows che si è rivelato un progetto poco a fuoco, per nulla brillante, per certi versi persino offensivo nei confronti del marchio a cui si rifà.
Fire Among Us Emblem
Un'annotazione prima di cominciare. Tutto ciò che sapete e conoscete di Fire Emblem, fate finta che non esista. Turni, personaggi ben caratterizzati, un certosino lavoro di level design, raffinate strategie concepite soppesando punti di forza delle proprie unità e vulnerabilità degli avversari: dimenticatelo, perché non c'è traccia di nulla di tutto ciò in Fire Emblem Shadows.
La trama che funge da collante alle brevissime partite esclusivamente multiplayer di cui si compone il gioco è quantomai diluita, tutt'altro che stratificata, per nulla coinvolgente. Un impero, chiaramente alleatosi con le forze del male, ha conquistato il regno del protagonista Kurt, principe orfano che dovrà tentare, in qualche modo, di riacquisire il trono perduto con l'aiuto di un manipolo di alleati. L'oscura dea Fenris, tuttavia, è scaltra, capace di insinuarsi con le sue lusinghe persino tra le file alleate, persino nella mente dello stesso Kurt, in un gioco di continui tradimenti che, di fatto, sviluppa l'intero intreccio.
Al di là della sequenza che accoglie l'utente al primo avvio del gioco, non ci saranno filmati, né i dialoghi a schermate fisse prevedono un qualche tipo di doppiaggio in qualsivoglia lingua. Il tutto è estremamente statico, il che potrebbe anche essere accettabile, considerando la natura mobile del gioco, non fosse che si perde immediatamente interesse per un intreccio banale, portato avanti da conversazioni piattissime, per di più somministrato in vari episodi che si sbloccano accumulando valuta virtuale. In breve, è facile perdere il punto, oltre che interesse per le sorti di Kurt, prigioniero di una caratterizzazione davvero poverissima.
Poco male se la storia è quella che è, a patto che il gioco funzioni a dovere. Purtroppo, anche da questo punto di vista, Fire Emblem Shadows fa acqua da tutte le parti, per quanto non sia completamente privo di meccaniche che, potenzialmente, avrebbero anche potuto restituirci i contorni di un titolo molto più profondo e intrigante.
Come dicevamo, non c'è traccia di turni. All'inizio di ogni partita il giocatore, insieme ad altri due pescati dalla rete, verrà proiettato in uno scenario, suscettibile a pochissimi cambiamenti in termini estetici e di design, composto da poche caselle, in cui il proprio avatar si muoverà e attaccherà automaticamente i nemici presenti nell'area. All'utente, il compito di attivare tutta una serie di magie, offensive e di alterazione di stato, rispettando i tempi di ricarica di ogni tecnica, attività a cui potrà dedicarsi anche nell'eventualità di un KO del proprio eroe.
In questa prima fase, insomma, si tratta di lanciare poteri il più velocemente possibile, ma stando ben attenti, almeno in teoria come diremo a breve, a non colpire i propri alleati e a non curare gli avversari. Si potrebbe pensare che la collaborazione con i propri compagni d'armi possa dare vita a strategie di qualche tipo, ma il gameplay, da questo punto di vista, è appiattito da due fattori: non c'è alcun modo di comunicare con gli altri giocatori e, cosa ben peggiore, il turno non durerà che una manciata di secondi, rendendo ogni battaglia tanto frenetica, quanto priva di una reale componente strategica.
Come accennato, tuttavia, questa è solo una delle due fasi in cui si dividerà ogni battaglia. La dea Fenris, difatti, trama nell'ombra e in ogni partita ci sarà un traditore. Durante il matchmaking, l'utente deve scegliere se lottare per la Luce o per l'Oscurità. Nel primo caso, combatterà i nemici senza sconti. Nel secondo, dovrà fare il doppio gioco, colpendo i mostri presenti nella mappa con le sue abilità, certo, ma cercando il più possibile di indebolire e magari eliminare gli altri due eroi.
Se al termine della battaglia gli alleati individueranno correttamente il traditore, nello scontro successivo, quello che li vedrà contrapporsi al giocatore che ha stretto l'alleanza con la dea Fenris, potranno godere di una vita extra. Al contrario, dovranno cercare di avere la meglio su un avversario più potente e in grado, tra le altre tecniche a sua disposizione, di evocare degli aiutanti che lo aiutino nella lotta.
Il meccanismo potrebbe anche essere interessante, non fosse che coinvolgendo solo tre giocatori, scoprire il traditore è estremamente facile, avendo solo il 50% di possibilità di sbagliare, dando per scontato che l'utente riesca a ricordare il ruolo che veste nella partita. L'interesse per la prima fase, insomma, si abbassa enormemente, tanto più considerando che essere sconfitti dallo schieramento nemico è davvero difficile, nonostante l'attività del sabotatore di turno.
Chi si trova a vestire i panni dell'alleato fittizio ha sulla carta un ventaglio strategico ben più ampio. Può curare gli avversari per conquistare la loro fiducia, colpirli con tecniche specifiche che non rivelano l'identità del mandante, lasciare che i suoi punti vita raggiungano lo zero e continuare a lanciare sortilegi dall'oltretomba. Peccato che, anche in questo caso, il gameplay di Fire Emblem Shadows risulti fin troppo sottile e incastrato in un ritmo eccessivamente elevato per dare realmente la possibilità di imbastire tattiche degne di questo nome. Anche quando contrapposto ai due vecchi alleati, nella seconda fase della partita, il sabotatore finirà per affidarsi sempre alle stesse tecniche, consapevole che se smascherato nell'intermezzo tra le due battaglie, le sue chance di vittoria caleranno in modo drastico.
Per farla breve, la creatura di Intelligent Systems propone un gameplay fin troppo scontato e poco stratificato per dare vita a partite che non si somiglino tra loro già dopo mezz'ora. Sia nei panni dei guerrieri della Luce, sia in quelli di affiliati dell'Ombra, c'è fin troppo poco spazio e tempo di manovra perché la meccanica che ricorda, pur molto vagamente, Among Us possa dare origine ad un minimo di investigazione, deduzione e strategia tra una fase e l'altra delle partite.
Affrontabile anche senza mettere mano al portafogli
Essendo un gioco free-to-play, Fire Emblem Shadows ha ovviamente in dotazione un sistema di monetizzazione ben preciso, per quanto meno predatorio e influente sulla giocabilità di quanto si possa immaginare. Almeno nelle fasi iniziali, non ci sarà praticamente bisogno di mettere mano al portafogli.
Non ci sono personaggi da acquistare, innanzitutto. Gli eroi sono sbloccabili progredendo nell'avventura, ognuno con la sua arma specifica che, almeno questo in continuità con la serie, è più efficace con una certa tipologia di nemici e meno con altri. Purtroppo, anche questa caratteristica, classica di Fire Emblem, alla prova dei fatti è ampiamente sabotata dal movimento automatico del personaggio. Non potendo scegliere verso chi indirizzare le offensive con la propria arma, l'efficienza in battaglia sarà per forza di cose altalenante, ancora una volta determinata, per lo più, dalle tecniche magiche che l'utente può attivare con pochi tocchi sul touch-screen.
Ottenendo punti esperienza gli eroi aumentano il livello di forza e, tramite il mercato, potrete ottenere nuove armi, bonus temporanei, costumi alternativi, ulteriori tecniche magiche con cui effettivamente cercare di imbastire un minimo di strategia durante le battaglie.
Naturalmente questa generosità iniziale ha il fiato corto. Raggiunto un certo livello di esperienza, per progredire dovrete effettuare moltissime partite o acquistare le risorse necessarie per farlo. Le armi più efficienti avranno un costo esorbitante rispetto alle monete che otterrete scontro dopo scontro. Le ricompense del Pass Stagionale gratuito smettono in fretta di essere attraenti. Come per tutti i free-to-play, insomma, starà a voi decidere se avanzare con estrema lentezza o se infondere una potente accelerazione al processo spendendo soldi reali.
Sul fronte grafico, quanto meno, il gioco riesce a raggiungere il minimo sindacabile. Le schermate di menù sono chiare. Gli artwork dei personaggi sono ben realizzati. I modelli poligonali degli eroi sul campo di battaglia, in stile chibi, sono graziosi quanto basta. Certo, una maggior varietà estetica degli scenari sarebbe stata gradita, ma questo è certamente il difetto minore del gioco.
Conclusioni
Fire Emblem Shadows è un gioco che ha ben poco da spartire con il resto della serie di Nintendo sia in termini ludici, che in termini qualitativi. Il titolo per iOS e Android propone un gameplay poco profondo e ripetitivo già dopo un paio di partite. Lo scarso numero di giocatori coinvolti in una partita rende la componente investigativa per nulla emozionante e avvincente. Quella strategica è mortificata dal movimento automatico degli eroi sul campo di battaglia e da un ritmo fin troppo elevato. Al di là dei tanti sbloccabili ottenibili e per una trama che qualcuno potrebbe anche trovare intrigante, per quanto sviluppata da dialoghi assolutamente piatti, non esiste un buon motivo per spendere il proprio tempo, ed eventualmente il proprio denaro, con Fire Emblem Shadows.
PRO
- Artwork dei personaggi ben realizzati
CONTRO
- Trama insipida
- Battaglie ripetitive e dove lo spessore strategico è quasi nullo
- Si capisce fin troppo facilmente chi sia il traditore