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Samsung rallenta negli Stati Uniti: il mega impianto di chip in Texas è in ritardo, ed è già obsoleto?

Nonostante oltre 34 miliardi di euro in incentivi pubblici, Samsung ritarda l'apertura della fabbrica di semiconduttori a Taylor, in Texas: l'impianto, completo al 91,8%, non parte per mancanza di clienti.

NOTIZIA di Raffaele Staccini   —   03/07/2025
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Le ambizioni di Samsung di conquistare una posizione di rilievo nel mercato statunitense dei semiconduttori sembrano rallentare bruscamente: secondo quanto riportato da Nikkei Asia, l'apertura del suo attesissimo stabilimento di Taylor, in Texas, subirà un rinvio al 2026, nonostante l'impianto sia già completo al 91,8%.

L'annuncio arriva come un campanello d'allarme, soprattutto considerando che Samsung ha ricevuto oltre 37 miliardi di dollari (circa 34 miliardi di euro) in incentivi nell'ambito del CHIPS Act promosso dall'amministrazione Biden per rilanciare la produzione di chip negli Stati Uniti.

La domanda USA guarda altrove

Come altre grandi realtà, anche Samsung si era affrettata a costruire impianti sul suolo americano, spinta dai sussidi governativi e da una domanda globale in forte espansione. Tuttavia, la produzione nella fabbrica di Taylor doveva iniziare nel 2024, ma a oggi non ci sono segnali concreti di avvio. Uno dei motivi principali del ritardo sarebbe legato al mancato allineamento tra l'offerta di Samsung e le esigenze attuali del mercato americano: le aziende locali chiedono chip realizzati con processi produttivi di fascia alta, come i 4nm e successivi, mentre le linee produttive di Taylor, pianificate anni fa, non sono ancora pronte per gestire questi nodi avanzati.

L'impianto Samsung a Taylor è quasi completo
L'impianto Samsung a Taylor è quasi completo

Samsung, dunque, si trova ora in una situazione difficile: aggiornare l'impianto sarebbe un intervento estremamente costoso, mentre la domanda per i nodi già pianificati risulta insufficiente. L'azienda coreana starebbe valutando l'opzione di avviare linee a 2nm entro il 2026, in concomitanza con quanto previsto da TSMC in Arizona.

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Un altro fattore decisivo è proprio la forte concorrenza di TSMC: i colosso taiwanese ha conquistato clienti chiave come NVIDIA e AMD, grazie a una produzione stabile a 4nm, ed è attualmente al completo con gli ordini. Di fronte a questa situazione, Samsung rischia di perdere terreno anche in un mercato dove ha investito miliardi. E mentre TSMC domina la supply chain americana, Samsung si trova costretta ad adottare un approccio attendista, nonostante le grandi promesse e i fondi ricevuti.

E voi che cosa ne pensate di questa situazione? Riuscirà Samsung a essere rilevante negli USA?