OpenAI ha pubblicato il primo studio approfondito sulle modalità di utilizzo di ChatGPT, in collaborazione con economisti di Harvard e Duke. L'analisi ha esaminato 1,1 milioni di conversazioni tra maggio 2024 e giugno 2025, quando la piattaforma aveva già raggiunto i 700 milioni di utenti attivi settimanali, pari al 10% della popolazione adulta mondiale.
Il dato più rilevante è lo spostamento verso un uso sempre più personale: se a giugno 2024 le interazioni private rappresentavano il 53%, un anno dopo hanno toccato il 73%. In parallelo, l'impennata dell'adozione nei Paesi a reddito medio-basso ha contribuito a far crescere i messaggi giornalieri da 451 milioni a oltre 2,6 miliardi.
ChatGPT: tre categorie d'uso
Tre categorie coprono l'80% delle interazioni: Practical Guidance, Seeking Information e Writing. La prima, pari al 29%, include tutoraggio, idee creative e consigli pratici, con sottogruppi che spaziano dal supporto scolastico (10%) a suggerimenti per la vita quotidiana (8,5%). Seeking Information è passata dal 14% al 24%, segnalando come ChatGPT stia diventando un vero sostituto dei motori di ricerca.
La categoria Writing, invece, pur calando dal 36% al 24%, resta centrale nell'ambito professionale: oltre il 40% delle richieste lavorative riguarda la scrittura, soprattutto editing e traduzioni di testi forniti dagli utenti. Sorprende invece il peso ridotto del coding, limitato al 4,2% delle conversazioni, in contrasto con altri chatbot come Claude, dove la quota supera il 30%. Ancora più marginali le interazioni emotive: solo l'1,9% riguarda relazioni personali e appena lo 0,4% giochi di ruolo, smentendo l'idea di un uso diffuso in ambito relazionale.
ChatGPT: dettagli demografici relativi all'uso del chatbot
Lo studio evidenzia anche cambiamenti demografici: da un'utenza inizialmente maschile, si è passati a una leggera prevalenza femminile, con quasi metà degli utenti sotto i 26 anni. Tuttavia, cresce anche la quota di chi utilizza ChatGPT per lavoro, soprattutto tra laureati e professionisti ad alto reddito, concentrandosi su scrittura e supporto decisionale.
OpenAI ha infine ribadito le misure di tutela della privacy: i ricercatori non hanno mai avuto accesso diretto ai testi delle chat. L'analisi si è basata su classificatori automatici applicati a dati anonimizzati. mentre le informazioni su occupazione ed educazione sono state elaborate tramite una "data clean room".