Le aziende statunitensi Nvidia e AMD hanno raggiunto un'intesa con l'amministrazione Trump per versare il 15% dei ricavi generati in Cina dalla vendita di determinati chip, in cambio delle licenze necessarie per esportare nel Paese. L'accordo riguarda in particolare due prodotti progettati per il mercato cinese, l'H20 di Nvidia e l'MI308 di AMD, entrambi finiti sotto restrizioni per il loro potenziale impiego in ambito militare.
Restrizioni, pressioni e mediazioni di alto livello
Le vendite dei chip in questione erano state bloccate dopo le misure di controllo alle esportazioni introdotte dall'amministrazione Biden nel 2023 e ulteriormente rafforzate dal governo Trump nell'aprile 2025. L'H20, sviluppato appositamente per aggirare le prime restrizioni, è stato indicato da esperti di sicurezza come un acceleratore chiave per le capacità di intelligenza artificiale della Cina, con possibili applicazioni in sistemi d'arma autonomi e sorveglianza militare. Nonostante le accuse di Pechino di "bullismo unilaterale", il CEO di Nvidia Jensen Huang ha portato avanti per mesi un'intensa attività di lobbying, culminata in un incontro diretto con il presidente Trump.
Secondo gli analisti, la scelta di versare una quota fissa delle entrate al governo statunitense in cambio dell'accesso al mercato è un passo "senza precedenti" per il settore tecnologico. Charlie Dai, vicepresidente di Forrester, sottolinea come la decisione evidenzi "l'elevato costo dell'accesso ai mercati in un contesto di tensioni tecnologiche crescenti", con conseguenti pressioni finanziarie e incertezza strategica per i fornitori di chip.
Sullo sfondo, la tregua commerciale USA-Cina
Il ritorno delle vendite verso la Cina avviene in un momento di apparente distensione tra Washington e Pechino. Negli ultimi mesi la Cina ha allentato le restrizioni all'export di terre rare, mentre gli Stati Uniti hanno revocato alcuni limiti sul software di progettazione di chip. Le due potenze hanno concordato a maggio una tregua di 90 giorni nella guerra dei dazi, in scadenza il 12 agosto, anche se un'estensione non è ancora stata confermata.
L'amministrazione Trump prosegue nel fare pressione sulle grandi aziende tecnologiche per aumentare gli investimenti negli Stati Uniti. Apple ha recentemente annunciato un piano aggiuntivo da 100 miliardi di dollari, Micron ha alzato a 200 miliardi il budget per nuovi impianti e Nvidia ha svelato progetti fino a 500 miliardi per la costruzione di server AI interamente prodotti in America. Nel frattempo, il presidente ha chiesto le dimissioni dell'amministratore delegato di Intel, Lip-Bu Tan, accusato di legami con società cinesi, accuse che l'interessato ha respinto definendole "disinformazione".