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NVIDIA, i chip H200 vanno in Cina: non sono i migliori, ma quasi

Gli Stati Uniti autorizzano NVIDIA a vendere i chip H200 in Cina, nonostante le preoccupazioni per un possibile uso militare.

NOTIZIA di Raffaele Staccini   —   09/12/2025
NVIDIA

Nuovo capitolo nella lunga trattativa tra Stati Uniti e Cina: nella giornata di lunedì, Trump ha concesso l'autorizzazione a NVIDIA per esportare i chip H200 verso clienti cinesi approvati dall'amministrazione USA. La decisione arriva dopo mesi di incertezza e dopo una serie di limiti imposti alle aziende statunitensi che operano nel settore dei semiconduttori avanzati.

La concessione non riguarda le versioni più recenti dei chip, ma modelli con circa un anno e mezzo di anzianità, che restano comunque molto più evoluti dei chip H20 realizzati da NVIDIA su misura per il mercato cinese.

Il nuovo accordo tra NVIDIA e USA

La posizione del governo ha trovato spazio nei commenti ufficiali diffusi da NVIDIA, che ha sottolineato il valore della scelta per il comparto manifatturiero statunitense. Il tema non è nuovo e riflette le pressioni incrociate tra obiettivi economici, sicurezza nazionale e relazioni internazionali. L'export dei chip avanzati si inserisce in un equilibrio precario che negli ultimi mesi ha visto continui cambi di direzione e una crescente competizione con la Cina, con Trump che aveva in precedenza annunciato che i chip IA più avanzati di NVIDIA sarebbero rimasti solo negli Stati Uniti.

Il post con cui il Presidente USA ha annunciato l'accordo con NVIDIA
Il post con cui il Presidente USA ha annunciato l'accordo con NVIDIA

La vicenda si è complicata ulteriormente con il ruolo del Congresso. Una settimana prima del via libera, il segretario al Commercio aveva confermato che la decisione finale spettava al Presidente. Nel frattempo, alcuni senatori avevano presentato un nuovo disegno di legge per bloccare l'export di chip IA avanzati diretti alla Cina per oltre due anni. La proposta si inseriva in un percorso legislativo ancora incerto che ora potrebbe entrare in conflitto con le scelte dell'esecutivo.

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Il cosiddetto SAFE Chips Act punta a imporre uno stop di trenta mesi alle licenze di esportazione dei chip più avanzati, un segnale della volontà bipartisan di ridurre la dipendenza tecnologica della Cina da fornitori statunitensi e delle preoccupazioni USA di un possibile uso militare dei chip IA da parte del governo di Pechino. L'apertura dell'amministrazione nei confronti delle vendite degli H200 introduce tuttavia un elemento di frizione che rischia di rallentare l'iter parlamentare.

D'altronde gli ultimi due anni hanno mostrato una strategia altalenante degli Stati Uniti. In primavera erano state imposte nuove restrizioni alle aziende che esportavano chip verso la Cina, poi rimosse con l'abrogazione di una norma precedente. L'estate aveva visto un tentativo di compromesso con un modello che prevedeva una quota dei ricavi destinata al governo statunitense. La tecnologia dei semiconduttori si è così trasformata in uno strumento di negoziazione all'interno di un confronto commerciale più ampio, con effetti immediati sulle scelte industriali di aziende come NVIDIA.

Nel frattempo, il mercato cinese aveva reagito chiudendo l'accesso ai chip più avanzati di NVIDIA. L'autorità che regola il settore digitale in Cina ha bloccato l'acquisto di questi prodotti da parte delle aziende nazionali, spingendo gli operatori locali verso soluzioni sviluppate da Huawei e Alibaba. Questa scelta ha ridotto ulteriormente la presenza dei chip statunitensi nel paese, creando un vuoto che l'autorizzazione agli H200 non colmerà rapidamente.

Il Presidente statunitense ha comunque ufficializzato il tutto e ha dichiarato che la leadership cinese ha accolto favorevolmente la notizia; pare, inoltre, che l'amministrazione voglia applicare lo stesso approccio anche ad altre aziende, come AMD e Intel.