Irlanda, anno 1897. Il detective privato Declan Ward viene ingaggiato da un committente misterioso per indagare la scomparsa di Evelyn Deane, giovane donna della quale si sono perse le tracce in mezzo alle sale del remoto e antico hotel Blake Manor. Giunto sul posto, il protagonista scopre che quel che lo aspetta non è un fine settimana qualunque: la signorina Deane è sparita esattamente quarantotto ore prima di una seduta spiritica senza precedenti, un evento che ha attratto mistici provenienti dai quattro angoli del globo verso quel luogo di potere immerso nel nulla. Mentre le lancette dell'orologio continueranno inesorabilmente a ticchettare, il detective Ward si troverà a inseguire lo spettro di Evelyn lungo un sottile filo teso fra tragedie umane e situazioni paranormali, rischiando di cadere in una tana di coniglio estremamente profonda.
Dopo averlo aperto a febbraio con Blue Prince di Dogubomb, l'editore Raw Fury ha deciso di chiudere così il suo 2025, con The Séance of Blake Manor del piccolo team Spooky Doorway. Un videogioco puramente investigativo immerso in atmosfere folk e gothic horror che pesca da ispirazioni ludiche quali The Case of the Golden Idol, celebra il teatro sperimentale inglese di Sleep No More, costruisce personaggi che sembrano sbucati da film di Roman Polanski come La Nona Porta, per poi metterli in scena su un palcoscenico oscuro e magnetico che si muove tra le maglie del folclore celtico. Una volta varcati i cancelli del maniero, in modo simile a quanto accaduto con l'ormai celebre Stanza 46, la ricerca del detective si tramuta inevitabilmente in una vera e propria ossessione.
La Seduta Spiritica del Maniero Blake
È già buio quando la diligenza dell'investigatore Declan Ward raggiunge i cancelli del Blake Manor. Con sé ha giusto una manciata di oggetti, fra cui una foto che ritrae la bella Evelyn Deane e la sua enigmatica lettera d'ingaggio. Non fa in tempo a raggiungere l'ingresso principale che s'imbatte in una misteriosa visione accanto alla fontana in pietra nel mezzo del cortile, solo il primo di una serie di fenomeni inspiegabili che segneranno le ore successive. Dopo una nottata tormentata da un sogno inquietante - che stranamente sembra affliggere tutti gli abitanti dell'edificio - scoprirà perché l'albergo ospita così tanti personaggi pittoreschi: alle nove di sera di domenica 31 ottobre 1897, esattamente quarantott'ore dopo il suo arrivo, si terrà la Grand Séance, ovvero: "L'attraversamento del velo più avanzato mai testimoniato da occhi mortali", una seduta spiritica che ha attratto intellettuali legati al mondo dell'esoterismo provenienti da tutto il mondo.
Così ha inizio The Séance of Blake Manor, un videogioco investigativo con visuale in prima persona legato a un sistema di progressione al limite del non-lineare. Al giocatore è consentito esplorare liberamente il maniero dei Blake, esaminare praticamente ogni singolo oggetto della scenografia, leggere documenti e lettere, raccogliere determinati strumenti e ovviamente conversare a lungo con tutti i personaggi che incontra. È possibile ottenere chiavi per raggiungere aree precedentemente inaccessibili, ma soprattutto raccogliere informazioni che mutano la visione dell'ambientazione e dei personaggi, svelando enigmi che alzeranno via via il sipario su ulteriori ondate di informazioni. In poche parole si tratta di un'esperienza basata su "knowledge-gate", un'avventura nella quale è per l'appunto la conoscenza a regolare il ritmo della progressione.
Tutte le informazioni raccolte da Declan Ward vengono ordinate in un "palazzo mentale" estremamente ricco e intricato, un registro interattivo nel quale il detective può organizzare i pensieri e tener traccia di ciascuna scoperta. Nella sezione "Misteri", per esempio, all'inizio s'incontreranno solamente le voci "La scomparsa di Mrs. Deane" e "Il Colpevole", ovvero delle mappe concettuali che saranno lentamente popolate di tutti i nuovi elementi scoperti, ma proseguendo nella ricerca continueranno a emergere altre grosse piste ugualmente importanti. Il "Registro", invece, non consente di memorizzare solamente il contenuto di ciascun documento consultato, ma anche i concetti chiave emersi da ciascuna conversazione con gli altri ospiti dell'hotel. Il sistema di dialoghi, infatti, segue regole molto vicine alle parole chiave degli Ultima di Origin Systems: una volta scoperto un argomento, diventa possibile discuterne in maniera approfondita con gli altri personaggi, svelando di volta in volta cascate di nuovi dettagli.
Descritta in questa maniera potrebbe sembrare una ricetta molto semplice e asciutta, ma c'è un elemento fondamentale che aggiunge attrito e peperoncino al gameplay: lo scorrere del tempo. Ciascuna azione compiuta da Declan Ward, come l'esame di un oggetto o la discussione di un argomento, sposta le lancette dell'orologio in avanti di un minuto, addirittura ci sono attività - come delle conferenze dedicate ad argomenti specifici - che possono sottrargli anche mezz'ora, avvicinandolo inesorabilmente alla Grand Séance prevista per la serata di domenica, momento in cui tutti i nodi dovranno necessariamente venire al pettine. Un minuto potrebbe sembrare poco se rapportato a un arco temporale di quarantott'ore, ma la verità è che l'atto di compilare il profilo completo di un indiziato o di perquisire intere stanze si rivelano molto più impegnativi di quel che potrebbe apparire.
La presenza stessa dell'orologio di gioco trasforma il Maniero Blake in un labirinto in quattro dimensioni che si evolve con lo scorrere dei minuti. Tutti gli abitanti del Blake Manor seguono una routine su base oraria, potrebbero incontrarsi in segreto in determinati luoghi e in determinati momenti, perseguono sempre i propri obiettivi personali, dunque è fondamentale scoprire in che luogo si troveranno in ogni istante delle giornate, ma soprattutto intuire il grande "perché" che si cela dietro le loro azioni. Quella costruita da Spooky Doorway è un'architettura semplice e al tempo stesso stratificata: l'esplorazione dell'albergo occupa il livello superficiale, dopodiché ci sono le indagini; scavando più a fondo entra in gioco la profilazione degli indiziati, e ancora più in basso siedono le dinamiche che regolano i loro movimenti.
Posto che il tempo a disposizione è più che sufficiente per risolvere tutti i "misteri" anche durante la prima partita giocata alla cieca - che ha una durata di una quindicina di ore - si tratta di un'opera comunque complessa, colma di contenuti testuali ricamati attorno alle esigenze degli appassionati dell'investigazione virtuale. Solo una volta che si sono raccolte abbastanza informazioni diventa possibile formulare ipotesi concrete - l'ispirazione a The Case of the Golden Idol è molto evidente - che pian piano conducono verso l'epilogo delle vicende personali degli oltre venti ospiti, nonché dei maggiori misteri narrativi. Ma, al di là della presenza del game over che può sopraggiungere facendo saltare la copertura del detective, si tratta di un racconto per lo più lineare, un "Whodunnit" virtuale destinato a sfociare in una serie di finali multipli a seconda delle scoperte, del grado di completamento e delle scelte compiute.
Adesso che abbiamo grattato la superficie
The Séance of Blake Manor è un progetto mastodontico per quel che riguarda la scrittura, presenta migliaia di linee di dialogo ed è carico di dettagli che si muovono prevalentemente in due direzioni: la caratterizzazione dei personaggi e la costruzione del mondo. Scoprire tutto, ma proprio tutto di un singolo ospite è un'impresa molto impegnativa, ma è l'universo narrativo in sé a dimostrarsi un'impressionante tana di coniglio. Basti pensare solamente alla meccanica della biblioteca: in questa sala del maniero s'incontrano file di scaffali dedicati allo scibile umano, fra religione, mitologia irlandese, scienza, annali della famiglia Blake, e chi più ne ha più ne metta; una volta scoperto un qualsiasi argomento o un termine sconosciuto, si apre la possibilità di approfondire le ricerche in biblioteca, non solo alimentando il fuoco della costruzione del mondo di stampo paranormale, ma svelando nuove potenziali strade della narrazione.
Inoltre, proprio come accaduto nel Blue Prince edito dalla stessa Raw Fury, la ricerca di Evelyn Deane si configura come un grosso MacGuffin, un pretesto narrativo che in sé e per sé riesce a trascinare sul palcoscenico tantissime storie e tematiche diverse. Esiste davvero la magia? Cosa si nasconde oltre "il velo"? Perché gli ospiti vivono sogni condivisi? Chi erano i "Tuatha Dé Danann"? Ma soprattutto, qual è la vera storia di ciascuno dei partecipanti alla Grand Séance e cosa li ha spinti a viaggiare anche migliaia di chilometri per presenziare a quello strambo evento? Pur non potendo contare sulla stessa profondità sistemica e sulla piena organicità di altre produzioni simili che possono permettersi comportamenti emergenti - dato che si basa prevalentemente sul dialogo e sull'indagine - la ricerca di Declan Ward è seducente al punto da diventare un'ossessione, centrando in pieno l'obiettivo principale degli sviluppatori.
Tutto bello, con un solo "ma"
L'avventura nel maniero dei Blake è un perfetto punto d'ingresso nel mondo dei videogiochi d'investigazione, riesce a immergere nei panni di un detective nella tradizione di Agatha Christie e racconta un mosaico di storie molto affascinanti, prendendosi giusto qualche licenza per chiudere in tempi ragionevoli le complesse vicende degli ospiti. Tasta solo leggermente le acque della non-linearità e questo accade perché l'universo narrativo paranormale di stampo celtico e i personaggi di tradizione fortemente teatrale si rivelano i reali protagonisti della vicenda, mettendo in secondo piano i puzzle in senso stretto e restando spesso ancorato a una progressione molto quadrata.
Ed è proprio questo il problema che frena The Séance of Blake Manor a un passo dall'eccellenza: impone troppi limiti e si fida troppo poco del suo pubblico di riferimento. La maggior parte delle investigazioni, dei "Misteri" e delle profilazioni si possono effettivamente risolvere solo dopo aver trovato gli indizi scelti in maniera arbitraria dagli autori, a prescindere da ciò che il giocatore è stato in grado di comprendere e dedurre. Il protagonista ragiona troppo spesso sulla base delle sole prove schiaccianti, configurando a volte una stridente dissonanza fra la mente di Declan Ward e quella del giocatore: mentre dalla nostra parte dello schermo è ben chiaro quel che è successo in una determinata circostanza, talvolta capita che Declan abbia ancora bisogno di una singola precisa interazione che gli consenta concretamente di formulare l'ipotesi definitiva, facendolo arrivare in ritardo a conclusioni che noi abbiamo già raggiunto da tempo.
Ciò, in alcuni passaggi, fornisce al progetto un carattere più vicino a quello di una visual novel che di videogioco investigativo, mettendo in evidenza il divario che ancora separa il lavoro di Spooky Doorway dall'esperienza naturale e organica offerta da eccellenze del calibro di Return of the Obra Dinn o Outer Wilds. Ed è un vero peccato, perché sarebbe bastato giusto un pizzico di coraggio in più per incrementare tantissimo la profondità della ricerca, facendole oltrepassare il confine della grande indagine narrativa per farla brillare come una gemma anche sotto quel profilo dei sistemi che, invece, si rivela il più debole.
D'altra parte, i maggiori punti di forza di The Séance of Blake Manor si nascondono in altre pieghe dell'opera, come la scrittura - che purtroppo non ha una traduzione in italiano - e la direzione artistica, la caratterizzazione del vastissimo cast di personaggi e la grezza quantità di linee di sceneggiatura, l'universo radicato nel folclore celtico e tutti gli altri elementi che nutrono un'atmosfera davvero unica per questo tipo d'ispirazione. Insomma, nonostante i suoi limiti intrinseci, la vicenda del maniero Blake è l'ennesima piccola perla che arriva nel corso di questo 2025, un eccellente racconto dell'orrore gotico, nonché una delle migliori interpretazioni videoludiche del giallo classico - davvero ottima anche per i neofiti del genere - che riesce nell'intento di trasformarsi in ossessione.
Conclusioni
The Séance of Blake Manor è come una morsa che serra le mani attorno al controller (o al mouse) e non le lascia più andare: facendo affidamento sull'ispirazione gothic horror e sull'universo paranormale a tema celtico, realizza una curiosa sintesi fra il classico videogioco investigativo e la visual novel che ha tutte le carte in regola per trasformarsi in un'ossessione. All'inizio è come assistere a una magia: le atmosfere, i personaggi, il maniero della famiglia Blake e i misteri che lo caratterizzano si rivelano un vortice senza via d'uscita, per grande merito del design della narrazione e di un'ispirazione a metà strada fra la penna di Agatha Christie e i film di Roman Polanski. Poi, con lo scorrere del tempo, mostra il fianco al suo unico grande limite, ovvero la prevalenza delle stringenti regole del gameplay sull'intuizione e sulla deduzione del giocatore. Il risultato è un'esperienza comunque imperdibile per gli appassionati, vicina eppure lontana dalle eccellenze del genere, sorretta da una scrittura e un immaginario che valgono da soli il prezzo del biglietto.
PRO
- Ambientazione e atmosfera splendide e originali
- Scrittura e caratterizzazione dei personaggi eccezionale
- Il classico videogioco che diventa un'ossessione
- Ottimo per neofiti del genere, ma occorre sapere l'inglese
CONTRO
- Spesso l'indagine è rigida e arbitraria, sacrificando la libertà e la forza della deduzione