Bloomberg ha pubblicato un articolo di approfondimento sulla situazione attuale dell'industria videoludica, rilevando che un grosso problema di questa deriva dal fatto che ci sono troppi giochi, detto molto semplicemente ma con una certa efficacia.
L'articolo è firmato da Jason Schreier, personaggio decisamente noto in ambito videoludico essendo stato spesso fonte di informazioni anche in anteprima, dunque si tratta di una persona decisamente informata sulla questione e la sua visione risulta interessante, oltre che ampiamente condivisibile.
Come riferito da Schreier, negli ultimi anni ci sono stati molti licenziamenti e chiusure nell'industria videoludica, anche a causa di una flessione fisiologica giunta dopo gli anni di espansione dell'epoca COVID, che ha visto concentrarsi una grande quantità di investimenti i quali, tuttavia, in molti casi non hanno portato ai risultati sperati.
Non è un problema di qualità, anzi
Al di là dei movimenti fisiologici delle finanze e nella quantità di dipendenti, una questione che risulta particolarmente problematica è proprio la saturazione del mercato, vista l'enorme quantità di giochi che escono in questi anni.
Nel 2024 sono stati lanciati 18.626 giochi su Steam, un incremento del 93% rispetto al 2020, quando erano stati 9.656, con un andamento dato da una serie di fattori come l'ampliamento dei generi e dei progetti, la maggiore diffusione degli strumenti di sviluppo e un abbassamento delle barriere di ingresso almeno in ambito indie e per quanto riguarda nello specifico il PC.
Siamo insomma lontani dai tempi in cui senza un grosso publisher alle spalle non si poteva costruire nulla, o dalla necessità di trovare spazi fisici sugli scaffali dei negozi per promuovere i propri giochi.
Un'altra situazione particolare è che moltissimi giochi che escono di recente sono anche di ottima qualità, osserva Schreier: la situazione è completamente diversa dal collasso del mercato videoludico occidentale degli anni 80, che fu spinto anche da una qualità mediamente scadente dei prodotti.
Oggi, dice Bloomberg, ci sono troppi giochi e molti di questi sono anche ottimi, solo che non riescono a trovare spazio. "Il mercato dei nuovi videogiochi non è solo saturato, è quasi impenetrabile", scrive Schreier, "Team composti da centinaia di persone dedicano anni della loro vita allo sviluppo di giochi destinati a perdersi nel mare delle nuove uscite".
"Non è più sufficiente essere semplicemente un buon gioco: più di 120 giochi usciti nel 2025 hanno ottenuto un punteggio superiore a 80 su Metacritic, il sito web che raccoglie le recensioni. Quelli che ottengono più di 90 tendono ad avere successo, ma molti degli altri non riescono a decollare".
La situazione è difficile per tutti, dagli sviluppatori indie che non riescono a farsi vedere alle compagnie grandi che investono centinaia di milioni di dollari in giochi che devono assolutamente muovere enormi quantità di copie anche solo per coprire le spese, e la situazione si complica di anno in anno.
A queste considerazioni di Schreier si potrebbe aggiungere il fatto che, a prescindere dalla quantità di giochi, anche di alta qualità, che escono tutti gli anni, enormi quantità di tempo e denaro confluiscono comunque sempre e solo su pochi titoli di grandissimo successo, soffocando ancora di più il resto dell'industria.