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Abbiamo provato Pragmata, il nuovo e misterioso gioco di Capcom

Ricomparso dopo anni di silenzio, Pragmata è di nuovo tra noi. Abbiamo provato il suo prologo e oggi vi diciamo la nostra.

PROVATO di Aligi Comandini   —   20/08/2025
Diana è carinissima, speriamo che la cosa non venga sfruttata da Capcom per fare cose... brutte
Pragmata
Pragmata
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Pragmata è indubbiamente uno dei titoli più discussi di Capcom e, in un'annata in cui la casa giapponese ha in arrivo sia un nuovo Resident Evil che un Onimusha, la cosa dovrebbe rendere quantomai felici gli sviluppatori, trattandosi di una nuova IP. Eppure, in questo specifico caso, il vociare che circonda l'opera non è di quelli positivi. Dopo un primo trailer estremamente interessante, il titolo è infatti scomparso a lungo, solo per venir poi spostato al 2026 senza particolari notizie sulle motivazioni del rinvio; questo ovviamente ha fatto preoccupare più di un interessato, perché rimandi del genere, specialmente quando si tratta di nuove proprietà intellettuali, indicano di norma un processo di sviluppo dove qualcosa è andato storto.

Le motivazioni del ritardo, a ogni modo, potrebbero non essere legate a problemi gravi; Pragmata ha dopotutto dato fin dall'inizio l'impressione di essere un progetto ambizioso e innovativo, con una potenziale enfasi sulla narrativa che di solito manca nei giochi Capcom.

Gli sviluppatori forse hanno già trovato la quadra e si sono presi più tempo solo per lavorare al meglio sulla loro creature, per farla semplice. Quale che sia la verità, al momento non ci è dato saperlo (ma abbiamo un'intervista in programma e cercheremo di indagare, non temete); una cosa però abbiamo potuto farla: provare la demo di Pragmata, così da farci un'idea generale.

Mamma ho perso l'androide

Così come accaduto con Resident Evil Requiem, anche nel caso di Pragmata la nostra demo non conteneva il filmato iniziale del gioco pur partendo dal prologo. La questione qui è però leggermente più sospetta, perché dopo aver affrontato la primissima fase introduttiva, siamo stati sbattuti in un livello leggermente più avanzato. Certo, è possibile che la cosa fosse legata semplicemente alla volontà di farci vedere del gameplay più strutturato rispetto a quello del tutorial, ma non saremmo sorpresi se nella scelta ci fosse anche la volontà di tenere nascosto qualche specifico elemento della trama, dato che questa sembra essere uno degli elementi più importanti e da un po' i fan teorizzano collegamenti tra questo titolo e l'universo di Megaman.

Hugh e Diana dovranno addentrarsi sempre di più nella Culla per raggiungere il loro obiettivo. Con un IA impazzita alle calcagna e una miriade di avversari robotici non sarà facile
Hugh e Diana dovranno addentrarsi sempre di più nella Culla per raggiungere il loro obiettivo. Con un IA impazzita alle calcagna e una miriade di avversari robotici non sarà facile

Con o senza filmati iniziali, comunque, la premessa resta interessante: voi vestite i panni di Hugh Williams, un astronauta inviato insieme ad alcuni colleghi sulla Culla, struttura lunare dedita a importanti ricerche legate all'energia solare e alla robotica. La Culla da tempo non comunica più con la Terra ed è abbastanza chiaro come qualcosa sia andato terribilmente storto, dato che Hugh inizia la demo gravemente ferito, probabilmente dopo uno scontro con i pericolosi androidi che abitano il centro di ricerca. Non tutti i robot sono impazziti nella Culla, tuttavia: una piccola bambina bionda salva Hugh con l'ausilio di un futuristico kit ripara fibre, solo per poi venir coinvolta in una battaglia con un altro nemico sintetico nei paraggi; qui Hugh scopre che la ragazzina - ribattezzata Diana - non solo può hackerare i nemici meccanici di cui la base è piena, ma che i suoi poteri sono fondamentali per farlo, dato che questi sono quasi invulnerabili nel loro stato naturale.

I robot umanoidi del gioco sono alquanto inquetanti. Siamo curiosi di vedere fino a che punto arriverà la varietà degli avversari
I robot umanoidi del gioco sono alquanto inquetanti. Siamo curiosi di vedere fino a che punto arriverà la varietà degli avversari

Descritta così si tratta, ovviamente, di una trama ancora una volta molto adeguata a un titolo pregno d'azione; d'altronde il gameplay di Pragmata è ricco di combattimenti e non sembra che Capcom, con questo progetto, voglia allontanarsi dal genere in cui i suoi sviluppatori sono più ferrati. Diana e Hugh sono però caratterizzati in modo molto umano e interessante, e la base narrativa potrebbe facilmente venir sfruttata per più di un quesito filosofico o per alcuni brutali colpi allo stomaco. Ci aspettiamo un livello di scrittura eccelso? No, visti i trascorsi, eppure le premesse per un bel passo avanti in tal campo sembrano esserci tutte e tanto ci basterebbe. Inoltre, la teoria sopracitata dei fan che lo ricollegano a Megaman è affascinante, e se fosse vero si tratterebbe di una mossa alquanto brillante per ravvivare il marchio. Vedremo.

Hacker sì, ma armato fino ai denti

Storia elaborata o meno, Pragmata resta alla fin della fiera uno sparatutto, ma il suo gameplay è molto diverso rispetto a quello a cui ci hanno abituato gli action Capcom. I robot con cui Hugh ha a che fare sono infatti generalmente goffi e lenti, ed è discretamente facile sia prevederne le mosse che prenderli di mira con le armi da fuoco che si trovano in giro per la Culla. Questo dovrebbe rendere tutto incredibilmente noioso sulla carta, ma in realtà era l'unico modo possibile di bilanciare il sistema di combattimento, proprio per via dell'hacking di cui parlavamo poco fa. È infatti quasi impossibile danneggiare a dovere un nemico base: per fargli danni seri ed eliminarlo è necessario appunto l'aiuto della piccola Diana, che può letteralmente aprire le "corazze" nemiche tramite un curioso minigioco a griglia che compare chiaramente a schermo ogni volta che si punta uno specifico avversario. Il minigioco non viene peraltro controllato con una delle levette analogiche, bensì con i tasti frontali del pad. Per abbassare le difese nemiche dovrete far scorrere il vostro cursore attraverso delle icone ben precise e raggiungere il simbolo di attivazione; solo una volta completato tutto questo processo conviene fare fuoco.

Per eliminare un nemico dovrete obbligatoriamente hackerarlo, o gli attacchi gli rimbalzeranno addosso. Fortunatamente ci sono programmi che potenziano gli effetti della griglia per l'hacking e una discreta varietà di armi
Per eliminare un nemico dovrete obbligatoriamente hackerarlo, o gli attacchi gli rimbalzeranno addosso. Fortunatamente ci sono programmi che potenziano gli effetti della griglia per l'hacking e una discreta varietà di armi

Può sembrare un sistema scarsamente intuitivo, ma diventa rapidamente una seconda natura ed è proprio per via delle sue peculiarità che Capcom ha reso lenti e "leggibili" gli avversari: dovendo sia calcolare il percorso sulla griglia per l'hacking (e ci sono delle variazioni con ostacoli e modificatori), sia evitare gli attacchi nemici, se gli avversari fossero stati rapidissimi e caotici il gioco sarebbe stato a dir poco ingestibile per il giocatore medio. Questo non significa però che tutto sia una passeggiata, dato che già nelle fasi iniziali si notava un aumento di complessità sia nella tipologia dei nemici incontrati - con droni e corazzati ad accompagnare i soldati umanoidi semplici - sia nelle griglie. Il fatto che il boss finale del nostro provato fosse un mech enorme capace di caricare, scagliare missili un po' ovunque e utilizzare svariati altri trucchetti, ci fa pensare che la campagna sarà una graduale preparazione ad avversari sempre più difficili da arginare e hackerare, con sfide seriamente impegnative nelle fasi conclusive.

Hugh è un valido combattente, ma a quanto pare molta della sua abilità risiede nell'uso sapiente dei reattori della sua tuta. Aspettatevi fasi platform di complessità crescente
Hugh è un valido combattente, ma a quanto pare molta della sua abilità risiede nell'uso sapiente dei reattori della sua tuta. Aspettatevi fasi platform di complessità crescente

Certo, se tutto si riducesse a questo il rischio di ripetitività sarebbe comunque piuttosto alto, fortunatamente Pragmata sembra avere dalla sua anche un discreto design delle mappe. Già nella demo provata era necessario esplorare una zona della base abbastanza complessa per sbloccare cinque interruttori attraverso minigiochi di hacking variabili (sempre molto basilari, ma tant'è). Le abilità di Diana offrono quindi una certa flessibilità generale e, unite al movimento tridimensionale di Hugh, potrebbero portare a enigmi più interessanti e a un'esplorazione più soddisfacente. Il vostro alter ego ha pur sempre dei reattori a disposizione sulla sua tuta ultratecnologica e già durante la nostra esperienza le fasi platform non mancavano. Considerando, poi, che la microfibra utilizzata dalla ragazzina androide per curare l'astronauta sembra centrale nella tecnologia dell'universo di Pragmata (che nel trailer iniziale sembrava essere parte integrante delle azioni di gioco), non saremmo sorpresi se avanzando si sbloccassero meccaniche e poteri aggiuntivi capaci di aggiungere ulteriore pepe al tutto. Quanto giocato, comunque, non ci è affatto dispiaciuto: il titolo già ora sembra rifinito e ricco di potenziale, resta solo da vedere fino a che punto Capcom riuscirà a sfruttarlo.

Pragmata è indubbiamente un action atipico, che riesce a rendere divertenti scontri con nemici piuttosto lenti e prevedibili inserendo un curioso sistema di hacking nel mix. Il gameplay ha indubbiamente del potenziale, ma il rischio di ripetitività è alto se non dovessero comparire altri sistemi; quanto visto, però, sembra avere dell'ottimo potenziale, e non dubitiamo che le avventure di Hugh e Diana possano riservare molte sorprese avanzando nella campagna. Inoltre il gioco sembra avere una cura non trascurabile per ambientazione e narrativa, cosa non scontata nei giochi Capcom. Quanto visto, comunque, non è abbastanza: l'ottimismo c'è, ma abbiamo bisogno di altre informazioni per iniziare a trarre conclusioni più adeguate. Non resta che aspettare, ma non mancheremo di fare qualche domanda agli sviluppatori a breve.

CERTEZZE

  • Sistema di combattimento unico e interessante, con molto potenziale
  • Diana e Hugh sembrano ben caratterizzati e la narrativa è promettente

DUBBI

  • Il sistema di hacking è piuttosto semplicistico e potrebbe annoiare