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Ninja Gaiden: Ragebound, la recensione di un action game frenetico

Lo sviluppatore di Blasphemous ci porta nel mondo fantascientifico di Ninja Gaiden con Ragebound, un hack'n'slash che omaggia la storica serie 2D.

RECENSIONE di Christian Colli   —   30/07/2025
Illustrazione di copertina di Ninja Gaiden: Ragebound
Ninja Gaiden: Ragebound
Ninja Gaiden: Ragebound
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Un po' come sviluppatore, un po' come publisher, Dotemu ha riportato sui nostri schermi alcuni marchi che hanno fatto la storia delle sale giochi e delle console anni 90: da Wonder Boy alle Tartarughe Ninja di Shredder's Revenge, passando per Windjammers 2 e Streets of Rage 4, la compagnia francese ha uno spiccato intuito per le nicchie in cui funzionano meglio certe produzioni. Quando si è concretizzata la possibilità di lavorare su Ninja Gaiden per gentile concessione di Koei Tecmo, e realizzando che non sarebbe stato possibile replicare il sistema di combattimento delle ultime iterazioni 3D della serie, Dotemu ha affidato l'incarico a The Game Kitchen, gli autori di Blasphemous e Blasphemous 2.

L'obiettivo? Ispirarsi ai grandi Ninja Gaiden del passato, ai platform hack'n'slash in 2D degli anni 90, modernizzando il gameplay quel tanto che basta per farne una reinterpretazione che affonda nella nostalgia ma tiene gli occhi ben puntati sul presente. Il risultato? Un buon titolo con alcune sbavature che gli impediscono di diventare davvero memorabile. Ma andiamo con ordine.

L'unione fa il ninja

Il nuovo Ninja Gaiden è uno spin-off: il protagonista non è il solito Ryu Hayabusa ma Kenji Mozu, un giovane ninja alle prime armi incaricato di proteggere il villaggio degli Hayabusa in assenza di Ryu, temporaneamente negli Stati Uniti. Ed è proprio in questo momento che i demoni attaccano il villaggio, mettendo Kenji alle strette mentre una sorte ancora peggiore tocca a Kumori del Ragno Nero, il clan storicamente rivale degli Hayabusa: per impedire ai demoni di soggiogare il mondo intero riportando in vita il loro signore e padrone, Kenji e Kumori sono costretti a un'insolita alleanza.

La storia, d'altra parte, è praticamente un pretesto per farci affrontare sedici livelli più otto segreti pieni zeppi di nemici, trappole e rompicapi ambientali da risolvere al volo. Non c'è Game Over; le vite sono illimitate e si ricomincia dall'ultimo checkpoint incontrato sul percorso, ma a fine livello saremo valutati sulla base dei nemici sconfitti e delle sfide superate, obiettivi secondari che vanno dall'uccisione di un certo numero di nemici al superamento dello scenario senza mai morire.

Quelli di The Game Kitchen sono stati chiari: volevano un gioco tosto come i suoi predecessori 2D ma anche un gameplay solido e reattivo che non ostacolasse il giocatore attraverso sistemi di controllo grezzi o mappe frustranti. Hanno centrato l'obiettivo solo a metà perché Ninja Gaiden: Ragebound risponde agli input come un fulmine e si gioca che è un piacere, ma la difficoltà non è calibrata benissimo e un giocatore abbastanza pratico di platform e hack'n'slash se la caverà egregiamente, rallentando solo in qualche passaggio più complesso per arrivare ai titoli di coda in pochissime ore, senza neppure scomodare la modalità assistita e le varie opzioni che permettono di personalizzare la sfida. La modalità Difficile è già più impegnativa, ma bisogna prima completare il gioco una volta e a quel punto ricominciare da capo diventa ridondante.

Graficamente Ninja Gaiden: Ragebound è un gioiellino che omaggia i classici con il suo look
Graficamente Ninja Gaiden: Ragebound è un gioiellino che omaggia i classici con il suo look

Naturalmente fa parte del gioco anche provare e riprovare i livelli per completarli tutti con il rango più alto, ma il titolo The Game Kitchen fa un passo falso quando scopre tutte le sue carte quasi subito. All'inizio, infatti, giocheremo solo nei panni di Kenji, salvo poi assumere il controllo di Kumori per un paio di scenari: i due personaggi sono abbastanza diversi, giacché il protagonista è specializzato negli attacchi ravvicinati, mentre la sua nemesi può lanciare dei pugnali kunai che le permettono anche di teletrasportarsi quando colpiscono certi bersagli. Succede però qualcosa che combina i poteri di entrambi in un singolo personaggio. Il giocatore controlla Kenji per il resto dell'avventura, ma oltre a colpire con la sua katana può lanciare i pugnali di Kumori; quest'ultima è controllabile direttamente solo in brevi sessioni a tempo - peraltro non sempre obbligatorie - in cui bisogna sfruttare le sue peculiari capacità per raggiungere un collezionabile o un interruttore che solo lei può attivare, aprendo la strada al suo involontario compagno di battaglia.

Spade e pugnali, colpi fatali

Ogni singolo scenario - eccezion fatta per brevi livelli a scorrimento laterale in sella ai veicoli - mischia diverse circostanze affrontate in precedenza, secondo schemi leggermente più intricati ma sempre leggibili in pochi attimi. Il gioco ha un ritmo sostenuto dall'inizio alla fine e nei momenti più concitati bisogna saper interpretare gli indizi visivi per capire come comportarsi nel giro di pochi istanti. Sebbene i nemici non siano troppo diversificati visivamente (son sempre demoni, soldati e droni vari) hanno tutti pattern differenti che bisogna riconoscere per reagire di conseguenza.

Le boss fight sono molto diverse tra loro
Le boss fight sono molto diverse tra loro

Il sistema di combattimento ruota intorno a una meccanica semplice ma implementata in modo intelligente: alcuni nemici sono contrassegnati da marchi verdi o viola che rappresentano le due armi diverse di Kenji, la spada o i kunai. Colpendo il nemico giusto con l'arma giusta, si ottiene un temporaneo potenziamento all'attacco successivo. Non tutti i nemici, infatti, cadono in un sol colpo; alcuni sono più coriacei, altri si proteggono con scudi che li rendono invulnerabili da un lato o dall'altro, ma tutti crollano se colpiti da una katana o un kunai potenziato. I nemici si alternano a schermo in una maniera che obbliga il giocatore a scegliere gli attacchi giusti e a rivolgere i colpi potenziati contro i nemici appropriati, e chiaramente nei livelli avanzati bisogna decidere in un attimo cosa colpire e come, mentre si salta, ci si arrampica e si schivano proiettili e fendenti.

Nel caso in cui si sbagli a colpire un nemico marchiato o si sprechi l'attacco potenziato, il giocatore può sempre consumare una parte della propria energia vitale per potenziare manualmente l'attacco successivo. Inoltre, ci sono tanti accessori che influenzano il gameplay e che possiamo acquistare tra un livello e l'altro pagando con gli scarabei nascosti qua e là: sono talismani che conferiscono bonus passivi secondari, nuovi attacchi speciali o tecniche segrete dagli effetti più disparati. In realtà, molti di questi accessori o talismani sono abbastanza inutili, ma la varietà di opzioni è sicuramente apprezzabile.

Il gameplay ruota intorno all'alternanza di attacchi normali e potenziati
Il gameplay ruota intorno all'alternanza di attacchi normali e potenziati

Il sistema di combattimento si esprime al suo meglio negli scontri con i boss, in cui bisogna imparare le sequenze d'attacco combinando riflessi e spirito d'osservazione: in genere, gli scontri richiedono una buona prontezza nel riconoscere il momento in cui ottenere e sferrare l'attacco potenziato per stordire il boss e mettere a segno qualche colpo gratis, ma non tutti appaiono veramente riusciti. Alcuni scontri si risolvono in pochi secondi, specialmente se si usano determinati talismani o tecniche segrete, mentre altri sono più erratici e richiedono qualche tentativo di più.

In generale, però, Ninja Gaiden: Ragebound riesce a catturare efficacemente lo spirito dei primi giochi della serie, grazie anche a una grafica 2D pulita, colorata, piena di dettagli e animazioni curate e convincenti. Su PC il titolo di The Game Kitchen è stato fluidissimo dall'inizio alla fine, accompagnato da rockeggianti musiche retrò d'atmosfera che sembrano uscire da un cabinato da sala giochi. Sotto questo aspetto, siamo sicuri che gli appassionati apprezzeranno lo sforzo dello sviluppatore, che forse si è talmente concentrato sulla maniacale ricerca dell'effetto nostalgico da perdere di vista quelle spigolosità che avrebbero meritato una limatura dell'ultimo momento.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam
Multiplayer.it
7.0
Lettori (21)
8.3
Il tuo voto

Ninja Gaiden: Ragebound è un'efficace rivisitazione di un genere che ormai è sempre meno rappresentato. The Game Kitchen ha trovato un compromesso ideale tra l'immediatezza di un tempo e la complessità che ci si aspetta dai videogiochi moderni, ideando un hack'n'slash frenetico e articolato che ruota tutto intorno a una semplice soluzione di gameplay. Un esperimento che non è riuscito alla perfezione: il gioco alterna passaggi semplicissimi e più frustranti, ma mai davvero impegnativi, ed esaurisce le sorprese nel giro di pochi minuti, finendo per diventare troppo prevedibile, seppur maledettamente divertente.

PRO

  • Sistema di controllo preciso e reattivo
  • Comparto tecnico curato e reminiscente dei cabinati anni 90
  • Buona diversificazione di livelli e boss

CONTRO

  • La prima partita è meno impegnativa del previsto
  • Pochi extra significativi
  • Smette di sorprendere molto presto