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LEGO Voyagers, la recensione dell’avventura co-op di due mattoncini che sognano lo spazio

LEGO Voyagers è molte cose: una storia sull'amicizia, un videogioco rilassante, un puzzle che a volte ti mette alla prova, ma soprattutto un'avventura da vivere insieme a qualcuno di importante.

RECENSIONE di Fabio Di Felice   —   15/09/2025
Due amici inseparabili, i protagonisti di LEGO Voyagers
LEGO Voyagers
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Questa è la storia di due amici. Abitano uno di fronte all'altro, il primo in una casetta rossa; il secondo in una blu. Il quartiere è piccolo, a volte così piccolo da farli sentire in gabbia: c'è un parco giochi e qualche panchina. A dirla tutta, c'è anche una vista mozzafiato: sullo sfondo si intravede in lontananza una piattaforma di lancio missilistica, con un razzo pronto al decollo. I due passano le giornate a osservarlo e a sognare di andarsene di lì. Non importa a che ora uno scenda di casa per chiamare l'altro, gli basta un fischio per avere una risposta immediata. Quei due sono inseparabili. Non fa differenza che i protagonisti di questa favola siano esseri umani o mattoncini LEGO, né che siano italiani o danesi, come i membri di Light Brick Studio, il team di Copenhagen che ha creato LEGO Voyagers. L'incipit del videogioco è mosso da una forza universale che conferisce alla narrazione una dimensione umana, a prescindere. E questa è probabilmente la migliore caratteristica del titolo.

A questa sensazione di calore umano e di affetto si rifà la principale filosofia di LEGO Voyagers: in Danimarca la chiamano hygge. Qualche mese fa, abbiamo avuto modo di provare l'avventura in compagnia di Mads Prahm, co-fondatore dello studio, e ci ha spiegato cosa significhi questo videogioco per loro, e perché ricada in pieno in quella filosofia del sapersi godere le piccole cose della vita. LEGO Voyagers è un titolo da giocare esclusivamente in cooperativa con un'altra persona, in co-op locale oppure online, anche attraverso l'utilizzo del Friend's Pass, che permette di giocare in due con una sola copia del videogioco - come fanno i titoli di Hazelight Studio.

Zero parole, per raccontare questa storia d'amicizia bastano gesti e sensazioni
Zero parole, per raccontare questa storia d'amicizia bastano gesti e sensazioni

A differenza dei videogiochi di Fares, però, che raccontano storie dal taglio cinematografico in cui i personaggi sono caratterizzati da una voce molto presente, quelli di Voyagers sono tutto un sussurro. Anzi, nemmeno quello: sono silenziosi. I due protagonisti non parlano, emettono suoni, fischi, cinguettii, come succedeva in Journey, e tanto basta loro per capirsi al volo. Ed è sufficiente anche per raccontare una vicenda di amicizia e di crescita, di condivisione di piccoli momenti e di cooperazione per superare ogni difficoltà. Gioie condivise che raccontano, anche fuori dal gioco, il valore del tempo che decidiamo di trascorrere in compagnia di qualcun altro.

Essere un mattoncino

I due mattoncini LEGO restano imbambolati a guardare il cielo mentre il razzo comincia le operazioni di lancio. Uno è rosso, l'altro è blu; hanno solo un grande occhio al centro della faccia, che tengono spalancato mentre il razzo passa loro sopra la testa. Purtroppo qualcosa va storto: il veicolo spaziale lascia cadere dei pezzi e poi precipita. È a questo punto che l'isola dove abitano i due protagonisti stabilisce un contatto con il mondo esterno: i pezzi del razzo, che galleggiano nel mare, permettono ai due mattoncini di saltare fuori da quell'atollo che li separava dal resto del mondo e di vedere al di là di quel pezzetto di terra dove sono cresciuti. Niente più parco giochi, panchine e casette colorate: c'è un universo, là fuori. E così, all'inseguimento di ciò che resta del razzo, i due partono all'avventura.

Questa prima fase di LEGO Voyagers è un gentilissimo tutorial che mette nei panni dei due protagonisti e fa prendere confidenza con i loro controlli, che tutto sommato sono semplici, ma nascondono qualche insidia. Tanto per cominciare, i protagonisti non hanno delle gambe e quindi non camminano, ma rotolano. Gli sviluppatori definiscono il loro incedere "tumbling", che sta un po' per ruzzolare. In effetti, non avendo degli angoli smussati, il loro incedere è sempre poco preciso, perché dipende dal modo in cui sbattono contro il pavimento.

Hanno poche altre azioni a disposizione. Per esempio, con la pressione di un tasto possono fischiare, per attirare l'attenzione dell'amico. Un'azione tutt'altro che scontata, perché è anche contestuale: fischiare per segnalare qualcosa dà vita a un tono squillante e difficile da ignorare; farlo mentre si è in pericolo ha tutto un altro suono. E poi saltano - non molto, a dire la verità. La loro traiettoria è sempre un po' di fortuna, proprio per quella forma del corpo squadrata che li rende sgraziati. A ovviare al problema ci pensa l'ultima opzione a loro disposizione: la possibilità di attaccarsi ad altri pezzi LEGO.

A volte il senso di tutto è solo godersi il momento in compagnia di qualcuno a cui vogliamo bene
A volte il senso di tutto è solo godersi il momento in compagnia di qualcuno a cui vogliamo bene

Questa è chiaramente l'azione che caratterizza la maggior parte delle interazioni dei nostri protagonisti. Con la pressione di un tasto, il mattoncino viene calamitato dal perno LEGO più vicino, e finisce per attaccarsi. Questo aiuta proprio in quei frangenti in cui dobbiamo effettuare salti di precisione, per esempio permettendoci di attaccarci a piattaforme, a fiori, a liane, a tubi, ma consente anche di afferrare leve, premere interruttori, o semplicemente decidere di sederci su un'altalena per goderci il momento insieme al nostro migliore amico. Questi sono gli attimi in cui la filosofia hygge di Voyagers prende il sopravvento: l'avventura cala d'intensità e regala scorci di tramonti o dei posti incredibili che stiamo visitando, ricordandoci che il valore di ciò che stiamo vivendo non è rappresentato dall'arrivo del viaggio, ma dal tempo che stiamo trascorrendo insieme all'altra persona.

Il meccanismo di attacco e stacco dai perni LEGO è anche ciò che comanda le sezioni di costruzione delle strutture. Qui vengono fuori alcuni dei problemi più evidenti di LEGO Voyagers, e che non avevamo mancato di osservare già in fase di anteprima. Il sistema di controllo diventa poco preciso quando si deve costruire: questo perché, premuto il tasto, il nostro mattoncino si attacca al perno più vicino che trova e, a quel punto, lo schema dei controlli cambia. Il nostro LEGO non si trova più a rotolare per avanzare, ma si sposta orizzontalmente attraverso i perni disponibili. In pratica, è come se entrassimo in una modalità di controllo che non riguarda più la fisica del pezzo, ma piuttosto il punto d'aggancio.

Il sistema di costruzione soffre della mancanza di precisione quando si muovono i mattoncini
Il sistema di costruzione soffre della mancanza di precisione quando si muovono i mattoncini

Questo vale anche quando trasportiamo altri mattoncini per costruire qualcosa, o per superare uno dei puzzle che il gioco propone: si ha sempre l'impressione di essere a un passo dal mandare a rotoli l'intera costruzione, semplicemente facendo confusione tra le due modalità di controllo del personaggio. Ed è una cosa che è capitata a me, che sono un videogiocatore esperto, e in maniera esponenziale è successa alla mia partner di gioco, che non è così abituata a videogiocare. Dal momento che LEGO Voyagers si pone l'obiettivo - per niente semplice - di essere ugualmente divertente e di facile accesso per chiunque, questa mancanza di precisione risulta ancora più antipatica.

Troppa poca creatività?

Proprio dalla scarsa accuratezza del sistema di costruzione nasce quello che, a nostro avviso, è uno dei più sconfortanti difetti di LEGO Voyagers: costruire non è mai divertente. Non c'è mai un vero valore aggiunto che viene assegnato alla creatività dei videogiocatori, anzi: solitamente, quando si costruisce, lo si fa sbrigativamente, accumulando pezzi su pezzi per realizzare alla svelta ponti o strutture che si sviluppano in altezza, così da poter saltare oltre gli ostacoli e arrivare alla piattaforma successiva.

Imparare ad attaccarsi sulle superfici è fondamentale per eseguire correttamente i salti
Imparare ad attaccarsi sulle superfici è fondamentale per eseguire correttamente i salti

Non c'è molto criterio nella costruzione e la colpa non è solo della mancanza di occasioni in cui far valere la propria inventiva, ma anche del persistente senso di goffaggine dato dallo scomodo sistema di controllo. Le situazioni in cui bisogna costruire qualcosa tornano costantemente lungo l'avventura, ma non diventano mai stimolanti, e anzi, a volte rappresentano una scocciatura, perché sono un ostacolo tra un livello e l'altro. Il che, in un videogioco LEGO (i mattoncini che da piccoli chiamavamo proprio "costruzioni"), è decisamente strano.

Questa impostazione caotica persiste anche quando il videogioco permette di giocare con la fantasia. In un paio di parentesi, bisogna decorare le pareti del razzo che i due hanno visto passare sopra le loro teste all'inizio del videogioco. Voyagers, a questo punto, mette a disposizione degli strumenti per colorare, spostare e disegnare attraverso i mattoncini, ma, complice la mancanza di precisione di tutto il sistema, rotolare per scegliere i pezzi, portarli dove vanno assemblati e combattere con le limitazioni della meccanica di costruzione rende tutto snervante. Una fase che non vedi l'ora di superare. Ma quella dovrebbe essere l'anima - o almeno una delle anime - del videogioco LEGO.

Alcuni momenti di gioco sono divertenti e molto riusciti
Alcuni momenti di gioco sono divertenti e molto riusciti

È davvero un peccato, perché in alcuni frangenti LEGO Voyagers mette la quarta e tira fuori delle gran belle idee: spesso si avanza spediti facendo scoppiettare fiori LEGO, mentre, come bambini gioiosi, si osservano le superfici lucenti delle strutture ricreate in maniera deliziosa con i mattoncini danesi. Alcuni dei puzzle sono ingegnosi, anche se non è facile capire come affrontarli e cosa il videogioco vuole che tu faccia. Bisogna osservare bene, perché a volte il mistero inizia ancora prima del puzzle, semplicemente guardando al modo in cui funzionano certi macchinari. Anche qui, si sarebbe potuto fare di più per rendere più esplicite certe richieste, proprio in virtù del fatto che LEGO Voyagers deve poter essere giocato anche da persone non esperte. Rispettiamo la volontà di non voler mettere a schermo nemmeno una riga di testo, ma non è immediato intercettare il pensiero degli sviluppatori. Per esempio, c'è una sessione in cui va manovrata un'enorme calamita che attira a sé solo alcuni pezzi di LEGO, presumibilmente metallici, difficili da isolare perché non sono poi così differenti dagli altri.

Amici per sempre

Ci sono momenti di pura gioia, quando i due videogiocatori condividono esperienze divertenti anche - e soprattutto - perché calate nel contesto LEGO: gommoni da pilotare in due, gru che scaricano pezzi in un compattatore di costruzioni, a volte veri e propri parchi giochi di esperienze molto fantasiose. Voyagers resta sempre piacevole, non annoia mai (e qui molto lo fa anche la durata di appena 5 ore) e in generale il feeling della vicenda d'amicizia è perfettamente riuscito. Specialmente se si considera quanto è difficile raccontare una storia con due personaggi che non possono esprimersi né attraverso la parola, né attraverso i gesti.

I due mattoncini protagonisti vivono una grande avventura, insieme
I due mattoncini protagonisti vivono una grande avventura, insieme

Per qualche magia, il cuore del racconto funziona, e riesce a mettere in scena momenti di profonda solitudine e la gioia di condividere eventi chiave della propria vita. C'è una sorprendente parentesi sulla crescita che si riflette anche sulle meccaniche di gioco, con delle intuizioni puntuali. Se, da una parte, la filosofia hygge del videogioco è quindi salva e ben rappresentata, dall'altra l'avventura procede molto placida, incapace di diventare stimolante dal punto di vista della creatività. Si sarebbe potuto fare di più in questa direzione, per regalare ai mattoncini colorati quella gioia che si prova quando si impilano l'uno sull'altro, nella realtà.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Microsoft Store, Nintendo eShop
Prezzo 24,99 €
Multiplayer.it
7.0
Lettori (2)
8.8
Il tuo voto

LEGO Voyagers è un'avventura tenera e riuscita che racconta l'amicizia e il valore del tempo che decidiamo di spendere insieme a qualcun altro. Lo fa mostrandoci una storia che viene narrata per immagini, per fischiettii e con piccoli gesti d'amore, senza dover mai mostrare a schermo nemmeno una parola. La sensazione che vuole comunicare, quella della filosofia hygge danese, è proprio quella di calore e di completezza che solo questo tipo di rapporto può regalarci. Peccato che il sistema di controllo sia poco preciso, e che raggiunga l'apice della frustrazione proprio in due degli aspetti più importanti per l'universo LEGO, ovvero la costruzione e la creatività. L'estro dei giocatori non viene mai esaltato e, anzi, lungo le cinque ore necessarie a portare a termine l'avventura, impilare i mattoncini risulta più volte un ostacolo piuttosto che una possibilità.

PRO

  • Una storia d'amicizia raccontata senza parole, fatta di gesti
  • Ha momenti molto divertenti che coinvolgono entrambi i giocatori
  • Una copia del videogioco basta per giocare in due, anche online

CONTRO

  • Costruire non diventa mai soddisfacente
  • A volte non è facile leggere come risolvere i puzzle
  • Il sistema di controllo è poco preciso e frustrante