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LEGO Voyagers, abbiamo provato l’avventura multiplayer dei mattoncini più famosi al mondo

Due amici partono per una grande avventura: può sembrare una storia come tante, ma i due amici in questione sono mattoncini LEGO. Abbiamo provato il videogioco co-op firmato Light Brick Studio.

PROVATO di Fabio Di Felice   —   20/08/2025
I due mattoncini protagonisti di LEGO Voyagers

C'è una parola danese che descrive perfettamente LEGO Voyagers, ci dice Mads Prahm, il co-fondatore di Light Brick Studio. Stiamo giocando insieme da una ventina di minuti al nuovo videogioco dedicato ai mattoncini colorati. Lui è un mattoncino rosso e io uno blu; un occhio a testa, modeste capacità di salto e un tasto per emettere un cinguettio. La parola è: hygge. Si usa per descrivere qualcosa che ti scalda il cuore, il valore che hanno i piccoli momenti di felicità. Ce lo dice con aria serafica, nonostante pochi minuti prima abbia cercato di farci uno scherzo togliendo, all'ultimo secondo, la piattaforma sulla quale stavamo passando per superare uno degli innumerevoli crepacci della mappa. Poco male, comunque, non ci sarebbero state penalità di alcun tipo: il nostro mattoncino blu sarebbe tornato in forma sgargiante in men che non si dica e noi ci saremmo fatti una bella risata. Ecco, sì, in tal senso LEGO Voyagers è proprio hygge.

Non è l'unica parola che impariamo durante la nostra prova di LEGO Voyagers. È stato curioso scoprire che questo mondo così colorato, accogliente e giocoso, praticamente privo di insidie, nasconde un linguaggio tutto suo, un modo di esprimersi che è legato ai mattoncini protagonisti e che, in qualche modo, ci racconta anche quell'amicizia che è il cuore della storia. Quando i nostri mattoncini si muovono non camminano, stanno ruzzolando (gli sviluppatori utilizzano il termine "tumbling"); quando comunicano tra loro, lo fanno in un modo che gli sviluppatori definiscono "sing", ovvero cantare. In realtà il verso che emettono sembra più il cinguettio di un uccello. Il suono cambia a seconda del contesto: è squillante quando devono richiamare l'attenzione dell'altro, ed è cupo quando si trovano in prossimità di un pericolo. Per esempio di un salto molto impegnativo. Chiaramente ci è tornato in mente il "chirp" dei viandanti di Journey.

I due mattoncini protagonisti vivono a due passi l'uno dall'altro
I due mattoncini protagonisti vivono a due passi l'uno dall'altro

Immergersi in questo mondo richiede un minimo di attenzione e di concentrazione, sulla base anche di alcune scelte davvero peculiari in fase di controllo. Bisogna tenere gli occhi aperti per capire in che direzione proseguire, quali superfici sono utili per "attaccare" i nostri mattoncini e quali no. E anche per capire che a volte è più importante mettere in pausa questo viaggio verso una meta per godersi invece il tempo che spendiamo insieme al nostro amico, al nostro partner, o a chiunque stia giocando in nostra compagnia. Semplicemente sedersi su un'altalena e godersi il tramonto all'orizzonte. Hygge, per l'appunto.

Una tenera storia d'amicizia

Light Brick Studio inizia la presentazione del videogioco dicendo che come esseri umani abbiamo sempre meno tempo a disposizione, e LEGO Voyagers nasce proprio dall'esigenza di trascorrere quel poco tempo giocando insieme a qualcuno a cui vogliamo bene. Si tratta di una storia sull'amicizia, su cosa succede quando cresciamo e quando prendiamo strade separate. I due protagonisti, il mattoncino rosso e il mattoncino blu, in effetti vivono in due casette LEGO graziose, collocate una accanto all'altra in un rigoglioso pezzo base verde. Davanti alle loro piccole abitazioni c'è un parco giochi e, alle spalle, in lontananza, un sito di lancio, un cosmodromo, dove figura un enorme razzo pronto a solcare il cielo fino alle stelle. È proprio la partenza di quest'ultimo a dare il la all'avventura dei due amici. Quando il razzo parte - e cade - i due decidono di andare a controllare cos'è successo. Sfruttano quindi un piccolo ponte che si è creato dopo il lancio fallito e cominciano a esplorare il colorato mondo LEGO.

Un po' come It Takes Two e il recente Split Fiction (qui la nostra recensione), LEGO Voyagers è un videogioco che deve essere obbligatoriamente affrontato in due giocatori. Tutti i puzzle sono stati realizzati perché servisse l'apporto di entrambi i mattoncini e, spesso, si procede per strade separate, con l'obiettivo di aprire il passaggio a chi è rimasto indietro. È possibile giocare sulla stessa console, oppure online, attraverso un sistema Friend's Pass che permette di avere una sola copia del videogioco per giocare in due, anche con qualcuno che non lo possiede.

Semmai, la grande differenza con i videogiochi di Hazelight Studio è nelle intenzioni: se i titoli di Josef Fares vogliono immergerti in un contesto narrativo molto cinematografico e spettacolare, LEGO Voyagers va in una direzione totalmente opposta. È privo di dialoghi, il ritmo è decisamente più disteso, non sembrano esserci minacce tangibili da affrontare. Sembra piuttosto un inno alla creatività e a un certo tipo di narrazione emergente che viene fuori dal modo in cui i due giocatori vivono il loro viaggio.

LEGO Voyagers è un videogioco che ti invita a valorizzare il tempo che passi insieme agli altri
LEGO Voyagers è un videogioco che ti invita a valorizzare il tempo che passi insieme agli altri

I due mattoncini protagonisti hanno infatti piena libertà di interagire con l'ambiente come vogliono: spostando i vari pezzi LEGO che trovano per costruire qualcosa, fermandosi a giocare con altalene o sali e scendi, o semplicemente prendendosi una pausa sedendo su una panchina, mentre l'inquadratura si abbassa verso l'orizzonte per sottolineare, con uno scorcio mozzafiato, il valore del momento che i due stanno trascorrendo insieme. Tutto è reso possibile anche dalla capacità di interagire con qualsiasi elemento dell'ambiente. Per esempio, i tantissimi fiori che scoppiettano quando ci passi accanto. Mentre giocavamo, Mads Prahm ci ha confessato che inizialmente era previsto un trofeo da sbloccare dopo averli colti tutti, ma poi lo hanno tolto in corsa perché lo hanno ritenuto troppo frustrante. In ogni caso, dopo questa informazione, abbiamo continuato a raccoglierli lungo tutta la demo. Non si sa mai.

Attacca e stacca

Per proseguire nel loro viaggio, i mattoncini dovranno avere spesso a che fare con piccoli puzzle che devono essere risolti costruendo ponti, passaggi, oppure sfruttando la fisica degli altri pezzi LEGO. I primi esperimenti in questa direzione sono molto semplici: ci viene richiesto di attaccare dei LEGO gli uni agli altri per raggiungere l'altra estremità di un piccolo burrone. Questo ci permette di familiarizzare con il peculiare sistema di ancoraggio ai pezzi. Premendo un tasto, infatti, il nostro protagonista si attacca immediatamente al primo perno LEGO che trova nei paraggi. Questo vale tanto per quei pezzi che vogliamo spostare, perché magari ci servono come componenti per costruire qualcosa, ma anche per i salti che dobbiamo affrontare. Atterrare su piccole superfici come fiori o singoli mattoncini sospesi, richiede la pressione del tasto al momento giusto per "calamitare" l'aggancio e fermarsi con precisione. Una meccanica che, almeno inizialmente, va padroneggiata perché non è così automatica.

Alcuni salti sfruttano la meccanica dell'ancoraggio sui perni LEGO per atterraggi molto precisi
Alcuni salti sfruttano la meccanica dell'ancoraggio sui perni LEGO per atterraggi molto precisi

Lo stesso tasto di aggancio ci permette di attaccarci a un pezzo LEGO più grande e, se dotato di diversi perni, di spostarci attraverso i suoi ancoraggi. Qui lo schema dei controlli cambia e la transizione non è proprio immediata. Durante i primi tentativi ci ha dato qualche problema capire come muoverci lungo gli ancoraggi del pezzo LEGO e come invece muoverci insieme ad esso. Ed è fondamentale comprenderlo, perché far rotolare le strutture che costruiamo è parte integrante della soluzione di alcuni puzzle. A un certo punto della demo, insieme all'altro giocatore, abbiamo costruito una sorta di ammasso LEGO che, rotolando, riusciva a risalire alcuni scalini altrimenti troppo alti per i nostri mini mattoni. Sfruttando invece la mole e la fisica dei pezzi che facevano leva issando l'intero blocco, siamo riusciti a passare. È stato un divertentissimo momento Katamari Damacy.

Spesso questi puzzle richiedono però che i due giocatori si dividano dei compiti. In un frangente, per esempio, uno dei due mattoncini doveva manovrare una sorta di catapulta che spediva l'altro su una piattaforma lontana. Una volta giunto a destinazione, il secondo giocatore doveva accumulare abbastanza pezzi LEGO su un ponte crollato in modo da far abbassare la pedana e permettere il passaggio anche a chi era rimasto indietro. Nulla di veramente complesso, e in effetti questo ci ha fatto pensare che LEGO Voyagers voglia essere un videogioco adatto a un tipo di pubblico molto vasto, anche non necessariamente abituato a videogiocare. Nella demo che abbiamo affrontato non c'erano salti difficili, o meccaniche per le quali spremersi troppo le meningi. Forse arriveranno più in là nell'avventura, ma l'impressione è stata che LEGO Voyagers voglia puntare su altre caratteristiche. Un viaggio rilassante, divertente e dal potenziale creativo, che mette al centro il valore del tempo che trascorriamo insieme.

Molti dei puzzle prevedono la cooperazione tra i due protagonisti per essere superati
Molti dei puzzle prevedono la cooperazione tra i due protagonisti per essere superati

Un proposito nobile e totalmente in linea con la filosofia Hygge del gioco, ma che potrebbe far sorgere qualche dubbio a proposito dell'equilibrio: LEGO Voyagers deve far attenzione a non diventare troppo morbido per i giocatori navigati, e parimenti non risultare troppo complesso per quelli novizi. Rischia di incastrarsi proprio nel mezzo e di non soddisfare nessuno. D'altronde, la sfida, quando si cerca di raggiungere un pubblico così eterogeneo è proprio riuscire a bilanciare tutto in maniera convincente.

Abbiamo avuto a disposizione solo mezz'ora in compagnia di LEGO Voyagers e degli sviluppatori di Light Brick Studio, che hanno giocato la demo insieme a noi. Abbiamo trovato un mondo tenero e accogliente, dove viene lasciato ampio spazio alla creatività dei giocatori e dove due mattoncini, uno rosso e uno blu, partono insieme per un grande viaggio. Il sistema di ancoraggio permette di agganciarsi a qualsiasi pezzo LEGO che troviamo per realizzare ponti, torri e strutture per superare ostacoli altrimenti insormontabili. L'avventura, totalmente multiplayer, prevede un Friend's Pass che permette di giocare in due con una sola copia del gioco e rappresenterà, nelle intenzioni di Light Brick Studio un'occasione speciale per trascorrere del tempo insieme. Ma riuscirà a essere stimolante lungo tutta la sua durata?

CERTEZZE

  • Esteticamente molto piacevole e colorato
  • Tante occasioni per sperimentare con i pezzi LEGO
  • Adatto a qualsiasi tipo di giocatore

DUBBI

  • Riuscirà a essere stimolante fino alla fine?
  • Calibrare la sfida sarà fondamentale
  • Il sistema di ancoraggio dei pezzi non è sempre intuitivo