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Yoko Taro, creatore di Nier, non ha rimpianti ma ancora non crede di aver creato il gioco perfetto

Creare videogiochi non è facile e ci sono sempre restrizioni di budget e tempo: alla fine si deve smettere di lavorare e pubblicare il gioco; per Yoko Taro è la cosa giusta, ma ancora non ha creato il "cubo perfetto".

NOTIZIA di Marie Armondi   —   22/09/2025
Yoko Taro con la maschera di Emil
NieR: Automata
NieR: Automata
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Yoko Taro è il noto creatore della serie Nier e Drakengard, titoli mediamente considerati interessanti ma spesso un po' imperfetti. Taro ritiene però di non avere alcun tipo di rimpianto nella creazione di tali opere.

Al tempo stesso, non ritiene di aver ancora creato un titolo perfetto che definisce come un "cubo perfetto".

Le parole di Yoko Taro

Parlando con Archipel, ha spiegato il proprio punto di vista sul processo creativo dietro i suoi giochi. "Direi che costruire una storia è come modellare un cubo con l'argilla", ha detto Taro. "Lo crei, ma ogni volta che lo guardi trovi un lato storto. Allora lo modifichi di nuovo, solo per renderti conto che è storto da qualche altra parte. Questa sensazione continua all'infinito".

Naturalmente, i creativi non hanno tempo infinito a disposizione per continuare a ritoccare il proprio lavoro quindi, invece di dare al cubo di argilla una forma perfetta, ci si ferma quando arriva la scadenza e si accetta che il prodotto è così com'è.

Taro però non è mai soddisfatto del prodotto completo né ansioso per le parti imperfette. Semplicemente le sue sensazioni verso un gioco "continuano a evolversi" e ad oggi non ha ancora avuto l'impressione di aver creato un "cubo perfetto".

Per Yoko Taro ormai c'è molta meno gente strana nell'industria dei videogiochi Per Yoko Taro ormai c'è molta meno gente strana nell'industria dei videogiochi

Anche se avesse tempo e risorse infinite, teme che continuerebbe a lavorare sul cubo all'infinito: la verità però è che prima o poi bisogna fermarsi e non si sarà mai del tutto soddisfatti. In un certo senso, spiega, c'è un po' di tristezza in questo processo, quando si capisce che non può più continuare a lavorare sul prodotto, però continua a non avere rimpianti.

Ricordiamo che Taro è una persona un po' particolare, come quella volta che ha affermato che Metaphor: ReFantazio "è un vero gioco next-gen", aggiungendo: "mi sono quasi bagnato tutto".