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PlayStation, i live service e le strategie sbagliate: è tutta colpa di Jim Ryan?

Nel suo ultimo podcast, l'analista Michael Pachter ha dipinto un quadro piuttosto preciso dell'attuale situazione di PlayStation, che a suo dire ha un unico colpevole: Jim Ryan.

NOTIZIA di Tommaso Pugliese   —   18/08/2025
Jim Ryan

"PlayStation ha iniziato a fare ca**ate quando Jim Ryan è diventato CEO", ha detto l'analista Michael Pachter durante il suo ultimo podcast, esprimendo a parole ciò che molti pensavano e fornendo numeri precisi a supporto di un ragionamento che dipinge la divisione gaming di Sony in un momento di crisi, nonostante i resoconti finanziari raccontino una storia diversa.

Secondo Pachter, l'azienda giapponese ha inanellato una serie di errori molto gravi nel corso degli ultimi anni, privandosi di persone di talento e appassionate come Andrew House, Shawn Layden e Shuhei Yoshida, e promuovendo al ruolo di CEO appunto Jim Ryan, che si è ben presto rivelato "pessimo", stando alle parole dell'analista.

In particolare sarebbe stato Ryan a spingere verso una strategia fortemente orientata ai live service, semplicemente sulla base dei trend e di alcune storie di grande successo, investendo una somma enorme per acquisire Bungie e costringendo praticamente tutti i suoi studi interni a cimentarsi con prodotti che non conoscevano.

PlayStation continua a investire sui giochi live service, sta imparando dagli errori di Concord e Marathon PlayStation continua a investire sui giochi live service, sta imparando dagli errori di Concord e Marathon

Da questo punto di vista l'analisi di Pachter è impietosa, perché Bungie non ha mai prodotto incassi paragonabili alla somma che Sony ha dovuto investire per acquistarla e, in generale, i PlayStation Studios avrebbero dovuto continuare a fare ciò che gli riusciva meglio, lasciando i live service a team specializzati.

Il nuovo Don Mattrick?

L'addio di Jim Ryan non è avvenuto in una situazione di crisi per PlayStation: l'ex CEO ha lasciato l'azienda in eccellenti condizioni dal punto di vista delle vendite, ma è chiaro ed evidente che si trattava di numeri legati alla reputazione e al glorioso passato di un brand che ancora oggi rappresenta un riferimento per gli appassionati.

La direzione verso cui Ryan ha spinto la divisione gaming di Sony, tuttavia, ha prodotto risultati preoccupanti che sono emersi soltanto dopo la sua partenza, con un gran numero di progetti cancellati, investimenti polverizzati e risorse di talento impegnate per anni su titoli che non vedranno mai la luce, anziché su esperienze più vicine alla tradizione di PlayStation.

"TV, TV, TV" era il disgraziato messaggio che passava durante la presentazione di Xbox One coordinata dall'allora boss della divisione Don Mattrick; "live service, live service, live service" è invece quello che viene ribadito a ogni incontro con gli investitori Sony, che tuttavia difficilmente assisteranno alla disfatta del loro marchio... ma solo perché, nel frattempo, la concorrenza si è arresa.

Siete d'accordo con questo parallelo? La responsabilità del focus sui live service è tutta di Jim Ryan? Parliamone.

Questo è un editoriale scritto da un membro della redazione e non è necessariamente rappresentativo della linea editoriale di Multiplayer.it.