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OpenAI contro le accuse di spionaggio di Musk: “I dipendenti di xAI sono liberi di scegliere”

OpenAI risponde alla causa di xAI sostenendo che le accuse siano prive di fondamento e legate a una strategia di pressione legale di Elon Musk.

NOTIZIA di Raffaele Staccini   —   03/10/2025
OpenAI Sam Altman

Il confronto legale tra Elon Musk e OpenAI ha un nuovo capitolo che vede al centro il reclutamento di talenti nel settore dell'intelligenza artificiale. La startup xAI, fondata da Musk, ha infatti intentato una causa contro OpenAI, accusandola di sottrarre segreti industriali attraverso l'assunzione di ex dipendenti. OpenAI, dal canto suo, ha chiesto al tribunale federale di archiviare la denuncia, definendola parte di una strategia di molestie giudiziarie.

L'episodio non rappresenta soltanto uno scontro tra due realtà di punta nella corsa all'IA, ma riflette anche le dinamiche sempre più aggressive del mercato tecnologico, in cui le aziende si contendono figure altamente specializzate. La posta in gioco è elevata: ottenere e trattenere personale qualificato significa avere un vantaggio decisivo nello sviluppo di modelli avanzati e chatbot capaci di imporsi a livello globale.

Spionaggio industriale o semplice cambio di lavoro?

Secondo il documento depositato in tribunale, OpenAI ha respinto in modo netto le accuse di xAI, definendo infondate le affermazioni relative al furto di segreti industriali. La società ha sottolineato che la scelta dei lavoratori non può essere vincolata e che ogni dipendente ha piena libertà di decidere dove proseguire la propria carriera. Nel testo si legge che "sotto la guida di Musk, numerosi talenti stanno lasciando xAI, e alcuni di loro hanno scelto di unirsi a OpenAI per contribuire alla sua missione".

Elon Musk
Elon Musk

La denuncia di xAI, depositata la scorsa settimana presso la corte federale di San Francisco, sostiene invece che OpenAI avrebbe attuato un "modello preoccupante" di reclutamento mirato, con l'obiettivo di accedere a informazioni riservate relative a Grok, il chatbot sviluppato dall'azienda di Musk. xAI afferma inoltre che Grok sarebbe tecnologicamente più avanzato rispetto a ChatGPT, ipotesi che alimenta ulteriormente la competizione diretta tra le due realtà.

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I rappresentanti legali di xAI non hanno rilasciato commenti sul deposito presentato da OpenAI. Anche la società guidata da Sam Altman ha evitato dichiarazioni pubbliche, mantenendo un profilo basso e demandando le proprie posizioni ai documenti ufficiali. Il silenzio mediatico riflette la delicatezza della vicenda, che intreccia questioni legali, reputazionali e strategiche.

Il contenzioso si inserisce comunque in un quadro più ampio: Musk ha avviato diverse azioni legali contro OpenAI, contestandone la trasformazione in azienda a scopo di lucro e accusandola di essersi allontanata dalla missione originaria di sviluppo aperto e condiviso. Parallelamente, OpenAI ha risposto con una controcausa per molestie legali, segnalando un conflitto che va oltre il merito delle singole controversie e che appare destinato a prolungarsi.

In un altro procedimento, xAI ha chiamato in causa anche Apple, sostenendo che quest'ultima avrebbe collaborato con OpenAI per ostacolare piattaforme concorrenti. Apple e OpenAI hanno respinto fermamente le accuse e chiesto a loro volta al tribunale di respingere il caso. Lo scenario evidenzia come la battaglia intorno all'IA non riguardi soltanto lo sviluppo tecnologico, ma anche la costruzione di alleanze e la gestione di rapporti di forza tra i principali attori della Silicon Valley. Alleanze che non mancano, come quella tra la stessa OpenAI e NVIDIA, con un super accordo da 100 miliardi di dollari per l'IA.

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