Apple ha interrotto la firma digitale di iOS 18.6.2 a distanza di una sola settimana dal lancio del nuovo aggiornamento. Questa decisione, che segue una pratica ormai consolidata da parte dell'azienda, rende di fatto impossibile reinstallare una versione più vecchia del sistema. La scelta non sorprende, ma solleva interrogativi sul rapporto tra sicurezza, stabilità e libertà di utilizzo dei dispositivi.
Chi aveva riscontrato problemi con la nuova release e stava valutando un ritorno a iOS 18.6.2 non ha quindi più margini di manovra. Al momento resta ancora valida la possibilità di utilizzare iOS 18.7, ma con limitazioni precise che meritano di essere approfondite.
Stop al downgrade a iOS 18.6.2
Il blocco della firma, segnalato dall'analista Aaron Perris sulla piattaforma X, impedisce qualsiasi reinstallazione di iOS 18.6.2. In pratica, senza una firma digitale attiva, i server Apple non convalidano l'installazione, bloccando il processo anche per chi dispone del file di sistema originale.
Questa pratica non è nuova: Apple interrompe la validazione delle versioni precedenti ogni volta che viene distribuito un aggiornamento importante. La logica è quella di spingere l'utenza a mantenere sempre il software più recente, in modo da garantire l'adozione delle correzioni di bug e delle patch di sicurezza appena introdotte. Dal punto di vista della sicurezza informatica, si tratta di una scelta coerente, ma per gli utenti può rappresentare una limitazione significativa.
Un elemento che complica ulteriormente il quadro è la coesistenza di iOS 18.7, pubblicato lo stesso giorno di iOS 26. Secondo Perris, questa versione rimane ancora firmata, ma non sono disponibili i file IPSW per i dispositivi che hanno già effettuato l'aggiornamento alla release successiva. Ciò significa che chi è passato a iOS 26 non ha alcuna possibilità di tornare indietro, neppure scegliendo la 18.7.
Per gli utenti meno soddisfatti delle novità introdotte, o dell'autonomia della batteria, il blocco può risultare penalizzante. Tuttavia, la politica di Apple si inserisce in una politica di controllo della piattaforma. Limitare la frammentazione delle versioni consente di mantenere un ecosistema più sicuro e omogeneo, riducendo i rischi legati a exploit o vulnerabilità già note.
Dal punto di vista tecnico, la firma digitale funziona come una certificazione: solo le versioni ancora approvate da Apple possono essere installate e riconosciute come valide dal dispositivo. Quando questa firma viene ritirata, il sistema operativo diventa inaccessibile anche se i file sono ancora reperibili in rete. È un meccanismo che tutela gli utenti inconsapevoli, ma limita la libertà di chi vorrebbe sperimentare o semplicemente tornare a un ambiente più stabile.