Negli ultimi anni Riot Games ha avviato una decisa strategia di espansione per intercettare nuovi tipi di pubblico, in particolare quelli che non giocano o non conoscono affatto League of Legends. Pur essendo uno dei MOBA più celebri e seguiti al mondo, soprattutto in ambito eSport, il titolo resta comunque un prodotto di nicchia, se confrontato con colossi dell'intrattenimento globale come Pokémon o Star Wars, nomi a cui la compagnia ambisce chiaramente ad avvicinarsi in termini di riconoscibilità e impatto culturale.
Per questo negli ultimi anni ha iniziato una campagna d'espansione in diverse direzioni, passando dall'esplorare altri generi videoludici, come con il picchiaduro 2XKO, il metroidvania Convergence e molti altri (tra cui arriveranno in futuro anche un gioco in stile Diablo e un MMORPG), per poi passare ad altre forme d'intrattenimento, come con il gruppo musicale K/DA, formato da alcuni personaggi di LoL.
Senza dubbio, però, l'opera che ha avuto più successo nell'aprire l'universo di Runeterra a un nuovo pubblico è stata la serie animata di Arcane, realizzata in collaborazione con lo studio d'animazione Fortiche e Netflix. Questa ha avuto un successo mondiale, rendendo personaggi come Jinx e Vi estremamente popolari anche a chi non aveva mai toccato League of Legends in vita sua e, partendo da questa solida base, ora Riot sta puntando a espandersi ulteriormente in nuove forme.
Una di queste iniziative è arrivata proprio negli ultimi mesi del 2025 con Riftbound, il trading card game ambientato nel mondo di League of Legends. Gli ultimi anni hanno segnato un vero e proprio ritorno in auge dei giochi di carte fisici collezionabili, non solo come esperienza ludica, ma soprattutto come fenomeno di collezionismo: basti pensare alle carte di Pokémon, Lorcana (il TCG Disney) o One Piece - senza nemmeno chiamare in causa Magic: The Gathering - che in tempi brevissimi possono raggiungere valutazioni di migliaia di dollari.
Forte di questo momento particolarmente favorevole, Riot Games ha deciso di entrare nel settore con un prodotto pensato per parlare sia ai giocatori sia ai collezionisti, rivolgendosi non solo ai fan storici di League of Legends, ma anche a chi conosce Runeterra esclusivamente attraverso Arcane.
Un po’ League of Legends, un po’ Magic: The Gathering
Pur trattandosi del primo gioco di carte collezionabili fisico realizzato da Riot Games, Riftbound non rappresenta un debutto assoluto nel genere: in passato la compagnia aveva già sperimentato il formato con il card game digitale Legends of Runeterra. L'approccio scelto per Riftbound, però, è decisamente diverso, perché punta a essere accessibile e trasversale, pensato per intercettare una platea molto più ampia.
Guardando al funzionamento di Riftbound si nota subito come lo scopo principale del gioco di carte sia quello di riproporre al suo interno delle meccaniche che ricordano molto quelle del MOBA da cui è tratto, inserendo infatti elementi unici per giochi di carte di questo tipo. Il Game Director dietro a questo progetto è Dave Guskin, lo stesso designer che si è occupato di creare anche Legends of Runeterra. Parlando di Riftbound, in alcune dichiarazioni prima del lancio, ha affermato che il suo scopo non fosse quello di reinventare la ruota, ma di trovare un modo il più accessibile e divertente possibile per riproporre lo stesso feeling di una partita a League of Legends.
Chi ha giocato a qualche card game in passato noterà subito che molte meccaniche assomigliano parecchio a quelle del capostipite di questa categoria Magic: The Gathering. Il funzionamento delle Rune, divise in sei diversi tipi elementali, ricorda molto quello delle Terre del prodotto di Wizards of the Coast, così come anche il valore di attacco che indica la potenza delle unità e l'utilizzo degli incantesimi, che possono essere usati anche in risposta a un'azione. Ci sono anche delle carte da tenere sul campo a volto coperto che somigliano molto alla meccanica delle carte trappola di Yu-Gi-Oh!
Il gioco ruota però intorno all'utilizzo soprattutto di un singolo campione, con una strategia incentrata sulle sue abilità, proprio come succede in League of Legends, dove ci si concentra su un personaggio solo. Anche in questo caso ci si rifà in parte ad altre esperienze simili, come quello dedicato a One Piece o Hearthstone.
Lo scopo del gioco sarà conquistare i Battlefield presenti in campo, fino a raggiungere gli 8 punti totali che decreteranno la vittoria di un giocatore. Questo accade in caso di sfida uno contro uno, ma una partita può essere giocata anche da quattro giocatori contemporaneamente: in questo caso i punti da raggiungere saranno 11.
Le regole di una partita potranno sembrare ostiche all'inizio, ma basterà un po' di pratica per comprendere meglio il funzionamento delle varie fasi in cui si divide il gioco. Ad esempio, la parte di combattimento è abbastanza semplificata anche rispetto a Magic, in quanto ogni unità avrà un solo valore (invece di attacco e difesa come nel gioco di Wizards of the Coast), che rappresenta sia il suo potere d'attacco che i punti vita. Si tratterà dunque di fare alcuni calcoli basilari: ad esempio, se un'unità con una potenza di 6 attacca un'unità di potenza 4 e poi una di 2 eliminerà i due nemici, ma poi verrà sconfitta e mandata nel cimitero per aver esaurito tutta la sua potenza.
L'utilizzo degli eroi di League of Legends e la conquista dei Battlefield, unita alla possibilità di utilizzare minions e altri poteri speciali, come delle carte che sono praticamente le Ultimate di un personaggio, faranno sentire subito a casa gli appassionati del MOBA di Riot Games. Riftbound punta proprio a ricreare sensazioni e dinamiche familiari a chi conosce il videogioco originale, ma lo fa con un approccio accessibile, basato su regole semplici e di facile apprendimento anche per chi non ha mai messo mano a un gioco di carte collezionabili.
Al momento, anche grazie ai mazzi precostruiti e a un numero ancora contenuto di combinazioni, il sistema sembra approcciabile anche per un neofita; è però facile immaginare che la profondità strategica e la complessità nella costruzione dei mazzi aumenteranno con l'arrivo delle inevitabili espansioni. Per il momento infatti la prima edizione, chiamata Origins, si compone di 300 carte in totale. Stando a quanto affermato da Nicola Cencherle, Director of Country Publishing di Riot Games proprio in una nostra intervista, a febbraio è prevista la prima espansione, con due nuovi campioni e un'aggiunta di altre 200 carte. Secondo i piani della compagnia, ci dovrebbero essere circa quattro grandi espansioni l'anno, per un card game che punta a diventare un nuovo fenomeno di massa.
L'anima del collezionismo
Una cosa che mette tutti d'accordo su Riftbound è senza alcun dubbio la bellezza delle illustrazioni presenti sulle carte. Riot Games d'altronde è sempre stata una garanzia per quanto riguarda il comparto artistico e anche per il suo card game ha messo insieme i suoi migliori talenti, così da realizzare dei disegni di alta qualità che ben rappresentano il mondo di League of Legends.
Troveremo quindi delle illustrazioni di altissima qualità che dipingono i vari campioni del gioco di Riot Games in tutto il loro splendore, alternati alle creature e ai mostri del mondo di Runeterra (alcuni ben conosciuti dai giocatori del MOBA), fino ai bellissimi artwork che ci mostrano le ambientazioni presenti nei diversi Battlefield.
Ai talenti artistici interni di Riot Games si affianca anche il contributo di Fortiche, lo studio dietro la serie animata Arcane. Alcune carte ripropongono infatti diversi campioni con il design adottato proprio nella serie Netflix, un dettaglio che aggiunge ulteriore valore per tutti quei fan che si sono avvicinati all'universo di League of Legends grazie all'adattamento animato.
Non è un segreto che Riftbound guardi con grande attenzione anche al pubblico dei collezionisti. Il gioco propone infatti numerose varianti delle carte dedicate ai campioni, incluse versioni foil, illustrazioni speciali e carte olografiche, come quelle ispirate ad Arcane, per le quali è stato lanciato anche un cofanetto dedicato. In pratica, anche in questo card game ogni personaggio avrà diverse skin da collezionare.
A completare il quadro c'è un sistema di rarità ben definito: nella parte inferiore di ogni carta è presente un simbolo geometrico che ne indica il grado di rarità. Più lati questo avrà, più la carta sarà rara, ad esempio un quadrato sarà più raro di un triangolo, mentre il cerchio rappresenterà le carte più comuni.
Negli ultimi anni, però, il collezionismo più aggressivo ha spesso alimentato fenomeni di sciacallaggio, con edizioni speciali e mazzi spariti in poche ore dagli scaffali e dai siti di vendita online di tutto il mondo. Riftbound non ha fatto eccezione: dopo il lancio ufficiale di fine ottobre, trovare mazzi disponibili per iniziare a giocare si è rivelato complicato, complice l'azione degli scalper, pronti ad acquistare in massa per poi rivendere a prezzi maggiorati.
La situazione sta lentamente rientrando e con l'arrivo della prima espansione è lecito aspettarsi una distribuzione più ampia, ma è evidente come Riot dovrà attrezzarsi meglio per fronteggiare dinamiche ormai sempre più frequenti nel mercato dei card game.
Riftbound senza dubbio rappresenta una sfida ambiziosa per Riot Games in un settore già estremamente affollato. Il debutto convince, soprattutto per la sua capacità di trasporre le meccaniche e le sensazioni di League of Legends in un formato diverso, puntando su un sistema accessibile che riesce ad accogliere anche chi si avvicina per la prima volta all'universo di Runeterra. Resta ora da capire come il gioco evolverà con l'arrivo delle future espansioni e se saprà mantenere questo equilibrio tra immediatezza e profondità strategica nel lungo periodo.