Dopo più di trent'anni di attività e nove capitoli principali circondati da una costellazione di spin-off, il compito assegnato a Mario Kart World non era affatto semplice. Reinventare un caposaldo dei videogiochi senza snaturarlo, continuando però a dare l'impressione di un'evoluzione che giustificasse non solo la sua esistenza, ma anche l'arrivo sul mercato di una nuova console Nintendo. Ecco, quindi, che si è optato per un mondo aperto in grado di portare i giocatori da una parte all'altra di questo globo insulare vasto e vario. Tutto molto bello, ma quest'impresa si è rivelata una nuova sfida capace di mettere alla prova gli autori che si sono cimentati negli anni passati nella realizzazione di quello che è sempre stato un gioco di guida abbastanza classico. La possibilità di passare da un tracciato all'altro senza soluzione di continuità ha posto tutta una serie di interrogativi che andavano risolti in qualche maniera.
Ciò è tanto più lampante quando si vanno ad analizzare le musiche del gioco, che condividono molto con il passato ma suonano in maniera completamente differente: uno schiaffo ai giocatori più accaniti del franchise, ritrovatisi davanti a un approccio musicale capace di rendere la colonna sonora di Mario Kart World un unicum all'interno dell'intera serie.
Mario Kart prima di World
La storia di Mario Kart inizia su Super Nintendo nel 1992. La colonna sonora composta da Soyo Oka ha fatto la storia non solo della serie su quattro ruote, ma anche di quella originale, finendo un po' ovunque negli anni a seguire, da Super Mario Galaxy fino al film d'animazione del 2023 dedicato all'idraulico più famoso del mondo.
Il commento musicale di Super Mario Kart si è evoluto nel tempo assieme al franchise, legandosi a doppio filo con le altre iterazioni videoludiche dell'universo Nintendo, facendo incontrare temi, tracce e sonorità provenienti da un po' tutte le principali figure del reame scolpito da Shigeru Miyamoto e Takashi Tezuka.
Fino a Mario Kart 8 Deluxe, il "gioco" era relativamente semplice, almeno per quanto riguarda il comparto musicale: il tema principale introduceva i vari menù e ogni circuito aveva la sua traccia che andava in loop fino al fatidico taglio del traguardo, quando partiva una fanfara completamente staccata dal componimento precedente. Un classico delle produzioni Nintendo: è un approccio che ritroviamo anche in altri pilastri videoludici dell'azienda nipponica, come Pokémon, Donkey Kong e simili.
La nuova direzione che sta prendendo Nintendo, a partire da questo Mario Kart World, mette in difficoltà l'approccio a "compartimenti stagni". Serve più dinamicità. Questo è stato il primo pensiero venuto in mente ad Atsuko Asahi, che proprio della colonna sonora era incaricata durante lo sviluppo del nuovo gioco di guida Nintendo.
Musicare un mondo iconico e interconnesso
Come rivelato sul sito ufficiale Nintendo nell'episodio della rubrica Chiedi allo sviluppatore dedicato a Mario Kart World, Asahi ha da subito compreso che il lavoro svolto in precedenza su Mario Kart 8 non poteva funzionare. Serviva un nuovo approccio per una mappa così vasta e, soprattutto, priva di barriere (o quasi).
Specialmente per quanto riguarda la nuova modalità Sopravvivenza, dove i giocatori gareggiano lungo più tracciati coprendo anche la distanza che intercorre fisicamente tra una pista e l'altra, era necessario trovare un filo che fosse in grado di collegare i vari circuiti che si attraversano senza rendere il passaggio sonoro da uno all'altro troppo evidente.
Inizialmente Asahi aveva pensato di creare un medley di tracce, così da dare un'unità di fondo a partire da un singolo brano, ma ha capito praticamente subito che non avrebbe funzionato a causa dei ritmi troppo differenti. La soluzione l'ha trovata guardando al passato.
Ogni tracciato presenta ancora il suo tema, ma, invece di concludersi bruscamente al raggiungimento del traguardo, parte una sezione conclusiva che chiude il pezzo armoniosamente e lascia spazio a un tema di raccordo. Una volta arrivati nei pressi della pista successiva, si fa spazio un'intro che dà la carica adeguata per affrontare il nuovo percorso, il cui tema esonda nel momento in cui si supera la griglia di partenza.
Una soluzione semplice sulla carta, sicuramente più complessa da attuare, ma che comunque pare più efficiente rispetto ad andarsi a imbarcare in componimenti che farebbero scervellare anche i più talentuosi dei maestri.
Down the yellow dirt road
Mario Kart World, però, non è solo gare su gare. Un'altra grande introduzione del gioco è la modalità Free Roam, e anche per questa andava ideata la giusta musicalità.
Asahi ha trovato la sua risposta in quella che durante lo sviluppo chiamavano il "jukebox", ovvero una selezione immensa di tracce che il gioco è in grado di cernere a seconda delle condizioni atmosferiche, dell'ora e del luogo nel quale si sfreccia a tutta velocità.
Con una libreria di 200 brani arrangiati anche grazie a molti artisti esterni ingaggiati unicamente per aiutare con la mole di lavoro, il gioco offre uno spettro musicale che va dal blues alla fusion, fino all'EDM e alla hoedown.
L'armonica è senz'altro la grande protagonista di questo nuovo titolo, tanto che svetta anche nel tema principale del gioco, a sottolineare lo stile più aperto, avventuroso e spericolato di questo Mario Kart, come se si trattasse di una gara clandestina tra la polvere della Monument Valley americana.
Effetto nostalgia
Ovviamente quando si va a musicare un gioco così vasto e dal nome così altisonante, è impossibile non sentire l'impulso di andare a pescare dalle sonorità che hanno contribuito a rendere icastici i titoli che lo hanno preceduto.
Tra quei 200 brani sono presenti riarrangiamenti di temi molto familiari come quelli di Super Mario Sunshine e Wario Land, giusto per citarne un paio, ma è interessante notare come Asahi e il team sonoro abbiano deciso di risparmiare tempo e denaro andando a recuperare vecchie registrazioni prese dai concerti Nintendo per dare non solo nuova vita a quelle esibizioni, ma anche una più vasta varietà a quanto il gioco può offrire a livello musicale durante l'esplorazione libera della mappa.
Un riempitivo? Forse, ma con un quantitativo tale di tracce orchestrate dal vivo e riarrangiate specificatamente per il gioco è difficile vedere malizia nella decisione presa, specialmente considerando quello che sono stati in grado di realizzare a partire dalla "semplice" proposta di adattare un franchise così amato alle richieste di un mercato spudorato che non lascia scampo a nessuno, neanche al più veloce della pista.