La petizione Stop Destroying Videogames passerà probabilmente alla fase legislativa: gli organizzatori si sono detti fiduciosi in merito al percorso dell'iniziativa, dopo che quasi la metà degli 1,4 milioni di firme raccolte è stata verificata con successo.
Similmente alla campagna Stop Killing Games, l'obiettivo di Stop Destroying Videogames è quello di spingere l'Unione Europea ad approvare una norma che contrasti "la disattivazione remota dei videogiochi da parte dei publisher prima di fornire mezzi ragionevoli per permettere il funzionamento dei suddetti videogiochi senza l'intervento dell'editore stesso".
"Su 1.448.270 firme, 689.035 sono già state verificate e quindici paesi hanno raggiunto le loro soglie minime", hanno dichiarato i promotori. "Mancano ancora i due paesi più grandi, Germania e Francia, ma in base ai progressi attuali siamo fiduciosi di aver superato le soglie richieste."
La petizione Stop Destroying Videogames ha raggiunto un milione di firme lo scorso luglio, e ciò le ha consentito di essere classificata come Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE), uno strumento ufficiale che l'Unione Europea mette a disposizione appunto dei cittadini per la proposizione di atti legislativi.
Una battaglia per i diritti dei videogiocatori
Partita nell'agosto dello scorso anno, la petizione Stop Destroying Videogames sembrava destinata a non raccogliere le firme necessarie, ma poi qualcosa evidentemente è cambiato e ora c'è grande fiducia nel percorso di questa iniziativa popolare.
"La nostra lotta non è contro un fronte unito di CEO", hanno scritto gli organizzatori, "bensì contro una manciata di aziende che tengono in ostaggio i nostri giochi preferiti. Non dobbiamo solo parlare degli sviluppatori ma anche dialogare con loro, grandi e piccoli, che già resistono a queste pratiche disastrose. Non possiamo annullare i danni del passato, ma possiamo fermare ciò che sta arrivando."