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Intel, i licenziamenti hanno funzionato: i profitti tornano a crescere oltre le attese

Il terzo trimestre del 2025 segna una svolta per Intel, che supera le previsioni per i profitti e ottiene nuovi fondi da NVIDIA, SoftBank e dal governo USA.

NOTIZIA di Raffaele Staccini   —   24/10/2025
Sede Intel

Dopo un periodo di forte incertezza sul suo futuro, Intel torna a sorprendere i mercati con risultati superiori alle attese. La strategia di rigido contenimento dei costi voluta dal nuovo amministratore delegato Lip-Bu Tan ha permesso al colosso dei semiconduttori di rafforzare la propria posizione finanziaria, mentre prosegue il piano di rilancio sostenuto da nuovi investimenti miliardari.

Il trimestre di settembre rappresenta la prima prova pubblica dopo l'ingresso nel capitale di nuovi attori strategici, tra cui NVIDIA, SoftBank e lo stesso governo statunitense. Queste iniezioni di liquidità, insieme alla revisione delle attività produttive, stanno ridando ossigeno a un'azienda che fino a un anno fa sembrava in affanno di fronte alla concorrenza sempre più aggressiva di AMD e alle difficoltà di penetrare nel mercato dei chip per l'intelligenza artificiale.

I dati finanziari di Intel nel terzo trimestre 2025

Nel dettaglio, Intel ha superato le previsioni di Wall Street con un margine operativo lordo del 40%, contro il 35,7% stimato, e un utile rettificato di 0,23 euro per azione, ben oltre le attese di appena 0,01 euro. Il risultato ha spinto il titolo a un rialzo del 7% nelle contrattazioni after-hours, confermando la rinnovata fiducia degli investitori.

Il nuovo amministratore delegato Intel, Lip-Bu Tan
Il nuovo amministratore delegato Intel, Lip-Bu Tan

Il ritorno alla crescita arriva dopo mesi di ristrutturazioni profonde. Tan ha tagliato oltre un quinto della forza lavoro e ridimensionato il progetto di trasformare Intel in un produttore conto terzi in grado di sfidare TSMC. Le spese di capitale per il 2025 sono previste in circa 25 miliardi di euro, contro i 15,8 miliardi dello scorso anno, segno di una ripresa degli investimenti più mirata e sostenibile.

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Tra i principali sostegni finanziari figurano 4 miliardi e 600 milioni di euro versati da SoftBank nel terzo trimestre e 4 miliardi e 700 milioni promessi da NVIDIA, che acquisirà circa il 4% del capitale. A questi si aggiunge un intervento straordinario del governo degli Stati Uniti, che ha rilevato una quota del 10% per 8 miliardi e 300 milioni di euro, dopo un negoziato lampo seguito alle tensioni politiche legate ai rapporti di Tan con la Cina.

La strategia di rifocalizzazione include anche la cessione del 51% di Altera, società di chip programmabili acquistata nel 2015 per oltre 15,5 miliardi di euro, ora passata in parte al fondo Silver Lake. L'obiettivo è ridurre il debito e concentrare gli investimenti sullo sviluppo di processori di nuova generazione e soluzioni personalizzate per clienti esterni, segmento nel quale Intel mira a competere con Broadcom e Marvell Technologies.

Durante la conference call con gli investitori, il direttore finanziario Dave Zinsner ha spiegato che la domanda di chip resta superiore all'offerta, in particolare nel settore dei data center, dove gli operatori stanno aggiornando i processori centrali per supportare le crescenti esigenze legate alle applicazioni basate su IA. Tuttavia, il manager ha riconosciuto che i rendimenti della tecnologia produttiva 18A non hanno ancora raggiunto i livelli industriali accettabili e che ci vorranno almeno due anni per ottimizzare la resa.

Nel frattempo, la performance del titolo in Borsa ha compiuto un'inversione radicale: dopo un crollo del 60% nel 2024, il valore delle azioni Intel è aumentato di quasi il 90% dall'inizio del 2025. Una rimonta alimentata dalla fiducia nei nuovi finanziatori e dalla percezione che la società stia finalmente intraprendendo una via più pragmatica e sostenibile di fronte alla corsa globale ai chip per l'intelligenza artificiale.