24

Il papà di Space Invaders crede che i bullet hell siano un vicolo cieco per gli sparatutto classici

Tomohiro Nishikado, l'autore di Space Invaders, ritiene che quello dei bullet hell sia un sottogenere nocivo per gli sparatutto classici.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   15/05/2025
Un alieno di Space Invaders

Tomohiro Nishikado, l'auotore di Space Invaders (1978), viene considerato anche il padre degli sparatutto classici, o shoot 'em up, da cui sono derivati innumerevoli altri generi. Intervistato dalla testata Time Extension, ha avuto parole non proprio gentili per il genere dei bullet hell o danmaku (gli sparatutto classici con centinaia, quando non migliaia di proiettili che affollano lo schermo seguendo degli schemi geometrici), che secondo lui sono un vicolo cieco.

Niente nuove leve

Parlando dell'impatto di Space Invaders e dei giochi che ha ispirato nel corso dei decenni, Nishikado ha spiegato di essere rimasto colpito da Galaxian della Namco e di aver "apprezzato molto" Xevious, ma non gli piacciono gli sparatutto moderni, per via dei troppi proiettili che affollano lo schermo.

Una foto di Tomohiro Nishikado
Una foto di Tomohiro Nishikado

"Per quanto riguarda i giochi danmaku più recenti, in realtà non mi piacciono molto. Tuttavia, probabilmente sono il risultato inevitabile del fatto che i giocatori sono diventati sempre più abili con questo tipo di giochi, e gli sviluppatori si trovano costretti a superarli in qualche modo. È una sorta di battaglia infinita." Ha spiegato Nishikado.

CYGNI: All Guns Blazing, la recensione del nuovo sparatutto di Konami CYGNI: All Guns Blazing, la recensione del nuovo sparatutto di Konami

"In realtà, il primo prototipo di Space Invaders era molto più facile, anche perché io non sono particolarmente bravo con i videogiochi. Però ho fatto testare il gioco ai miei colleghi, e tutti dicevano che era troppo semplice. All'inizio ero preoccupato di renderlo troppo difficile, ma la versione finale uscì con quella difficoltà, e a quanto pare andava bene così. Il bilanciamento nei videogiochi è sempre una sfida, ma il conflitto tra giocatori e sviluppatori spinge questa forma di evoluzione. Tuttavia, ho la sensazione che il danmaku sia, in un certo senso, un vicolo cieco dal punto di vista funzionale.

Questo perché si arriva a un punto in cui i nuovi giocatori non riescono più a entrare nel genere, e credo che questo sia il motivo per cui i giochi sparatutto moderni sono scomparsi: sono diventati troppo difficili."

Il problema sottolineato da Nishikado è che gli appassionati del genere diventano sempre più bravi, pretendendo sfide più impegnative, che però finiscono per rendere difficile l'ingresso di nuovi giocatori, portando all'inevitabile morte degli sparatutto classici, ormai considerati solo da una ristrettissima nicchia.

"Anche se non ci ho mai giocato personalmente, penso che titoli come Radiant Silvergun e Ikaruga, che si concentrano più sulla strategia tecnica che sulla pura difficoltà, rappresentino un approccio migliore. Credo che puntare solo a rendere un gioco difficile non aiuti a conquistare un pubblico più ampio. Giochi come Ikaruga sono un'evoluzione più intelligente del genere."