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Giochi come casinò online: confermate le cause contro Apple, Google e Meta per app simili al gioco d'azzardo

Un giudice federale respinge la richiesta delle big tech di archiviare le accuse legate a giochi considerati simili al gioco d'azzardo.

NOTIZIA di Raffaele Staccini   —   01/10/2025
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Negli Stati Uniti un tribunale federale ha negato la richiesta di Apple, Google e Meta di archiviare le cause collettive che le accusano di aver promosso forme di gioco d'azzardo illegale attraverso app di tipo casinò disponibili sulle loro piattaforme. La decisione è arrivata dal giudice distrettuale Edward Davila di San Jose, California, che ha escluso l'applicazione della Sezione 230 del Communications Decency Act, la norma che tutela le piattaforme online dalla responsabilità per i contenuti generati da terzi.

Le tre società avevano sostenuto che tale protezione fosse sufficiente a escludere qualsiasi responsabilità. Davila, però, ha ritenuto che la questione non riguardi la pubblicazione di contenuti, ma la gestione dei pagamenti effettuati dagli utenti all'interno delle app. Per questo motivo, la Sezione 230 non può essere invocata. Alcune contestazioni basate su leggi di singoli Stati americani sono state archiviate, ma restano in piedi gran parte delle accuse fondate sulle normative a tutela dei consumatori, con l'eccezione della California.

Le accuse contro le big tech

Secondo i querelanti, Apple, Google e Meta avrebbero contribuito a diffondere un'esperienza definita come "autentico gioco da casinò in stile Las Vegas", favorendo un modello che avrebbe portato diversi utenti a sviluppare dipendenza, con conseguenze gravi come depressione e pensieri suicidi. Le aziende, inoltre, avrebbero tratto profitto trattenendo commissioni del 30% sulle transazioni processate, per un valore stimato in oltre 2 miliardi di dollari. Nella sua decisione di 37 pagine, il giudice ha respinto anche l'argomentazione secondo cui le piattaforme avrebbero fornito solo "strumenti neutrali" per facilitare l'attività delle app. Ha chiarito che il nodo centrale non è il ruolo editoriale, ma l'elaborazione dei pagamenti: un'attività che, secondo l'impianto accusatorio, renderebbe le aziende corresponsabili. Davila ha scritto che è irrilevante stabilire se ciò le trasformi in "allibratori" o "intermediari", poiché il punto centrale resta l'elaborazione di transazioni legate a giochi assimilabili al gambling.

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La causa è iniziata nel 2021 e riunisce decine di ricorsi distinti contro i tre colossi della Silicon Valley. Le azioni legali mirano a ottenere risarcimenti compensativi e tripli danni, oltre ad altre forme di rimedio. Vista la rilevanza delle questioni giuridiche sollevate, in particolare sul perimetro di applicazione della Sezione 230, il giudice ha concesso alle aziende la possibilità di appellarsi immediatamente alla Corte d'Appello del Nono Circuito. Un primo ricorso era già stato respinto nel maggio 2024 per motivi procedurali.

Al momento, nessuna delle compagnie ha fornito dichiarazioni. Anche i legali che rappresentano i querelanti non hanno risposto alle richieste della stampa. Per chi volesse approfondire ulteriormente, le cause collettive sono registrate presso il Tribunale Distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto Settentrionale della California con i seguenti procedimenti: In re Apple Inc. App Store Simulated Casino-Style Games Litigation (n. 21-md-02985), In re Google Play Store Simulated Casino-Style Games Litigation (n. 21-md-03001) e In re Facebook Simulated Casino-Style Games Litigation (n. 21-02777).