8

Apple multata dall’Antitrust italiana: oltre 98 milioni di euro per abuso di posizione dominante sull’App Store

Secondo l'AGCM, le regole sull'App Tracking Transparency hanno penalizzato gli sviluppatori terzi senza garantire reali benefici proporzionati sul fronte della privacy.

NOTIZIA di Simone Lelli   —   22/12/2025
Apple

L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha inflitto una sanzione da 98,6 milioni di euro a Apple, accusata di abuso di posizione dominante nel mercato della distribuzione di app su iOS. Al centro del provvedimento c'è la controversa App Tracking Transparency (ATT), la policy introdotta nel 2021 che ha profondamente cambiato il modo in cui le app raccolgono dati per fini pubblicitari.

Secondo l'Antitrust, Apple avrebbe sfruttato il controllo totale sull'ecosistema iOS e sull'App Store per imporre regole unilaterali agli sviluppatori terzi, alterando le condizioni concorrenziali in un mercato in cui la società detiene una posizione di assoluta dominanza.

ATT sotto accusa: privacy sì, ma a che prezzo?

L'istruttoria ha evidenziato come il sistema ATT obblighi gli sviluppatori a mostrare agli utenti una schermata di consenso imposta da Apple per il tracciamento pubblicitario. Tuttavia, questa richiesta non risulta sufficiente a soddisfare pienamente i requisiti della normativa sulla protezione dei dati, costringendo gli sviluppatori a duplicare la richiesta di consenso con un secondo passaggio.

L'Unione Europea multa X di 120 milioni: le spunte blu sono state ritenute ingannevoli L’Unione Europea multa X di 120 milioni: le spunte blu sono state ritenute ingannevoli

Per l'AGCM, questa duplicazione non è un dettaglio tecnico, ma un ostacolo concreto all'attività economica di chi basa il proprio modello di business sulla pubblicità personalizzata. Più schermate di consenso significano meno autorizzazioni, meno dati utilizzabili e, di conseguenza, minori ricavi.

Un danno per sviluppatori, inserzionisti e mercato

Il punto chiave della decisione riguarda la mancanza di proporzionalità. L'Autorità ritiene che Apple avrebbe potuto garantire lo stesso livello di tutela della privacy consentendo una richiesta di consenso unica, senza appesantire inutilmente l'esperienza dell'utente e senza penalizzare gli operatori terzi.

Così strutturata, invece, la policy ATT finisce per ridurre in modo significativo la capacità degli sviluppatori di raccogliere e collegare dati, con effetti a catena anche sugli inserzionisti e sulle piattaforme di intermediazione pubblicitaria. Un impatto che, secondo l'Antitrust, va ben oltre l'obiettivo dichiarato di protezione dei dati personali.