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Battlefield 6: distruttibilità spettacolare e prestazioni solide

Battlefield 6 arriva sul mercato forte dell'ultima iterazione di Frostbite Engine e con la promessa di restituire la serie ai propri fan. Lo abbiamo messo a nudo nella nostra analisi tecnica.

SPECIALE di Riccardo Arioli Ruelli   —   10/10/2025
Battlefield 6
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A quattro anni di distanza dall'ultimo sfortunato capitolo e dopo un'estate passata a testare sul campo le potenzialità di questa nuova iterazione, DICE ha finalmente pubblicato Battlefield 6, il nuovo gioco di guerra dello studio svedese che si pone l'ambizioso obiettivo di riguadagnare la fiducia dei fan e di risollevare le sorti della serie. Per le valutazioni generali vi rimandiamo alla recensione di Francesco Serino, in questa sede analizzeremo invece il profilo tecnico del titolo, in particolare della versione PC.

Battlefield 6 è un gioco che riporta in auge i capisaldi della saga e che fa del ritmo e della frenesia i suoi elementi più caratterizzanti, puntando tutto sull'aspetto più "rumoroso" della guerra: incursioni, assalti, sbarchi e invasioni aeree, il tutto condito da tanti, tantissimi elementi a schermo. Da qui l'esigenza di bilanciare la spettacolarità dell'azione e le prestazioni, in un contesto che mette al centro le operazioni "di massa".
In questo senso, gli sviluppatori hanno consegnato un prodotto finale riuscito e in linea con la qualità della "current-gen", dovendo però scendere a compromessi sul fronte delle tecnologie grafiche, con scelte conservative, soprattutto sulla piattaforma desktop. Proviamo a sviscerare punti di forza e difetti nella nostra analisi tecnica di Battlefield 6.

Lunga vita a Frostbite

Proprio come i suoi predecessori, Battlefield 6 poggia le sue fondamenta tecniche sul Frostbite Engine: il motore grafico che ha esordito nel 2008 torna in una nuova versione, tirato a lucido e con il supporto alle più recenti tecnologie di upscaling e frame generation.

Battlefield 6 poggia le sue radici sull'ultima iterazione di Frostbite Engine
Battlefield 6 poggia le sue radici sull'ultima iterazione di Frostbite Engine

Sin dal suo annuncio, la scelta di dare continuità all'engine proprietario è stata una delle più discusse da parte di pubblico e critica e tuttavia i motivi alla base di questo indirizzo sono stati svelati dallo stesso David Sirland, lead producer del gioco. Sirland ha infatti spiegato che l'utilizzo di Frostbite in Battlefield 6 è dovuto alle sue capacità tecniche e ad alcune considerazioni pratiche legate allo sviluppo. Questo engine è ormai in sviluppo da oltre un decennio e porta in dote moduli personalizzati, pensati specificamente per massimizzare la distruttibilità su larga scala, la fisica in tempo reale e il gameplay di rete. Gli algoritmi di propagazione del danno e i sistemi di mesh distruttibili sono studiati per replicare il crollo strutturale in maniera realistica, il tutto su mappe ad ampia estensione.

Battlefield 6 si affida alle certezze del Frostbite per consegnare un sistema di distruttibilità avanzato e prestazioni solide
Battlefield 6 si affida alle certezze del Frostbite per consegnare un sistema di distruttibilità avanzato e prestazioni solide

Sirland ha spiegato che, sebbene anche motori come Unreal Engine 5 mettano a disposizione pipeline di rendering e strumenti fisici avanzati, l'integrazione e l'ottimizzazione di queste funzionalità avrebbero richiesto una mole di lavoro insostenibile, in particolare per raggiungere lo stesso livello qualitativo di Frostbite e senza intaccare la bontà dell'infrastruttura di rete.

Insomma, Frostbite ha messo sul piatto della bilancia garanzie di ordine pratico difficilmente trascurabili e a giudicare dal risultato finale, la scelta di fare affidamento sulla "tradizione" ha portato i suoi frutti, al netto di qualche inevitabile compromesso.

L’impatto grafico di Battlefield 6

Dal punto di vista grafico, questo nuovo capitolo cerca di massimizzare i punti di forza classici della serie, dando particolare risalto proprio all'elemento della distruttibilità, che raggiunge, a nostro parere, una delle vette più alte (se non la più alta) nella storia del medium.

Effetti particellari e volumetrici rendono le esplosioni davvero spettacolari
Effetti particellari e volumetrici rendono le esplosioni davvero spettacolari

La qualità del motore fisico, abbinata ad effetti volumetrici e particellari di assoluto livello, permette di distruggere quasi tutti gli elementi presenti sullo schermo, dai muretti alle automobili, fino ad arrivare ad interi edifici: vedere esplodere un veicolo con relativi frammenti lanciati in ogni dove è un vero piacere per gli occhi, così come abbattere intere facciate degli edifici con conseguente generazione di macerie e nuvole di polvere.
Avanzare tra i detriti con visibilità ridotta, schivando proiettili ed esplosioni accessorie, aumenta drasticamente il realismo e crea spesso quello stato di confusione e disorientamento troppo poco enfatizzato in altre produzioni simili.

Come è facile intuire la distruttibilità del paesaggio va oltre il mero carattere visivo e risponde a dinamiche di gameplay precise. Per questo motivo, in alcuni casi, è possibile distruggere solo parzialmente gli edifici, così da renderli comunque utilizzabili per il passaggio e la copertura, mentre in altri decidere di sfondare una parete permette di aggirare le postazioni nemiche.

Distruggere edifici, veicoli e coperture e un piacere per gli occhi
Distruggere edifici, veicoli e coperture e un piacere per gli occhi

Quanto è appena detto è reso ancora più centrale in virtù di mappe decisamente più ricche e dettagliate del passato, soprattutto in ambiente urbano. Rispetto ai capitoli precedenti, gli scenari sono pieni di elementi accessori, tutti con un alto grado di distruttibilità. Occasionalmente, è possibile incappare in piccoli errori del motore fisico e ritrovarsi al cospetto di strutture parzialmente sospese nel vuoto o detriti sparati direttamente sulla Luna, un prezzo decisamente accettabile al netto di una spettacolarità davvero elevata.

In generale, il livello di dettaglio è buono, con una discreta qualità dei modelli e delle texture che rimane costante anche in relazione alla profondità di campo e alla gestione della memoria: i pop-in sono ridotti all'osso e comunque circoscritti agli elementi estremamente lontani. Il pacchetto di texture HD con i preset più alti tende a impegnare però un grande quantitativo di VRam, soprattutto ad alte risoluzioni: le schede video dotate di 8 GB potrebbero quindi fare fatica con i settaggi più alti.I compromessi più evidenti riguardano però il sistema di illuminazione e ombre che, nella versione PC al massimo delle sue capacità, fa leva su SSGI in combinazione con cube maps e persino alcuni elementi pre-calcolati.

Il sistema di illuminazione svolge bene il suo lavoro, ma la mancanza del ray tracing può farsi sentire in alcuni frangenti
Il sistema di illuminazione svolge bene il suo lavoro, ma la mancanza del ray tracing può farsi sentire in alcuni frangenti

La resa complessiva è comunque buona, persino spettacolare in alcuni frangenti, ma in qualche occasione è possibile notare alcune incoerenze, come muri completamente illuminati anche se non esposti e zone d'ombra solo accennate, con un'occlusione non sempre perfetta. Insomma, il sistema di illuminazione non è sempre coerente e in questo caso, Battlefield 6 rinuncia a quella parte di realismo che invece abbiamo sottolineato in altri frangenti a favore di una realizzazione più classica. Tutto questo è dovuto in particolare alla scelta di escludere completamente il ray tracing per abbassare la soglia d'ingresso dell'hardware (e, aggiungiamo, per non svantaggiare troppo le console): un approccio meno conservativo avrebbe permesso al titolo di brillare, letteralmente, di una nuova luce e avremmo preferito la possibilità di poterlo utilizzare a nostro piacimento, almeno su PC e per la campagna. Ad uscirne avvantaggiate, come vedremo, sono le prestazioni.

La qualità dei modelli e delle texture è di buon livello, così come la gestione della memoria video
La qualità dei modelli e delle texture è di buon livello, così come la gestione della memoria video

Sono supportate, invece, le più recenti tecnologie di upscaling e frame generation di NVIDIA, e non mancano FSR di AMD e XeSS di Intel. In particolare, Battlefield 6 supporta le funzionalità dell'architettura Blackwell del team verde, con tanto di DLSS 4 e Multi Frame Generation, in grado di massimizzare il frame rate mantenendo inalterata (e addirittura migliorando) la qualità grafica, al prezzo di un piccolo aumento della latenza.

Modalità di test

Considerando i requisiti consigliati, che richiamano il processore AMD Ryzen 7 3700X e GPU NVIDIA GeForce RTX 3060, la nostra piattaforma di test è una delle migliori configurazioni che è possibile ottenere oggi. Come al solito ci siamo affidati al processore AMD Ryzen 7 9800X3D affiancato alla GPU NVIDIA GeForce RTX 5090 e a 32 GB di ram DDR5 a 6000 MHz.

Battlefield 6 offre un alto tasso di spettacolarità grazie a incursioni da terra, da cielo e da mare
Battlefield 6 offre un alto tasso di spettacolarità grazie a incursioni da terra, da cielo e da mare

I test sono stati eseguiti con i Game Ready Driver 581.42, ottimizzati proprio per Battlefield 6. Inutile sottolineare che non siamo scesi a compromessi con i settaggi grafici, utilizzando il preset Estremo alla risoluzione 4K, mettendo in evidenza l'incidenza del DLSS e dei vari gradi della Multi Frame Generation.

Prestazioni di Battlefield 6

Come abbiamo accennato in apertura, Battlefield 6 è un prodotto riuscito sia dal punto di vista qualitativo che da quello delle prestazioni. I numeri che abbiamo raccolto lo dimostrano, a partire dalla configurazione massima che è possibile impostare: in modalità campagna, con preset Estremo, risoluzione nativa 4K, DLAA e NVIDIA Reflex attivi, il gioco tocca una media di 95 FPS con 1% a 72 FPS e una stabilità pressoché ininterrotta, anche nei momenti di gioco più concitati e con decine di unità sul campo, al netto di una latenza di sistema di circa 32 ms. L'intervento di DLSS Qualità, a parità di settaggi, migliora notevolmente il frame rate con una media di 143 FPS e 1% a 101 FPS, mantenendo sostanzialmente invariata la qualità ma abbassando la latenza di sistema a 24 ms. Al netto di un frame rate di partenza elevato e stabile, Multi Frame Generation permette di avere un boost considerevole. Sempre in 4K con preset Estremo e DLAA, a 2x si ottengono 169 FPS, a 3x 244 FPS e a 4x ben 294 FPS. In questo caso la latenza di sistema aumenta leggermente e con NVIDIA Reflex attivo tocca i 43 ms.
Con DLSS Qualità le cose migliorano ulteriormente e già a 2x possiamo contare una media di 230 FPS, a 3x di 313 FPS, che diventano 389 a 4x. La latenza diminuisce a 35 ms, in virtù di una coda di rendering più snella. Va sottolineato che, date le condizioni "native" l'intervento della Multi Frame Generation non comporta alcuna degradazione e la presenza di eventuali artefatti è circoscritta agli elementi in secondo piano. Sul fronte reattività invece, l'aumento di latenza non penalizza eccessivamente l'esperienza. A 1440p con preset estremo e DLAA, Battlefield 6 tocca una media di 160 FPS con una latenza di circa 21 ms, che una volta attivata Multi Frame Generation 4X diventano 454 FPS con una latenza di 29 ms.
Abbiamo provato il gioco anche a 1080p nativi e DLAA, sempre con preset estremo, ottenendo una media di 211 FPS e una latenza di sistema di appena 12 ms. Una volta attivata la Multi Frame Generation a 4x gli FPS schizzano a una media di 620 con una latenza di circa 24 ms, rendendo di fatto accessibile questa tecnologia anche ai giocatori competitivi (al patto di possedere un display altrettanto reattivo).

Dando un rapido sguardo ai numeri si giunge alla conclusione che Battlefield 6 è un gioco esigente, ma allo stesso tempo scalabile.

Il nuovo titolo di DICE è piuttosto flessibile e la soglia dei 60 FPS è a portata di mano
Il nuovo titolo di DICE è piuttosto flessibile e la soglia dei 60 FPS è a portata di mano

Al di là dei nostri settaggi da "benchmark", ottimizzando le opzioni disponibili è possibile ottenere prestazioni solide anche su sistemi meno dotati e senza compromettere troppo la qualità grafica complessiva: la soglia dei 60 FPS è raggiungibile senza troppa fatica anche su PC non recentissimi. I problemi possono sopraggiungere ad alte risoluzioni e con i pacchetti di texture più elevati: in questo caso è necessaria una scheda video in grado di gestire almeno 16 GB di VRam per non incappare in cali di prestazioni anche piuttosto significativi.

Conclusioni

In conclusione, Battlefield 6 è un titolo bello da vedere e altrettanto da giocare. L'ultima versione di Frostbite spinge la distruttibilità ambientale verso nuove vette e la riporta al centro della saga. Inoltre, la capacità di gestire decine e decine di giocatori, oltre a migliaia di elementi a schermo, dà vita a battaglie epiche e ad alto contenuto di spettacolarità.

La campagna, in particolare, esalta questi elementi con incursioni su tutti i fronti. La mancanza del ray tracing (o di sistemi altrettanto avanzati) è un compromesso accettabile, anche se è proprio questo elemento a negare quell'ultimo gradino che avrebbe reso la produzione DICE un'eccellenza del gaming di ultima generazione e che la lascia saldamente ancorata allo standard console, sebbene con qualche miglioria riservata al PC. Questa scelta dà però una spinta alle prestazioni, fondamentali per un titolo votato al multiplayer, e rende accessibile il gioco anche ai sistemi meno recenti, uniformando le varie piattaforme e semplificando la vita alle configurazioni meno potenti. Dal punto di vista tecnico, insomma, la guerra virtuale in versione DICE è promossa.