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Towa and the Guardians of the Sacred Tree, la recensione di un Hades tutto giapponese

Se non vi piace la mitologia greca c'è sempre quella giapponese: il nuovo roguelite di Brownies e Bandai Namco si impegna, ma la grandezza non è ancora alla sua portata.

RECENSIONE di Christian Colli   —   18/09/2025
Towa and the Guardians of the Sacred Tree
Towa and the Guardians of the Sacred Tree
Towa and the Guardians of the Sacred Tree
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In questa recensione di Towa and the Guardians of the Sacred Tree leggerete spesso il nome Hades. Il titolo sviluppato da Brownies è un'evidente risposta tutta giapponese al fenomenale roguelite di Supergiant Games uscito nel 2020 e i paragoni sono inevitabili, anche se c'è un piccolo problema: Hades 2 uscirà proprio pochi giorni dopo il gioco pubblicato da Bandai Namco. Un apparente suicidio commerciale, specie se si considera che i due titoli sono venduti allo stesso prezzo, solo che uno è famosissimo e alla sua seconda iterazione dopo oltre un anno di accesso anticipato, mentre dell'altro, inedito, è disponibile da poco solo con una demo.

Questo significa che Towa and the Guardians of the Sacred Tree andrebbe condannato all'oblio? Nossignore, certo che no. Il roguelite di Brownies ha diverse frecce al proprio arco, ma dopo aver trascorso parecchie ore in compagnia dei Figli della Preghiera siamo giunti alla conclusione che lo sviluppatore giapponese non abbia capito cosa serva esattamente a un roguelite per funzionare bene come il suo diretto concorrente.

Towa contro il re degli inferi

Concentriamoci un momento su Towa, la protagonista del nostro roguelite ambientato nel Giappone antico. Una vivace ragazzina, sacerdotessa del villaggio di Shinju, che si ritrova a combattere contro i Magaori della divinità malvagia Magatsu insieme ai Figli della Preghiera, una banda di eroi esiliati ai confini del tempo. È qui che la narrativa del gioco targato Brownies si fa convoluta più del necessario. Il loop temporale giustifica il gameplay, ma l'intreccio non è esattamente chiarissimo, anzi è abbastanza confusionario, con gli eroi imprigionati in una dimensione alternativa a cui sembra avere accesso soltanto Towa e il villaggio anch'esso intrappolato in una bolla temporale insieme ai suoi abitanti.

La trama è affidata agli intermezzi e soprattutto ai (tantissimi) dialoghi obbligatori e facoltativi che si sbloccano a ogni partita: il gioco incoraggia a esplorare il villaggio ripetutamente e a conversare con i vari abitanti per scoprire qualcosa di più sul loro conto e sulle condizioni del mondo via via che ci avviciniamo allo scontro finale con Magatsu. Il problema, però, è anche questo, e per spiegarci meglio dobbiamo ricominciare a tirare in ballo Hades, in cui la narrativa era un punto di forza grazie a dialoghi brevi, ma sempre significativi, doppiati magistralmente in lingua inglese. Ecco, in Towa la maggior parte dei dialoghi sono sostanzialmente inutili e fin troppo logorroici, accompagnati da un doppiaggio abbastanza mediocre in inglese e accettabile in giapponese se si apprezza l'enfasi degli anime.

Fortunatamente il gioco è ben tradotto in italiano e spiega in maniera abbastanza chiara almeno le meccaniche di gameplay. La narrativa come abbiamo detto fatica a ingranare, ma almeno i personaggi sono ben caratterizzati sia visivamente che nelle personalità: quest'ultime emergono soprattutto nei tantissimi siparietti d'intermezzo che dipendono dalle varie accoppiate scelte a ogni partita, segno che Brownies ha comunque dedicato molta cura al suo titolo.

Towa and the Guardians of the Sacred Tree è artisticamente strepitoso
Towa and the Guardians of the Sacred Tree è artisticamente strepitoso

In effetti Towa and the Guardians of the Sacred Tree è un gioco anche più bello del dovuto, considerando il prezzo di vendita e il budget sicuramente limitato, nonostante il contributo di nomi come Hitoshi Sakimoto, già compositore di Final Fantasy Tactics e 13 Sentinels: Aegis Rim tra gli altri. Ogni scenario scoppia di dettagli e particolari, specialmente alcuni sfondi disegnati a mano, e il character design in generale, delicato come le tinte pastello scelte per colorarlo, sembra decisamente quello di un manga o di un anime.

Towa and the Guardians of the Sacred Tree racconta la sua storia nel nuovo trailer dedicato Towa and the Guardians of the Sacred Tree racconta la sua storia nel nuovo trailer dedicato

A volte questa dovizia di particolari tende a influenzare negativamente il gameplay: su PlayStation 5 il gioco non perde un colpo, viaggiando granitico a 60 fotogrammi, ma la commistione di modelli 3D - pur ottimamente animati - ed effetti speciali di incantesimi e attacchi telegrafati che si diramano in ogni direzione tende a rendere i combattimenti di difficile lettura proprio quando sopravvivere è fondamentale e ogni movimento fa la differenza tra la vittoria e il game over.

Spada e bastone

Nonostante tutto, il nucleo del gameplay di Towa funziona ed è probabilmente la parte meglio riuscita del gioco. I comandi sono intuitivi e il nostro personaggio risponde in un lampo agli input, una caratteristica fondamentale in un gioco di questo tipo. Se a prima vista una partita a Towa può sembrare davvero indistinguibile da una a Hades, visuale isometrica inclusa, in realtà il titolo Brownies compie alcune scelte molto interessanti che gli conferiscono una chiara identità, scivolando però rovinosamente su altre.

Una delle boss fight d'intermezzo si svolge su un battello in movimento
Una delle boss fight d'intermezzo si svolge su un battello in movimento

A differenza degli Hades, in cui controlliamo direttamente il solo Zagreus nel primo gioco e Melinoë nel secondo, in Towa l'omonima sacerdotessa consegna il destino del mondo ai Figli della Preghiera, restando in disparte mentre loro si battono, due alla volta, contro numerosi nemici in dungeon divisi in mappe o "fasi" diverse. I due combattenti assumono così ruoli contraddistinti da soprannomi precisi: Tsurugi, la spada, e Kagura, il bastone. Tsurugi è il combattente che impugna due spade (Honzashi e Wakizashi) per proteggere Kagura, la retrovia che lancia incantesimi d'attacco o di supporto. Ogni personaggio può essere Tsurugi o Kagura e, a seconda del ruolo scelto, cambiano le tecniche di combattimento e gli incantesimi, anche se la maggior parte di questi ultimi sono condivisi tra i diversi Figli della Preghiera.

In realtà, da soli - perché è possibile giocare anche in cooperativa - il giocatore controlla direttamente solo Tsurugi; Kagura si muove automaticamente, anche se basta premere i dorsali corrispondenti per fargli lanciare i due incantesimi equipaggiati. Tenendo premuto brevemente lo stick destro, però, è possibile assumere il controllo di Kagura, una soluzione che all'inizio può sembrare abbastanza inutile, ma che negli stage avanzati, quando i combattimenti si fanno veramente impestati di attacchi ad area, può fare veramente la differenza. L'energia vitale dell'accoppiata è infatti la somma dei punti vita individuali, ragion per cui ogni colpo incassato individualmente dai due modelli 3D incide sull'indicatore totale.

I combattimenti tendono a essere di difficile lettura, specialmente in certi scenari troppo dettagliati
I combattimenti tendono a essere di difficile lettura, specialmente in certi scenari troppo dettagliati

Se la cosa sembra complicata, sappiate che questo è solo l'inizio. Mentre Kagura può lanciare solo due incantesimi diversi, scelti tra una partita e l'altra o in alcune aree di riposo casuali situate tra gli stage di combattimento, Tsurugi deve alternare necessariamente tra le due spade: ognuna è caratterizzata da un indicatore di robustezza che si ripristina a ogni colpo e che si ricarica solo scambiando l'arma al volo. Ogni Figlio della Preghiera è caratterizzato da uno stile di combattimento unico, perciò ce ne sono alcuni più efficaci dalla distanza, altri più versatili, altri ancora maggiormente capaci in mischia. Alla fine il giocatore ha a disposizione un'enorme varietà di combinazioni, grazie a una diversificazione notevole sia nella caratterizzazione che nel gameplay vero e proprio.

E come in Hades, anche in Towa dobbiamo scegliere tra vari potenziamenti casuali - chiamati grazie - a fine combattimento. Essi dipendono dagli elementi naturali e conferiscono a spade, incantesimi, scatti, movimenti e così via diversi attributi, andando semplicemente ad aumentare i danni inferti o ad aggiungere effetti speciali come fiamme, vortici e scariche elettriche ai colpi sferrati, tra i quali spicca anche un colpo finale individuale a caricamento. La varietà, insomma, non manca e si possono mettere insieme delle "build" molto interessanti fin dai primi minuti di gioco, se la fortuna ci assiste. E da questo punto di vista, Towa fa un uso eccellente del modello stabilito in Hades.

La fabbricazione della spada è una delle dinamiche più controverse di Towa
La fabbricazione della spada è una delle dinamiche più controverse di Towa

Il problema sorge quando si torna in città a microgestire gli aspetti ruolistici. Il gioco è pensato nel solito modo dei roguelite: ogni partita ci avvicina di un passo in più alla vittoria, ma ogni sconfitta ci rimanda a casa con risorse in più da spendere in potenziamenti temporanei o permanenti. E qui casca l'asino. Il successo di un gioco come Hades si deve al gameplay serrato, alle dinamiche essenziali che permettono di scegliere potenziamenti e modificatori in pochi secondi, grazie a un numero ridotto di risorse e a interfacce chiare e sintetiche. Towa sbaglia praticamente ogni cosa sotto questo punto di vista.

Il gioco Brownies sommerge il giocatore di funzionalità fin dalle primissime battute, riempiendolo di risorse che vanno spese in mille modi diversi, spesso individualmente per ben otto personaggi. Una risorsa chiamata Pietra lucciola, per esempio, serve ad aumentare il numero di punti abilità che dobbiamo poi distribuire tra i vari attributi dei singoli personaggi, ma anche a sbloccare nuovi incantesimi. Un'altra ancora, la Pietra caco, serve a comprare le incisioni, che poi vanno equipaggiate sulla staffa per conferire a Kagura svariati bonus.

Alla fine di ogni stage possiamo scegliere una grazia tra quelle proposte casualmente
Alla fine di ogni stage possiamo scegliere una grazia tra quelle proposte casualmente

Tra falegnami che migliorano gli stabilimenti del villaggio, minigiochi di pesca, ristoranti e altri servizi tra i più disparati, Towa può disorientare il giocatore in un titolo che dovrebbe essere molto più immediato. Comincio una partita, perdo, torno a casa, sistemo due cosette e rieccomi in partita a spingermi più in là: così dovrebbe andare e, specialmente se le risorse sono distribuite col contagocce, serve un'esperienza meno rigida, con un numero ridotto di schermate da consultare. Gli amanti del cosiddetto "minmaxing" potrebbero apprezzare questo lato più strategico di Towa, ma a noi dobbiamo ammettere che ha stancato abbastanza presto.

La fabbricazione delle nuove spade, in un certo senso, sintetizza i problemi di Towa and the Guardians of the Sacred Tree. Con alcune risorse raccolte nelle nostre scorribande possiamo costruire una nuova katana, seguendo un processo inutilmente lungo, monotono e intricato, fatto di Quick Time Event e schermate riepilogative. Alla fine, possiamo scegliere anche l'aspetto della katana, ma le dinamiche non sono chiarissime e i risultati lasciano spesso a desiderare se decidiamo di saltare il processo creativo per affidarci all'automatismo del gioco. Una dinamica fondamentalmente superflua, ma ben presentata, con tante nozioni sull'arte della metallurgia che rallentano lo scorrimento del gioco e finiscono per essere più frustranti che divertenti.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 5
Digital Delivery PlayStation Store
Prezzo 29,99 €
Multiplayer.it
7.0
Lettori
ND
Il tuo voto

Towa and the Guardians of the Sacred Tree è un roguelite competente che purtroppo appesantisce eccessivamente il gameplay di funzionalità, dialoghi e caratteristiche GDR, compromettendo l'aspetto più affascinante del genere che giochi come Hades hanno perfettamente azzeccato: l'immediatezza. Nonostante una direzione artistica di grande impatto e alcune soluzioni di gameplay solide e convincenti, il titolo Brownies sembra più adatto a chi cerca una maggiore componente strategica e adora perdersi tra numeri, risorse e funzionalità secondarie, sacrificando un'esperienza più scattante e intuitiva. È vero che Hades 2 è alle porte ma, se preferite qualcosa di più complesso e nipponico, Towa potrebbe essere una solida alternativa.

PRO

  • Direzione artistica sopra le righe
  • Grazie a tante combinazioni di personaggi e abilità, la varietà non manca
  • Impegnativo il giusto, ma con un livello di difficoltà alternativo più rilassato

CONTRO

  • Talvolta è così ricco di dettagli ed effettistica che si fatica a leggere l'azione
  • Le caratteristiche e le funzionalità GDR sacrificano l'immediatezza
  • La narrativa è confusa e affidata a dialoghi poco significativi