Guerra per tutti i multi
Il titolo EA è stato sviluppato per tutte e 3 le next generation console e le differenze seppur minime tra le versioni ci sono. Sicuramente quella meglio riuscita è quella Xbox sia per resa grafica, con texture più pulite e definite, sia per quanto riguarda la fluidità del motore di gioco. Tale versione è seguita a ruota da quella per GameCube che in più gode della possibilità di collegamento con il Game Boy Advance, che, se dotato di una copia di Medal of Honor Infiltrator, si trasforma in una mappa costantemente aggiornata. La versione PlayStation 2 è quella che tecnicamente brilla di meno però in compenso è l’unica che può vantare una modalità online, ma di questo parleremo nell'apposito box.
Non è un gioco, ti sei offerto volontario
Il gioco EA ci catapulta nel pieno della Seconda Guerra Mondiale sul fronte del Pacifico, dall’attacco di Pearl Harbor, alla ritirata  dalle  Filippine, a Singapore. Sicuramente Rising Sun basa molto del proprio appeal sul forte impatto emotivo che la ricostruzione di quei  giorni  offre, sfruttando nei limiti del possibile anche il successo di un film come Pearl Harbor appunto, che ha decisamente influenzato gli  sviluppatori nel primo e ,del resto, meglio riuscito schema del gioco. Affronteremo meno di una decina di missioni, ognuna della durata di circa mezz’ora ambientate nelle varie locazioni che hanno  segnato gli  sviluppi della storia, dalla battaglia di Guadalcanal al ponte sul fiume Kwai. L’impronta data è ovviamente quella di un fps  immediato, non  particolarmente tattico e più che altro improntato ad uno sterminio di tutti i nemici che incontriamo sul nostro percorso. Le fasi  stealth  sono molto limitate (fa eccezione la missione di Singapore) e per niente incoraggiate da una IA dei nostri avversari che lascia  alquanto a  desiderare. Più di una volta infatti riusciremo ad avvicinarci senza vederli reagire, è emblematico il caso in cui, uccidendo un loro  commilitone nelle vicinanze, li vedremo impietriti come se nulla fosse successo e potremo impallinarli con una facilità disarmante. Alcune fasi del gioco si svolgeranno all’insegna della carneficina ancora più estrema a bordo di camion o di altri mezzi (addirittura  un  elefante) col compito di sparare a vista. Una discreta variante per rompere la monotonia del solito muoviti- cerca il pezzo- distruggi il  posto, anche se fin troppo facile in certi frangenti. Durante le missioni a volte prenderemo possesso di una mitragliatrice fissa, ma la situazione, da drammatica si risolverà quasi in  una farsa,  i giapponesi usciranno dai loro nascondigli proprio in quel preciso momento e si faranno sparare senza reagire più di tanto e anzi  correndoci  incontro quasi per il gusto di farsi falciare dalle raffiche.
 Il caporale Griffis, da noi impersonato, sarà di volta in volta armato in maniera differente e utilizzerà armi perfettamente ricreate  ed  identiche a quelle usate dai marine durante il secondo conflitto mondiale. Con tutti i vantaggi e gli svantaggi del caso, come la  precisione  inferiore e i lunghi tempi di caricamento.                                                                               
Online su PlayStation 2
A causa dei noti dissidi tra Microsoft ed EA sul gioco online, l’unica console che supporta il servizio è la PlayStation 2. Sono giocabili nove mappe con un massimo di otto giocatori in due semplici modalità: deathmatch e team deathmatch. L’esperienza di gioco è sicuramente interessante, anche se un po’ troppo frenetica, del resto come il gioco in singolo anche quello online non è per niente improntato ad un approccio stealth. Risultano così sicuramente appaganti le prime partite, ma alla lunga il gioco rischia di annoiare. Non ci sono né lobby né chat room prima di entrare in partita, è presente solo la lista delle partite in corso. Servizio di online game quindi presente, però un po’ troppo ridotto all’essenziale.
“Matricola soldato!” “Multipiattaforma, signore”
Il gioco EA, sviluppato come è noto per tutte e tre le console di nuova generazione, gode di un comparto tecnico in linea di massima discreto. Buoni i modelli poligonali dei personaggi, anche se a volte un po’ troppo spigolosi, buone le animazioni. Gli scenari purtroppo, eccetto il primo livello veramente una spanna sopra tutti gli altri, risultano monotoni e ricreati con sufficienza, le texture scialbe e poco definite, senza contare che l’interattività con i fondali è pressocchè nulla. Sì, è possibile distruggere qualche cassa di munizioni e qualche barile qua e là, ma nulla più, sparando contro i muri non sempre verranno visualizzati i fori dei nostri proiettili, così come i nostri commilitoni non possono essere feriti dal fuoco amico. Il framerate invece si difende abbastanza bene dimostrandosi stabile anche se soggetto ad alcuni cali nelle situazioni più concitate. Discreta è pure l’opera di localizzazione del gioco che comunque si limita ai testi, facendo così perdere un po’di enfasi e ritmo al contesto, obbligando il giocatore a leggere, distraendolo da ciò che succede intorno a lui. Oltretutto decisamente discutibile appare la scelta di inserire il testo in caselle che invece che riazzerarsi sommano le righe di parlato una sotto l’altra, facendo perdere il “filo” al giocatore magari impegnato in una sparatoria. Ottime invece appaiono le musiche scelte dagli sviluppatori, molto suggestive, che immergono ancor più profondamente il giocatore negli scontri. Un’ultima nota di merito va sicuramente ai filmati di intermezzo tra una missione l’altra, grazie ad essi infatti ci addentreremo nelle vicende storiche senza bisogno di andare ad aprire qualche enciclopedia rendendo sempre più effettiva l’opera di immersione nel gioco.
“Matricola soldato!” “Multipiattaforma, signore”
Commento
 Medal of Honor: Rising Sun risulta essere un titolo capace sì di catturare l’attenzione del giocatore, ma anche di deluderlo in  più  frangenti.  EA non è riuscita a ripetere il successo ottenuto dalla versione precedente di Medal of Honor, sia per una cura dei particolari  decisamente  inferiore alle attese, sia per un comparto tecnico sottotono che denota grosse lacune soprattutto per quanto riguarda l'Intelligenza  Artificiale dei nostri  nemici. Oltretutto la difficoltà appare calibrata un po' troppo verso il basso, rendendo pressocchè inutile giocare ad un livello  normale e  richiedendo, per divertire e impegnare il giocatore, un settaggio più alto. La penuria di fps su GameCube e PlayStation 2 rende comunque moderatamente appetibile il titolo EA, un po’ più difficile che tale  operazione riesca  invece su Xbox, dove il fronte sparatutto in prima persona è decisamente ben coperto. Un sette alle versioni PS2 e GC, mentre se  possedete la console di casa Microsoft, togliete pure un mezzo punto a causa della sovrabbondanza di valide alternative.
- Pro:  
 - Riesce a catturare il giocatore con un'emozionante atmosfera
 - Immediato e divertente
 - Ottima colonna sonora
 
- Contro: 
 - Tecnicamente solo discreto
 - Fin troppo facile
 - Pessima I.A. dei nemici
 
Fuoco, esplosioni, forti scossoni, tutti intorno a te uomini che urlano e corrono. Ti fai strada tra i tuoi compagni, marine anche  loro, e  anche loro imbarcati su una nave da guerra attraccata a Pearl Harbor. Esci sul ponte e il sole è coperto, ma non è notte, sono le  8.15 di  mattina del 7 dicembre 1941, è solo oscurato dalla moltitudine di aerei giapponesi modello Zero che sfrecciano a bassissima quota  lasciando cadere il loro carico di morte e sparando a più non posso contro la prima resistenza organizzata. Ti passano un fucile e  inizi  anche tu la difficile difesa, i caccia asiatici però sono dappertutto. Un’esplosione ti fa cadere in acqua e vedi decine di corpi di tuoi  commilitoni feriti a morte e annegati. A fatica ti issi a bordo di una piccola imbarcazione corazzata e ti metti alla mitragliatrice, ti  dicono di  fare fuoco su tutto ciò che si muove e tu lo fai, o almeno ci provi, l’angoscia è  forte tanto grande è stata la sorpresa e lo stupore  dell’attacco. Le corazzate ormeggiate iniziano ad affondare e tu continui la tua estenuante piccola battaglia che fortunatamente  dopo un  po’ finisce. Il bilancio è tragico per l’esercito USA, ma tu sei un Marine e ti hanno addestrato a non mollare mai, gliela farai pagare  cara  a  quei maledetti jap.
 Non preoccupatevi, non siamo tornati indietro nel tempo, e fortunatamente un tragico episodio come quello di Pearl Harbor non  dobbiamo  riviverlo di persona, è solo l’ultima versione della serie di Medal of Honor: Rising Sun che ci vedrà combattere nei panni di un  coraggioso  marine degli Stati Uniti contro vere e proprie orde di soldati del sol levante. EA infatti ha spostato il mirino dall’Europa, scenario  del suo  precedente titolo, ad un nuovo teatro di guerra, il Pacifico, e noi siamo stati invitati quali “spettatori interattivi” allo scontro tra le  due  potenze.                                                                              









