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Meta condannata per aver raccolto dati sensibili da utenti dell’app Flo senza consenso

Una giuria della California riconosce il colosso tech colpevole di aver violato la legge sulla privacy, tracciando informazioni sulla salute riproduttiva per fini pubblicitari.

NOTIZIA di Simone Lelli   —   05/08/2025
Meta

Meta si trova nuovamente al centro di un caso giudiziario legato alla privacy degli utenti. Una giuria californiana ha infatti stabilito che l'azienda ha violato le leggi statali sulla riservatezza dei dati, raccogliendo in modo illecito informazioni sanitarie sensibili da utenti di Flo, un'app dedicata al monitoraggio del ciclo mestruale e della fertilità.

La vicenda legale: quattro anni di battaglie

Il caso risale al 2021, quando un gruppo di utenti ha avviato una class action contro Flo Health e una serie di altre aziende - tra cui Meta, Google, AppFlyers e Flurry - accusandole di raccogliere dati sulla salute riproduttiva senza autorizzazione. Nello specifico, si parlava di informazioni su date del ciclo, obiettivi di fertilità e altre metriche sensibili, utilizzate poi per finalità pubblicitarie.

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Google e Flo hanno già chiuso le rispettive posizioni raggiungendo accordi extragiudiziali. Meta, invece, ha scelto di affrontare il processo e ha ricevuto oggi una sentenza di colpevolezza

Secondo i legali dei querelanti, Michael P. Canty e Carol C. Villegas, il verdetto rappresenta "un messaggio chiaro sulla protezione dei dati digitali legati alla salute e sulla responsabilità delle Big Tech". I due avvocati hanno sottolineato come "aziende come Meta non possano trarre profitto, di nascosto, da informazioni così intime".

Il caso è stato giudicato in base al California Invasion of Privacy Act, una delle leggi più severe negli Stati Uniti in tema di protezione dei dati personali, specialmente se legati alla salute.

La risposta di Meta: “Accuse infondate”

Meta ha reagito duramente alla decisione, annunciando l'intenzione di valutare tutte le opzioni legali disponibili per impugnare la sentenza.

Meta AI
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"Contestiamo con forza questo verdetto," ha dichiarato un portavoce dell'azienda. "Le accuse sono false. Meta non desidera ricevere dati sensibili e le nostre policy proibiscono agli sviluppatori di trasmetterli."

Tuttavia, secondo la giuria, il tracciamento dei dati da parte di Meta - anche se avvenuto attraverso terze parti come SDK o strumenti di analisi pubblicitaria - è stato sufficiente per configurare una violazione dei diritti alla privacy.