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Meta Ray-Ban Display, abbiamo provato il futuro degli occhiali con intelligenza artificiale

Abbiamo partecipato al Meta Connect 2025 e abbiamo toccato con mano il futuro degli indossabili: i Meta Ray-Ban Display. Vi raccontiamo perché siamo rimasti folgorati.

PROVATO di Pierpaolo Greco   —   29/09/2025
I Meta Ray-Ban Display con uno sfondo arcobaleno
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Il seguente articolo è stato scritto con il contributo di Mauro Fanelli, fondatore di Memorable Games, sviluppatore di videogiochi per PC, console e anche visori per la realtà virtuale e aumentata. Fanelli ha partecipato in prima persona al Meta Connect 2025.

Non si ha spesso il privilegio di dare uno sguardo in anteprima al futuro ma, quando succede, è un momento magico. In occasione del Meta Connect 2025 abbiamo avuto l'opportunità di provare per una trentina di minuti, divisi su due sessioni, i nuovi Meta Ray-Ban Display, la star indiscussa del keynote dell'evento, che ha visto non uno, ma ben due momenti imbarazzanti di live demo che non hanno funzionato proprio come previsto (rischi del mestiere!).

Dopo il successo dei Ray-Ban Meta, i continui investimenti sulla linea di visori Quest e la presentazione dell'avveniristico prototipo di occhiali Mixed Reality Orion lo scorso anno, è chiaro che Meta si stia aggressivamente posizionando nel settore degli indossabili e degli occhiali smart, con l'obiettivo di arrivare per prima al futuro post-smartphone. E questi Ray-Ban Display, con l'innovativo bracciale per gli input denominato Neural Band, sono indubbiamente un passo importante in questa direzione.

A livello estetico la partnership di Meta con EssilorLuxottica porta nuovamente i suoi frutti. I Ray-Ban Display sono un po' più grandi, con aste più spesse e leggermente più pesanti degli altri occhiali Meta, ma esteticamente risultano comunque riusciti, confortevoli da portare, almeno per la mezz'ora di test, e inconfondibilmente Ray-Ban.
Un'estetica non da gadget tecnologico è fondamentale per garantire una diffusione al di fuori della cerchia dei techno geek più incalliti: in questo caso siamo ancora un po' al limite, ma la direzione è quella giusta. Non era un'impresa semplice vista l'importante dotazione tecnologica, tra schermo, batteria e processore riuscire a contenere forme e dimensioni: ma come prima versione commercializzata di un prodotto di questo tipo possiamo considerare il risultato più che buono.

Il display

Una volta indossati, la vera star è subito davanti agli occhi: un singolo display a colori posizionato sulla lente destra dell'occhiale. Nonostante la risoluzione di soli 600 x 600 pixel, il display è nitidissimo vista la densità, ed è praticamente impossibile distinguere i singoli pixel che compongono l'immagine. I colori sono brillanti e il display è molto luminoso rendendolo pienamente leggibile anche in condizioni di luce non ottimali: il test sotto il sole californiano non mente.

Il display è presente solo sulla lente destra, ha una risoluzione di 600 x 600 pixel ed è praticamente invisibile dall'esterno
Il display è presente solo sulla lente destra, ha una risoluzione di 600 x 600 pixel ed è praticamente invisibile dall'esterno

Nonostante l'alta luminosità, lo schermino è letteralmente invisibile dall'esterno: è possibile per le altre persone percepire solo un vago alone da determinate angolazioni e solo se si è in condizioni di luce molto scarsa. Praticamente chiunque vi stia davanti non ha modo di vedere cosa state guardando in quel momento, né sapere se lo schermo è acceso o meno, rendendo le interazioni con le altre persone estremamente naturali.
Si è portati a pensare che lo schermo possa distrarre, ma in realtà è stato posizionato in modo da non risultare intrusivo: se si guarda in avanti non lo si percepisce, ma basta spostare leggermente lo sguardo verso il basso per averlo al centro dell'attenzione. È tutto molto naturale.

Un nuovo modo di interagire

Eppure, nonostante il display sia la novità più appariscente, è un'altra l'innovazione tecnologica a lasciare davvero a bocca aperta: la Neural Band, il bracciale basato su tecnologia EGM, nonché il sistema principale di input dei Meta Ray-Ban Display insieme ai comandi vocali.
La Neural Band va indossata sul braccio dominante ed è in grado di captare i segnali elettrici inviati ai muscoli, permettendo di intercettare i movimenti della mano, delle dita e del polso e tradurli in veri e propri input. Il bracciale è molto confortevole e il materiale piacevole e sembra praticamente di non averlo addosso: anche in questo caso, il parere è basato su prove da 15 minuti, non su test di lunga durata.

La Neural Band è un braccialetto capace di captare i segnali elettrici inviati ai muscoli e consente di interagire con il software degli occhiali
La Neural Band è un braccialetto capace di captare i segnali elettrici inviati ai muscoli e consente di interagire con il software degli occhiali

Nelle due sessioni affrontate abbiamo avuto esperienze leggermente diverse: nella prima parte di prova c'è stato qualche sporadico problema di precisione, ma nel secondo frangente gli input sono stati praticamente sempre perfetti: segno forse che il bracciale va posizionato in modo molto preciso per funzionare al meglio o che la calibrazione non era ideale.
Interagire con gli occhiali eseguendo dei piccoli movimenti delle dita e della mano è semplicemente incredibile e fa provare la stessa sensazione dell'utilizzare per la prima volta un touch screen. Per accendere e spegnere il display basta fare un doppio tap tra il pollice e il dito medio, un singolo tap per tornare indietro mentre un tap tra pollice ed indice è il "tasto di conferma", il classico click del tasto sinistro del mouse per intenderci. Per navigare tra i menu e le opzioni basta tenere la mano a pugno e fare dei piccoli swipe in verticale ed orizzontale con il pollice. Unendo poi indice e pollice e ruotando il polso, replicando il gesto dell'agire su una manopola fisica, si alza il volume o si fa zoom sulle foto o con la fotocamera: forse il gesto che più lascia meravigliati la prima volta che lo si prova.

È poi possibile scrivere semplicemente componendo lettere mimando l'uso di una penna virtuale, ma non abbiamo purtroppo potuto provare questa funzionalità in quanto non disponibile sui device in dotazione per la demo.
Le interazioni sono molto naturali e, non essendo il sistema basato sul riconoscimento tradizionale tramite telecamere come su Meta Quest, è possibile tenere le mani (anzi, la mano) in qualsiasi posizione. Si può interagire con il sistema tenendo la mano lungo il fianco, appoggiata sulla gamba o addirittura in tasca. Ovviamente abbiamo provato a stressare subito il sistema, mettendo la mano dietro la schiena o dietro la testa e... niente, funziona, e anche molto bene.

Marc Zuckerberg durante l'evento Meta Connect 2025 ha dovuto subire più di qualche momento imbarazzante
Marc Zuckerberg durante l'evento Meta Connect 2025 ha dovuto subire più di qualche momento imbarazzante

L'obiettivo di Meta è di dare agli utenti la possibilità di interagire con i Meta Ray-Ban Display in modo discreto e non intrusivo, ed è stato raggiunto con successo. Un altro aspetto importante per garantire un'esperienza ottimale è poi la presenza di feedback aptico nel bracciale: eseguite un comando, e sentirete un piccolo tocco sul polso, simile a quello dell'Apple Watch. Può sembrare un aspetto secondario, ma avere questo tipo di feedback è cruciale ed aumenta l'immersività: se ne sente enormemente la mancanza in sistemi di tracciamento delle mani che sono basati sul riconoscimento di immagini e video.

App e interfaccia utente

Tramite la Neural Band, navigare nei menu e interagire con le app è un attimo: prendere confidenza con i controlli è questione di pochi minuti.
Una volta acceso lo schermo, ci si trova davanti la schermata di Meta AI, con uno swipe a sinistra è possibile accedere al menu delle opzioni, mentre con uno swipe a destra si accede ad un vero e proprio launcher con le icone di varie applicazioni. Non tutte le funzionalità erano accessibili sul visore provato: ad esempio nessuna applicazione di messaggistica era funzionante, ed Instagram non era accessibile.
Durante la demo, in parte libera e in parte guidata, abbiamo comunque avuto modo di dare uno sguardo al sistema di mappe e di navigazione virtuale, una vera e propria mini-mappa in stile videogioco, a Spotify, all'app della fotocamera con la possibilità di catturare video e immagini e rivederle immediatamente, e anche ad un mini game dove guidare il nostro avatar all'interno di un mini labirinto vista dall'alto con degli swipe.

I Meta Ray-Ban Display rappresentano la nuova punta di diamante della line-up di occhiali con intelligenza artificiali realizzati dall'azienda di Marc Zuckerberg
I Meta Ray-Ban Display rappresentano la nuova punta di diamante della line-up di occhiali con intelligenza artificiali realizzati dall'azienda di Marc Zuckerberg


Una menzione speciale merita il sistema di trascrizione in tempo reale: attivandolo e guardando un interlocutore, il sistema registrerà e visualizzerà sullo schermo i sottotitoli del parlato di quella persona, ignorando il vociare e i rumori di fondo. Guardando un altro interlocutore si passerà alla trascrizione del suo parlato, e così via. È possibile ad esempio utilizzare il sistema per trascrivere un'intera lezione universitaria guardando il professore, utilizzando poi l'intelligenza artificiale per estrarre solo i contenuti salienti.

L'integrazione con l'intelligenza artificiale

E, a proposito di intelligenza artificiale: è onnipresente nei Meta Ray-Ban Display, così come sui normali Ray-Ban Meta, ma la presenza dello schermo ne amplia le potenzialità. È possibile chiedere informazioni con comandi vocali ed avere subito a schermo una descrizione testuale, molto più pratica da consultare rispetto a un output esclusivamente audio, ottenendo una mini descrizione simil Wikipedia, che è possibile scrollare ed estendere con domande o prompt successivi. Il sistema utilizza le telecamere e i microfoni per analizzare l'ambiente, per cui è possibile chiedere informazioni su cosa si sta direttamente guardando in quel momento: durante la nostra demo ad esempio abbiamo potuto chiedere informazioni guardando vari quadri ed opere d'arte, ottenendo informazioni precise e anche qualche battuta.

È chiaro che ci sono ancora compromessi sulle dimensioni, ma il traguardo estetico raggiunto dai Meta Ray-Ban Display è eccellente
È chiaro che ci sono ancora compromessi sulle dimensioni, ma il traguardo estetico raggiunto dai Meta Ray-Ban Display è eccellente

Un piccolo gimmick: è possibile chiedere all'IA di modificare direttamente la "realtà" inquadrando un oggetto: in questo caso il sistema scatta una foto ed applica lo stile visivo richiesto. Ad esempio al comando vocale "Hey Meta, fammi una versione stilizzata di questo", il sistema ci ha restituito una rielaborazione in stile cartoon di quello che stavamo guardando in quel momento.

E i giochi?

Da sviluppatore di videogiochi ogni nuova tecnologia non fa che stuzzicare la creatività: come potrei usare questo device per farci un gioco? Cosa potrei farci di divertente? Certo non stiamo parlando di veri e propri occhiali per la realtà mista in questo caso, il display è uno solo e le capacità in questo senso sono molto più limitate rispetto ad esempio a un Meta Quest 3 o 3S. E considerando il form factor, anche le capacità computazionali sono estremamente limitate, ma spesso è proprio dai limiti che nascono le idee migliori.

È questo il primo passo verso un futuro post-smartphone?
È questo il primo passo verso un futuro post-smartphone?

In questo caso, e a seguire quando saranno disponibili occhiali davvero per la realtà aumentata, sono convinto che sia necessario partire da zero, tabula rasa e idee nuove: i giochi tradizionali non sono adattabili e, anche se lo fossero, non darebbero il meglio. Un po' come sui primi smartphone, assisteremo anche in questo caso a giochi ed esperienze innovative basati sui punti di forza e le caratteristiche uniche di questi device e non replicabili su hardware più tradizionali.

Da sviluppatore, sono per me tre gli aspetti di maggiore interesse: un sistema di controllo innovativo e mai visto prima, un hardware che tramite telecamere, microfoni e sensori è consapevole del contesto in cui l'utente si trova e una forte componente sociale naturalmente integrata nel sistema.
Attualmente come team siamo al lavoro su un gioco Mixed Reality non ancora annunciato per Quest e quello che stiamo imparando è preziosissimo per ideare nuove esperienze di gioco su questo genere di hardware.

Lo sappiamo, questa è la classica anteprima nella quale si parla praticamente solo bene di un prodotto. I Meta Ray-Ban Display sono perfetti? No, non lo sono, sono chiaramente una prima versione di una nuova linea di device, ma siamo indubbiamente di fronte a uno di quei rari casi in cui si intravede la possibilità di un vero salto tecnologico.
E il fatto che i Meta Ray-Ban Display arrivino sul mercato solo un anno dopo la presentazione del prototipo Orion, fa capire a che velocità la tecnologia si sta muovendo: è tutto molto più rapido del previsto.
Da anni ci si interroga su cosa verrà dopo gli smartphone e, per la prima volta, quel futuro lo si può iniziare a sfiorare. Certo gli 800$ di prezzo possono far storcere il naso, ma per la tecnologia offerta è quasi un affare... e d'altronde, come si fa a dare un prezzo al futuro?

CERTEZZE

  • A livello estetico, considerata la tecnologia integrata, sono fin troppo belli
  • Il display è completamente invisibile dall'esterno
  • La Neural Band funziona perfettamente

DUBBI

  • Al momento ci sono pochissime app
  • 800$ per un paio di occhiali, non è una cifra alla portata di tutti
  • Bisognerà fare dei test in ambienti reali per capire la qualità e l'affidabilità del prodotto